Capitolo 26

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Dopo la cena un po' diversa dal solito mi congedai e raggiunsi la mia camera. Forse questa notte avrei dormito se le parole di mia sorella non avessero iniziato a ronzarmi in testa.

-Tu vivi nelle tue fantasie, nelle tue speranze e nelle tue strategie. Quando le cose si fanno reali tu scappi-

Si prospettava ancora un'altra notte insonne. Magari avrei potuto fare una partita a scacchi, solo una, per aiutarmi a rilassarmi…

-Ti rifugi nei tuoi scacchi-

Possibile che mia sorella potesse togliermi persino il piacere di giocare una partita?!
-No, farò una partita! Basta! 
Però non posso qui, la voce di mia sorella non mi lascerebbe concentrare, meglio andare in biblioteca dove posso avere una vera scacchiera con dei veri pezzi…magari finirò quella famosa partita-

Così mi alzai e in punta di piedi raggiunsi la biblioteca, non volevo certo svegliare tutti.

-Che strano…la porta non è chiusa…e c'è una luce…-
Aprii la porta con un leggero timore solo per trovarmi di fronte alle spalle del mio ospite intento a fissare la scacchiera con la mia partita.

"Ehi, cosa stai facendo qui?" gli chiesi curiosa.

"Oh, pensavo dormissi. Non riuscivo a chiudere occhio, questa partita mi ossessiona" disse voltandosi prima verso di me e poi tornando dritto alla scacchiera.

"Ossessiona te? Pensa quanto deve ossessionare me! Non riesco a pensare ad una mossa per salvare i neri dal loro destino" dico prendendo posto sulla poltrona davanti a lui.

"Eh, è un bel rompicapo! Potresti spostare il pedone…"

"...ma così verrebbe preso dalla torre!"

"Si, ma lascerebbe spazio al cavallo…"

"Che metterebbe sotto scacco l'alfiere, obbligandolo a spostarsi…"

"...lasciando così lo spazio alla regina di catturare l'altro alfiere…"

"...rendendole possibile mettere sotto scacco matto il re!"

Il nostro tono di voce si era pericolosamente alzato. Stavamo rischiando di allarmare tutti per una partita a scacchi, ironico no?

"Hai visto? A volte una regina vale molto più di un pedone" disse guardandomi negli occhi con un sorriso. 

-Chissà da quanto tempo se la stava tenendo lì aspettando solo il momento giusto per rinfacciarmela! E chissà quante ore doveva aver passato a studiare quel modo per battermi!-

Senza proferire parola mi alzai dalla mia poltrona e mi avvicinai a lui, senza mai staccare i miei occhi dai suoi. Lui reclinò il busto fino a poggiarsi contro lo schienale e io mi sedetti sulle sue ginocchia. I suoi occhi erano così calmi all'apparenza ma così vogliosi e pieni di passione. Le sue mani iniziarono a massaggiarmi la schiena mentre io passavo le mie dita tra i suoi capelli. Un brivido mi attraversò la schiena per poi passare alla sua tramite le nostre labbra. Il dolce tepore del camino acceso ci cullava.
Questa notte non avrei dormito, ma almeno non l'avrei passata sola coi miei pensieri…

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Una mano calda si mosse sulla mia schiena. Non ricordavo che il materasso del mio letto fosse così…così…accogliente. Finalmente aprì gli occhi.

"Buongiorno principessa. Spero di non averti svegliato" sussurrò la sua calda voce.
In qualche modo avevamo raggiunto la mia stanza. Chissà verso che ora mi ero addormentata. Comprensibile dopotutto, in fondo non chiudevo occhio da diversi giorni.
Ero avvinghiata al mio uomo, con la testa poggiata al suo nudo petto e il suo braccio attorno alle mie spalle. Per nulla al mondo avrei cambiato la mia posizione di un solo millimetro.

"Principessa?!" Disse qualcuno da dietro la porta, bussando insistentemente "Principessa?! È ora di svegliarsi"

Dopo un primo attimo di panico risposi a gran voce "A…arrivo subito. G…giusto il tempo di cambiarmi"

Dal silenzio che ne seguì capii che il messaggio era stato ricevuto. Ora però dovevo alzarmi per forza.

"Ascoltami bene" dissi alzandomi dal letto, trascinando con me le lenzuola per coprirmi "Quanto successo stanotte resta qui, d'accordo?"

"D'accordo" rispose lui divertito "Ma non è necessario che porti con te quelle lenzuola. Sappiamo entrambi che non c'è nulla lì sotto che non abbia già visto e apprezzato immensamente"

A quelle parole arrossii di colpo e non potei non ripensare alla notte appena trascorsa. Cosa che non aiutò il mio rossore.

"Quando…quando esco dal bagno ti voglio fuori di qui. E non provare a guardarmi in quel modo quando saremo a colazione"

"Guardarti come, scusa?" mi domandò con un sorriso più luminoso del sole e di tutte le stelle.
Entrai nel bagno senza rispondergli. Non avevo tempo, dovevo sbrigarmi, mi stavano aspettando!

Due cuori sotto scaccoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora