49. They're back here in Busan

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L'uomo si gira e sembrava fosse tutto a rallentatore, proprio come nei film nelle scene più importanti.

Non riuscivo a crederci finalmente ero riuscita a trovare Park Pilwoo.. Mio padre.. Il mio vero padre.

- Hey! Dì qualcosa fratello mio - parla il padre di Jungkook
- Oh bhe! Giusto! Buongiorno T/n ... come ben sai io sono Park Pilwoo e sono contento e anche molto sorpreso di conoscerti - mi sorride

Era un sorriso tenero, come se stesse cercando di rassicurarmi.

- Buongiorno signore ... sono molto felice di poterla incontrare finalmente - sorrido anche io
- Singore? Signorina sono tuo padre ... capisco la situazione ma non mi devi chiamare signore ma se per adesso non te la senti posso chiudere un occhio per te - ridacchia e insieme a lui lo fanno anche gli altri
- Se posso ... - sfilo fuori dalla tasca la lettera di mia madre - Prima di tutto mi è stato chiesto di farle leggere questa lettera - annuisce mentre prende quel pezzo di foglio che gli avevo teso per poi iniziare a leggere

In quel momento si era creata un'atmosfera, non dico cupa ma alquanto imbarazzante visto che nessuno spicciava parola.

- Vuoi qualcosa da bere T/n? - mi chiede il signor Jeon
- Oh si zio! Un caffe! - risponde Jimin
- Jimin-ah puoi farglielo tu visto che sapevi che volesse un caffe! - lo rimprovera il più grande indicandogli con gli occhi la macchina del caffè
- Signore posso fare da me e mi chiami Ruby - gli sorrido e mi avvicini alla macchine del caffè
Vengo poi raggiunta da Jungkook che mi tende la bustina di zucchero e il cucchiaino.
- C'è di canna? - annuisce e cambia la bustina con quella di canna

Qualche minuto dopo essermi scolata lo shottino di caffè sento un tonfo alla mie spalle, mi giro di colpo e vedo il pugno di mio padre conficcato sulla parete davanti a lui.

- Amico mio che succede? - gli si avvicina il padre di Jungkook preoccupato
- Ragazzi potete lasciarci da soli per qualche minuto .. veniamo poi noi da voi - facciamo come chiesto dal signor Jeon

*Chi non si incazzerebbe dopo aver letto quello lettera* pensai

Usciamo dall'uffico e ritorniamo nella lobby.
Osservo i movimenti dei due ragazzi che facevano strada davanti a me.
Jungkook era molto più alto di Jimin, entrambi avevano un passo felpato pur avendo addosso degli stivaletti con dei tacchetti di pochi centimetri.
Stavamo aspettando da una buona mezz'ora, ma dei due signori nessuna traccia.

Il silenzio poi viene interrotto da  Jungkook
- Ragazzi mi ha appena mandato un messaggio mio padre dove dice di tornare a casa -
- Probabilmente appa sarà così incazzato che non vorrà parlare con nessuno - dice Jimin
- Oh vado un attimo a prendere la lettere di tua madre ... la rivorrai sicuramente indietro - si alza di scatto Jungkook
- Tranquillo ho una copia a casa possiamo andare tranquillamente - lo avviso prima che potesse entrare nell'ufficio di suo padre

Durante il tragitto per tornare nella villa dei BB, nessuno ha voluto aprire bocca per la tensione che si era creata poco prima, quindi per tutto il viaggio si sentiva solo la radio che era stata accesa da Jungkook apposta per aver almeno qualcosa da sentire in sottofondo. Raggiunta la casa, scendiamo dall'auto e ci addentriamo in casa dove ad aspettarmi c'erano Jennie e Jackson.

- Ragazzi se non vi dispiace io me ne torno a casa mia .. avrei voluto che le cose con nostro padre - guardo Jimin oppa - fossero andate diversamente -
Saluto mio fratello e Jungkook che si erano tolti le giacche di dosso.
- Tranquilla appena si calmerà ti facciamo sapere - sentiamo Jungkook parlare e nel frattempo i miei due amiconi mi avevano raggiunta
- Sorellina non ti va di rimanere ancora? -
- Penso che per questa volta passerò ho ancora delle faccende in sospeso da finire - saluto i due ragazzi e usciamo dal portone di casa

JEON's MAFIA (J.JK) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora