La stanza n.10

831 55 0
                                    

Anche l'interno dell'edificio pare essere progettato per l'eternità.
Nell'ingresso viene sfoggiato un tappeto rosso e marrone poggiato sulle mattonelle color panna spaccate e sporche.
Sento puzza di ospedale,di urina, ho le forze di stomaco.
Amy adesso si sente impaurita e mi segue passo passo, si guarda intorno e noto con piacere che un altro paziente riesce a vederla.
Una scala a chiocciola di pietra separa due corridoi.
Quest'ultimi sono abbelliti con quadri impolverati che raffigurano il nostro signore solo e soltanto in punto di morte.
Luci tremolanti di candele fanno sembrare tutto più macabro.
Una suora con occhi indiavolati si avvicina e mi sorride, lei è davvero carina e nelle sue unghie sfoggia uno smalto perlato, delicato quasi quanto il suo viso.
"Ciao signorina e benvenuta. Rimarrai qui fino a che non guarirai, supponendo che tu lo faccia.In ogni caso prima di farti vedere la tua nuova casa è importante che tu sappia le regole, e rispettandole potremo vivere tutti insieme in armonia accompagnati dal nostro creatore"
Mi dice sorridendo.
"Qui non si strilla, non si litiga e si prendono le medicine. La notte si rimane nella propria camera e ogni volta che violerai queste regole verrai picchiata,chiusa a chiave nella tua camera e rimarrai a digiuno per un giorno. Ci sono domande?"

"No" rispondo
"Bene, iniziamo a fare un giretto"
Prendiamo il corridoio sulla sinistra, sembra infinito e una porta si succede dietro l'altra.
"Queste sono le stanze, la tua è la numero 10, posa pure le tue cose, tra un'ora si pranza e devi essere puntuale. La sala pranzo si trova nel piano di sopra, sulla sinistra. Dopo aver mangiato ti farò vedere il resto dell'edificio"
Entriamo nella mia camera, chiude la porta sbattendo e se ne va.

La stanza è abbondantemente illuminata da numerosi ceri posati su candelabri a molti bracci che proiettano lunghe ombre sulle pareti.
Al centro sosta un letto con una coperta macchiata e bucata e un cuscino dove ci sono dei capelli lunghi e grigi, nessuno ha avuto il buon senso di toglierli, è chiedere troppo?

L'unica finestra si trova a un metro da terra, è abbellita da polvere e ragnatele e l'aria passa strozzata da alcuni spifferi e sembra emettere sospiri.
Di fronte al letto c'è un armadio pieno zeppo di vestaglie di cattivo gusto, differenziate soltanto dal numero degli strappi.

Mi siedo nel letto e Amy fa lo stesso.
"Allora, ti piace il posto?" Le chiedo.
"Che t'importa? Tanto sai benissimo che non ti lascerò mai, ormai sei impazzita e non c'è medicina che può salvarti dalle tue stesse paure"

Si alza ,afferra i piedi del letto e inizia ad alzarli per poi risbatterli di nuovo per terra e così continua violentemente.
Provo a strillare, ma non ci riesco, non ho voce, ci provo con tutta la forza che mi è rimasta, neanche una sillaba riesce ad uscire dalla mia bocca.

Il rumore di quei piedi di legno che si scontrano col pavimento rimbomba nella mia testa. Inizio a piangere.
Si avvicina e mette il suo viso contro il mio,ama vedere uscire le lacrime,sadica regina.

Mi graffia nel braccio, sento le sue lame affilate penetrare la mia pelle. Provo a dimenarmi ma mi tiene ben ferma, ancora non ho voce per urlare.
Il sangue inizia ad uscire e la dama nera lo prende con un dito e lo porta alla sua bocca.
"Il tuo sangue non ha sapore! Il tuo sangue non sa di niente! Il tuo sangue non ha sapore, non ha sapore!" Mi urla, guardandomi con quegli occhi velenosi
Dopo di che si allontana come se nulla fosse. Si mette in un angolo della stanza,accovacciata a terra e si dondola nervosamente ripetendo "Io sono reale, io sono reale"
Strappo un pezzo di coperta e lo lego ben stretto intorno alla ferita.

Io appartengo ad Amy e non posso fare nulla per impormi alla sua volontà.

Mental hospital {Completata}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora