Capitolo 19

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Dopo qualche minuto immobile al centro della stanza iniziai a dire, prima bisbigliando e poi ripetendomi in tono sempre più forte "Sto bene...Sto bene...STO BENE!"

A quel mio scatto vidi Layla spaventarsi leggermente e fare un piccolo balzo indietro. Tutti gli ospiti stavano scappando via ed eravamo rimasti solo noi quattro. Nel trambusto colsi mio padre sgridare le guardie "Come è potuto succedere?! È entrato qui, in casa mia! Ha minacciato MIA FIGLIA! E voi dove eravate?!..." ma sul momento non gli diedi retta.

Feci qualche passo avanti, volevo andarmene di lì e schiarirmi le idee, ma appena lo feci sentii le gambe cedermi. Se non fosse stato per le possenti mani di Jon che mi colsero al volo sarei sicuramente rovinata a terra.

"Attenta, fai piano" mi disse con dolcezza, ma io riuscivo solo a ripetere "STO BENE"
Avevo bisogno d'aiuto ma ero troppo orgogliosa per ammetterlo anche a me stessa. Mi rimisi in piedi e mi obbligai a fare dei passi avanti da sola. Era difficile ma ci riuscì.

"Devo pensare ad una strategia" iniziai a borbottare mentre le mani continuavano a tremare.
"Po...po...potremmo, ecco...si, se spostiamo...se...se...no, nono, non può funzionare..."

Continuai per qualche minuto, senza badare agli altri presenti in sala, finché le stesse mani che fino a poco prima mi sorreggevano si posarono sulle mie spalle e una voce calma e dolce mi sussurrò "Perché non vai a letto. È stata una giornata lunga e stressante. Dovresti riposare"

Ci pensai un attimo, poi capì che era la scelta migliore e acconsentì con un cenno della testa, continuando a dargli le spalle, prima di avviarmi da sola verso le mie stanze.

Quella notte non chiusi quasi occhio, un po' per il materasso a cui non ero più abituata, un po' per il silenzio troppo pesante e un po' per quanto appena accaduto. Che dico, soprattutto per quanto appena accaduto!

La mattina arrivò in fretta ma decisi che non era il caso di scendere subito in sala per la colazione, mi avrebbero riempita di domande, meglio aspettare.
Quando scesi e raggiunsi la mia famiglia loro avevano già quasi finito, come io speravo.

"Ehi dormigliona, finalmente ti sei svegliata. Le vecchie abitudini sono dure a morire, eh?" disse mia sorella col sorriso più innocente del mondo.

"Che posso dire, sai che non sono una persona mattutina. E poi mi mancava tremendamente il mio letto" il che non era del tutto falso, però credo che in quei mesi lo avessi un po' idealizzato. Cercai di rispondere nascondendo ogni mia emozione e le mani ancora a tratti tremolanti, mettendo una faccia felice.

La cosa però non ingannò Jon. Ormai aveva iniziato a capire quando mentivo e io sapevo che lui l'aveva capito. Sapeva che non avevo chiuso occhio e che probabilmente avevo anche pianto; il rossore dei miei occhi poteva essere un indizio in effetti. Però non disse nulla, forse sapeva cosa avrebbero potuto dire o fare i miei familiari.

"Pensavo di andare a fare una cavalcata" dissi dopo aver appena addentato la mia colazione. Non volevo restare lì. Incredibile come avessi tanto desiderato stare con la mia famiglia negli ultimi mesi e adesso che li avevo lì non li volevo intorno.
Mio padre e mia sorella si scambiarono un'occhiata preoccupata, ma poi acconsentirono. Così nel giro di qualche minuto, il tempo di un altro paio di bocconi, mi congedai da loro e raggiunsi le stalle.

"Ehi principessa, dove credi di andare?" mi disse Jon dopo avermi raggiunto alle stalle.

"Te l'ho detto, a fare una cavalcata"

"Bene, allora vengo con te"

Non ebbi il tempo di ribattere che lui era già salito in groppa al suo cavallo.

-Certo che è veramente testardo quando ci si mette! E cosa posso dirgli io? Scusa non ti voglio perché non voglio che tu mi veda fragile e vulnerabile? Ma per favore...-

Così iniziammo a cavalcare, diretti al mio solito rifugio, il boschetto della nostra tenuta.

"Eh così, c'è un bosco nel tuo cortile...interessante..." iniziò lui dopo poco.

"Si. Ci vengo spesso. Mi aiuta a pensare" non avevo molta voglia di parlare ma sapevo che lui non avrebbe desistito, così continuai, sperando che non se ne uscisse con una nuova storia come l'ultima volta.
"Sai, è qui che ho sviluppato molte delle mie strategie"

"Ah si?"

"Sì! Ogni volta che sono nel pallone vengo qui e passo per i miei tre stadi. Se trovo una soluzione mi fermo a quello stadio, altrimenti procedo.
All'inizio riuscivo a fermarmi al primo o al secondo. Ma negli ultimi tempi raggiungevo sempre il terzo..."

"Beh, interessante. Perché non me li mostri questi tuoi stadi?!"

Decisi di assecondarlo, non che avessi molta scelta.
Per prima cosa lo condussi ad un piccolo stagno e scesi da cavallo.
"Questo è relax, il primo stadio. In genere vengo qui e mi rilasso, sento il canto degli uccelli, metto i piedi a mollo nell'acqua..." neanche il tempo di finire la frase che lui si stava già togliendo gli stivali per sedersi sulla riva.

"Ti unisci a me?" mi chiese, porgendomi la mano per aiutarmi a sedere. Mano che io accettai con un leggero sorriso.

Restammo lì coi piedi a mollo per qualche minuto, seduti l'uno accanto all'altra. Ad un certo punto le nostre dita si sfiorarono. Non so se sono stata io ad avvicinarmi a lui o lui ad avvicinarsi a me, so solo che quel tocco in quel momento era tutto ciò di cui avevo bisogno e tutto ciò che mi era vietato.
Ci voltammo ma prima che potessimo procedere nel nostro solito errore io mi alzai in piedi
"No!" gli dissi "Te l'ho già detto. NO! Non possiamo Jon. Non farmi questo"

"Farti cosa, esattamente?" domandò lui con un leggero sentore di rabbia in gola, a quanto pare questo giochetto lo stava stancando.

"Questo! Starmi vicino, farmi sentire così bene per poi lasciarmi precipitare in un baratro! È troppo per me" dissi, sentendomi gli occhi inumidirsi.

Lui si avvicinò con gli occhi carichi di dolcezza e mi disse con voce calda "Perché mai dovrei lasciarti precipitare in un baratro?"

"Perché è così che la gente fa! Prima ti fa sentire come se potessi toccare le stelle con un dito e poi, quando finalmente stai per raggiungerle, se ne vanno, lasciandoti da sola..."

Due cuori sotto scaccoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora