Lobotomia

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È passata una settimana da quando siamo stati beccati, e io non ricordo cosa sia successo dopo.
Mi sono semplicemente ritrovata nella mia stanza. Non saprei neppure dire come ho trascorso questi giorni, so soltanto che sono trascorsi.
Dov'è Alexander?
Girano voci, che lo stiano usando per fare alcuni esperimenti.
C'è anche chi sostiene che sia morto, sono davvero preoccupata per lui.

Non vedo più Amy, non la vedo più.

Poco fa ho avuto una visione; ho visto Alexander, si trovava in uno studio con una grande vetrata e uno splendido panorama, era un luogo luminoso e sereno, c'era una scrivania con dei bellissimi fiori, tutto era bianco lì dentro, persino i fiori.
Un dottore sulla cinquantina si trovava accanto a lui e stavano parlando. Poco dopo, ha portato Alexander nella stanza accanto, e l'ha chiusa a chiave. In questa stanza c'era anche un'infermiera, molto carina e gentile, che lo ha fatto sdraiare su di un lettino.

"Tranquillo signor Storck, non sentirà alcun dolore" gli ha detto

Alexander sembrava tranquillo, poco dopo ha iniziato a fissare il soffitto, preoccupato
"Li vede quei fili elettrici? È con quelli che mi torturano"

Il dottore e l'infermiera hanno iniziato a pregare per lui, erano preghiere superficiali; come quando conosci tutte le parole, i punti e le virgole dell'Ave Maria e le ripeti lagnosamente.. Esattamente così.
Dopo di che, hanno praticato l'elettro-shock anche su di lui, per fargli perdere i sensi.

"6 scosse sono sufficienti" ha affermato l'uomo.

Allor che, la donna ha preso un panno e lo ha tenuto fermo sul suo viso, coprendogli naso e bocca.

"Possiamo iniziare, dottor Schulz"

Il neurochirurgo ha iniziato ad operare, sollevando le sue palpebre superiori, una ad una e conficcando due punteruoli sopra gli occhi di Alexander, usando un martelletto per spingerli per bene, in modo da rompere lo strato osseo presente. Li muoveva in avanti, in dietro e lateralmente, con movimenti così bruschi che uno dei due punteruoli si è anche spezzato, e altrettanto bruscamente lo ha rimosso.
Arrivato fino al cervello, ne ha asportata una parte.

I punteruoli, dopo la loro rimozione apparivano chiari e lucenti.

Una volta finita l'operazione, Alexander si è svegliato. Ho visto i suoi occhi cupi e vuoti, non riusciva a parlare nè a muoversi.

Poco dopo, ho visto il suo corpo morto.

Realtà? Immaginazione?
No, non può essere vero, devo trovare Alexander, devo salvarlo. Devo chiedere alle suore dove si trova e devo anche scappare.

Esco dalla mia stanza, e inizio a correre per il corridoio alla ricerca di una suora. Non ne trovo una.
Mi dirigo verso la cucina; una è lì che insegna a fare il pane ad un paziente.

Precipitandomi verso di lei, con il respiro pesante:
"So.. Sorella, devo.. Devo.. Devo parlarle assolutamente!"

"Dimmi!" Risponde preoccupata

"Non so se si ricorda di Alexander, Alexander Storck.. Non lo vedo da un po' di giorni, saprebbe dirmi dove si trova?"

"Siediti cara."

Mi siedo preoccupata.

"Sfortunatamente, è morto cinque giorni fa. Abbiamo celebrato il suo funerale, ma tu non stavi bene e non hai partecipato. Non ricordi?"

Il mondo mi sta crollando addosso; mi sento sprofondare.
Avevo trovato qualcuno che mi capiva, mi rassicurava. Qualcuno con cui parlare e su cui contare. E adesso sono tornata ad essere sola. Sono svuotata.
Perché non l'ho frequentato di più?
Perché non sono stata più tempo a parlare con lui?
Crediamo di avere tutto il tempo di farlo; un giorno, il giorno dopo o forse quello dopo ancora.
Mi sento impazzire, il tempo è finito.
Morire, perché morire?
Per una malattia, per una distrazione, per la fame e per la sete?
In questo caso no; adesso il "morire" è colpa del malato mentale nascosto dietro un camice da dottore.
Sono loro i veri pazzi, coloro che credono di poterci curare.
Matti, a tal punto da inventare soluzioni alle loro stesse malattie.

Matti, così matti che sono convinti di essere sani.

Mental hospital {Completata}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora