Tutti hanno gli incubi!

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Qualcuno sta bussando violentemente alla porta della mia camera, mi sveglio di soprassalto.
Il sole non è ancora sorto e mi guardo in torno per cercare Amy, non la vedo.
Mio padre continua a bussare e ad urlarmi di aprirgli, che altrimenti mi prende a calci.
Dove sarà finita Amy?
Guardo sotto il letto e la vedo che mi guarda con quel sorriso cattivo, sarebbe stato troppo bello liberarsi di lei e non vedere mai più quegli occhi blu ghiaccio che mi fissano insistentemente, quel viso scheletrico e allungato color giallo sporco occupato da una fronte rugosa e non sentire mai più quella voce penetrante, diabolica.
Non pare esserci una sola cosa di Amy che già nell'aspetto esteriore non rende un'immagine di minaccia e di dannazione, come se lei stessa fosse la mia maledizione della quale non posso più liberarmi. Mi ha già detto che starà con me fino a quando avrò sangue da pompare.
Vado ad aprire la porta.
Non faccio in tempo a vedere il volto di mio padre che sento le sue tozze mani spingermi contro il pavimento.
"Vestiti e prendi le tue cose. Io e tua madre abbiamo deciso di portarti in un ospedale per i pazzi come te, non vogliamo avere una figlia che vede cose che non esistono" urla.
Nel mentre si toglie la cinta dai pantaloni, per farmi vedere cosa mi aspetta se provo a contestare la sua decisione
Amy gusta la scena ridendo.
"TUTTI HANNO GLI INCUBI, TUTTI HANNO GLI INCUBI!" ripeto
Papà mi da uno schiaffo in faccia e mi ordina di girarmi, lo faccio.
Inizia a darmi calci e a colpirmi con quella cinta che avevo già provato sulla mia pelle la prima volta che gli parlai di Amy.
Dopo una ventina colpi mi lascia stare, finalmente.
"Ti aspetto in macchina"

Corro in bagno a guardare cosa mi ha fatto, la mia pelle bianco pallido contrasta con quei segni rosso sangue che pulsano, un paio sanguinano anche.
Preparo le mie cose e salgo in macchina.
Nella valigia ci sono alcuni vestiti e una fotografia sgualcita con me, mia madre e mio padre.
Lui accende il motore e partiamo, non riesco a poggiare la schiena sul sedile e inoltre non ho salutato la mamma che non ha sprecato neppure una parola per me. Non mi sento neanche triste, non riesco a provare un'unica emozione, so solo che le ferite mi fanno male e che Amy è seduta dietro di me.

Mental hospital {Completata}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora