Capitolo 29

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Sono passati ormai quattro giorni da quando Jon è partito e ancora non ho nessuna sua notizia. Non so se è un bene o un male e la cosa mi uccide. In sua assenza procedo col piano che abbiamo redatto, facendo giusto qualche aggiustamento, ma nulla di epocale.

-Potrei raggiungerlo, solo per vedere come sta…Però lui mi ha detto di restare qui e di mandare avanti la baracca…Forse solo un saluto veloce…No, nono Helena, hai promesso che saresti rimasta qui e qui resterai!-

"Principessa!" disse la voce di uno dei miei soldati che in quel momento era entrato nella mia tenda, risvegliandomi dai miei pensieri e facendomi tornare coi piedi per terra.
"Ci sono delle novità…Grandi novità!" mi confidò attirando così la mia attenzione.

Mi alzai in piedi e lo seguii attraverso il campo, fino a raggiungere uno strano messaggero a cavallo. Palesemente era uno degli uomini di Eredan con un biglietto del suo capo per me. Lo presi e lo lessi in fretta. A quanto pareva, voleva incontrarmi in campo aperto, da soli, per discutere i trattati di pace. 
Chissà perché ma non mi fidavo di lui…
Rimandai indietro il suo messaggero dicendogli che accettavo l'incontro, ma non gli dissi che non avevo alcuna intenzione di presentarmi da sola.

Non avevo tempo di informare Jon, il nostro nemico adorava metterci fretta nelle nostre decisioni.

All'incontro arrivai con tre uomini fidati al mio fianco, armata di tutto punto, mentre uno squadrone di arcieri ci copriva le spalle da lontano e altrettanti cavalieri erano pronti ad intervenire immediatamente.
Eredan invece si presentò da solo e come primo gesto gettò la sua spada, quella che mi aveva puntato alla gola al ballo, ai miei piedi.

-Qual è il suo gioco? Dove vuole arrivare? Intende veramente arrendersi così o ha qualche asso nella manica? Deve essere un asso importante per fare una mossa del genere…-

"Pensavo di averti detto di venire da sola" grugnì lui non appena ci mettemmo a sedere.

"L'hai fatto. Ma non ti ho dato retta. Dopotutto non sei famoso per la tua onestà" incalzai io. Non avevo intenzione di farmi mettere i piedi in testa.
"Ebbene, siamo giunti alla fine di questa nostra guerra. Ti arrendi, dunque?!" continuai io.

"Oh, no principessa. Credo che tu abbia frainteso" rispose lui con un sorriso malvagio stampato in volto.
"Non siamo qui per definire la mia resa, ma la tua!" 

"Come, prego? Perché mai dovrei arrendermi? Sto vincendo, il mio esercito sta sovrastando il tuo. Non hai più vie di scampo. È finita!"
-Dove voleva andare a parare?-

Tutt’a un tratto mi caddero gli occhi sulle sue mani. Stava giocando con un ciondolo e voleva che lo notassi.
-Non è possibile…- i miei occhi si spalancarono a quella vista

"Vedo che ti piace il mio nuovo giocattolo, principessa. Tieni, te ne faccio dono" disse lanciandomela.

-...la mia collana!-

Stavo entrando nel panico. Ecco qual era la sua arma segreta. Ecco perché era così calmo e sicuro di sé. Aveva catturato Jon!

-Stai calma, Hel. Mantieni il controllo! Sei in vantaggio…sei in vantaggio…sei…-

“Allora? Cosa intendi fare?!” domandò lui con un ghigno. Si stava divertendo un po’ troppo per i miei gusti. Gli altri uomini al mio fianco non avevano compreso la complessità della situazione e mi guardavano interrogativi.

-Già, cosa intendo fare?! Sacrificare Jon per salvare i nostri regni, o distruggere l’eredità di mio padre per non perdere il mio amore?-

Avevo pochi secondi per prendere una decisione. In ogni caso avrei perso qualcosa, la domanda ora era quanto ero disposta a perdere? Per la prima volta lasciai la mia mente libera di vagare, di fare tutte le connessioni di cui era in grado, senza provare a limitarla.
Il tempo di un battito di ciglia sembrò durare un’eternità, finché non aprii bocca ed esclamai “Va bene, d’accordo. Hai vinto!”

Due cuori sotto scaccoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora