Capitolo 32

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Rimasi al capezzale di Jon per un paio di giorni. Mio padre e mia sorella si erano stabiliti nella nostra tenda e si aspettavano una mia spiegazione. Io però avevo cose più importanti da fare.

"Buongiorno, principessa" furono le prime parole che mi rivolse il mio Jon. In tutta risposta mi chinai su di lui e iniziai a baciarlo e baciarlo e baciarlo, non mi sarei mai stancata di quelle sue labbra.

"C…credevo di…di averti…" balbettai mentre mi staccavo per lasciarlo respirare, con le mie solite lacrime che scendevano a fiumi.

-Possibile che io prendo sempre in giro Layla per il suo essere emotiva e poi, con quest'uomo, sono sempre lì che piango?! A quanto pare siamo più simili di quanto pensassi io e mia sorella-

"Ti avevo detto che non ti avrei mai abbandonata" rispose lui con un sorriso, mettendo fine alle mie sofferenze.
Dopo un breve momento passato con le sue mani poggiate sulle mie guance mi ricordai della mia famiglia che attendeva ancora una risposta. Così mi congedai da Jon e a fatica li raggiunsi.

"Si è svegliato!" fu la prima cosa che dissi loro entrando.

"Bene, grazie al cielo!"
"Ora…ci puoi raccontare cosa è successo?"

Presi posto sulla prima sedia che trovai, non volevo darlo a vedere ma nonostante le cure la gamba mi faceva molto male. Gli raccontai tutta la storia per filo e per segno, del rapimento di Jon, del mio piano, dell'attacco vero e proprio…della morte di Eredan. Provai a tralasciare i dettagli più violenti ma la cosa non riuscì molto bene.

"Ok, capisco. L'unica cosa che non comprendo è come hai capito che Jon era stato rapito? Hai detto che Eredan non ti aveva detto nulla esplicitamente…" chiese mia sorella, fin troppo curiosa.

"Beh, ecco…avevo dato a Jon una cosa prima che partisse e…lui la teneva in mano, così…"

"Si ma cos'era? Insomma, doveva essere qualcosa di particolarmente distintivo"

"Era…era…la mia collana…" dissi abbassando la testa

"La tua collana? Intendi la collana della mamma? Quella che non ti togli mai? Quella collana?!"

"Si, quella collana, proprio quella!"

Durante tutta la conversazione nostro padre era rimasto in silenzio ad osservarci, ma anche lui aveva capito le implicazioni del mio gesto. Ormai non aveva più senso nasconderlo.

"Papà, io lo amo!"

-Finalmente!! C'è l'ho fatta!-
Era la prima volta che pronunciavo apertamente queste tre parole, non le avevo mai dette nemmeno a lui.

"E io amo te, Helena!" disse la solita calda voce alle mie spalle, facendomi sobbalzare.

"Che…che cosa ci fai tu qui?! Dovresti essere in infermeria! Sei ferito e…e…" gli dissi dopo essermi alzata di scatto dalla sedia, provocandomi un gran dolore alla gamba. Dolore che fu subito attenuato da un bacio, profondo e passionale che interruppe la frase che stavo pronunciando.

"Eh ehm…" fece mia sorella.

-Oh cavoli, mi ero scordata di loro-

Ci staccammo da quel bacio leggermente imbarazzati ma comunque molto desiderosi di un bis.

"Bene, bene, bene. Cosa dovrei fare dunque io con voi?" chiese mio padre alzandosi dalla sua sedia. Aveva un tono nuovo, un tono a metà tra il divertito e il serio.
"Vediamo…potrei vietare questi comportamenti libertini da qui all'avvenire, dopotutto lui è il principe di un regno rivale…"

-Esattamente ciò che temevo-

"…oppure…"

-C'è un oppure?!-

"...Potrei proporre una pace durevole e duratura…Qualche consiglio?" disse passeggiandoci intorno nel piccolo spazio a sua disposizione in quella tenda. Sapevo esattamente quale soluzione avrei preferito, ma non avevo intenzione di fare la prima mossa, l'aveva già fatta mio padre per me, ora spettava a Jon muovere.

"Signore…" iniziò Jon subito dopo
"Le chiederei il permesso ma sappiamo entrambi che questa donna non è come le altre e che farà solamente ciò che lei stessa vuole fare. Quindi, se mi permettete, lo chiederò direttamente a lei…" mio padre accennò un sì di consenso con la testa in risposta alla sua richiesta. Era tutto ciò di cui avevamo bisogno!
"Helena, mi vuoi sposare?"

Per un attimo rimasi pietrificata dallo stupore. La testa aveva bisogno di tempo per elaborare, ma il cuore prese il sopravvento e rispose…
"SÌ! Sisisisi e mille volte sì!" dissi, gettandomi nuovamente tra le sue braccia che riuscirono a stento a tenerci in piedi.

Due cuori sotto scaccoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora