TEC

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Le altre due suore mi hanno raggiunta.
Il tempo sembra essere infinito, un minuto sembra un anno e un'ora ne sembrano 60.
Sono tutte e tre sedute accanto a me, cercano di consolarmi e allo stesso tempo mi avvertono: mi raccomando stellina, non dire a nessuno quello che è appena successo.. Sai, il Walpurgisnacht ha sempre avuto una buona reputazione e queste cose devono rimanere tra le mura del Walpurgisnacht. In ogni caso, la tua reazione è stata molto esagerata, e a breve arriverà un nuovo dottore, saprà lui come calmarti.

"Qui ci sono sostituti per ogni cosa" penso.

Ecco che due ore dopo è arrivato un nuovo dottore, un sostituto.
Mi sento scioccata e ho appena finito di chiacchierare con Amy, ha detto che ci stava guardando mentre lui mi faceva quelle cose e che lei ha gustato la scena, tutto ciò la divertiva.
Ciò mi rende triste più di quanto non lo sia già. La mia sorellina è felice nel vedermi soffrire, e non voglio darle tutte queste soddisfazioni.
Mi asciugo le lacrime e le accenno un sorriso. È un sorriso di disperazione, uno di quei sorrisi che camuffano dei grandi traumi, uno di quei sorrisi che sembrano dipinti.
Sto cercando di pensare a tutt'altro. Il mio cuore sta strillando.

Le suore si sono avvicinate al dottore che è rimasto all'ingresso. Stanno certamente parlando di me, ogni tanto mi lanciano un'occhiata e poi continuano a parlare. Voglio che tutto questo finisca.

Ecco che il sostituto si avvicina. È un uomo dall'aspetto dolce, appena mi ha visto mi ha sorriso con 32 denti.
"Tu devi essere Sara. Ho appena saputo l'accaduto, e tranquilla che non andrò a dire niente a nessuno. Anche se non hai ancora avuto modo di avere una seduta vera e propria, vorrei iniziare col farti una piccola terapia che durerà qualche mese e riceverai quasi ogni giorno, quello che hai appena subito e di cui probabilmente ancora non ti rendi conto è una cosa molto forte, e con la terapia pian piano supererai tutto ciò"

"Io ho paura." Rispondo con un filo di voce.

Mi prende per mano e mi porta in una stanza. Le mattonelle percorrono i muri fino al soffitto, sono di un verde che da sul grigio e un lettino è affiancato da uno strano apparecchio.
Mi invita a sdraiarmi. Lo faccio timidamente, sono ancora tutta sporca.

Prende un affarino morbido e mi dice gentilmente di stringerlo tra i denti. Poi mette due elettrodi nelle mie tempie e si assicura che non possano cadere.
Lo sto fissando, e lui mi guarda compassionevolmente.
Accende lo strano apparecchio, lo regola sul numero 200.
"Sei pronta?"
Non faccio in tempo a rispondere che il mio corpo è attraversato da una scossa, non ricordo nient'altro. Non so quanto sia durato, sono confusa, non ricordo cosa è successo. Mi sento un morto che cammina.

Ho un dolore al braccio, sta diventando viola, fa molto male e il dottore dice che probabilmente si è rotto. Un'infermiera me lo fascia per bene.

Ora mi sto dirigendo nella mia stanza, con le tempie che bruciano. Sono inespressiva, non riesco a tirar fuori una singola emozione.
Apro la porta della mia camera e cammino lentamente verso lo specchio. Ho le tempie rosse, bruciate.

È ora che io riempia la vasca, ho bisogno di un bagno caldo. Finalmente è pronta, mi tolgo i vestiti e entro in acqua. Prendo la spugna gialla che galleggia, la alzo e la spremo per far colare l'acqua, e così ancora, e ancora, e ancora.
È rilassante.

Mental hospital {Completata}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora