3 Astrea

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Non chiudevo occhio ormai da tre giorni, dal quel pomeriggio nella mia testa continuava a rimbombare la sua voce;
Come conosceva il mio nome, ma soprattutto come faceva ad essere ancora vivo, ero certa di averlo ucciso mesi fa.

Avevo anche perso la collana che mia madre mi aveva regalato, era un cimelio di famiglia e me ne accorsi quando ormai ero troppo lontana
Era l'unica cosa che mi rimaneva di lei.

Mille domande a cui non ero in grado di dare una risposta cominciarono a comparire nella mia mente, facendo riemergere ricordi al quanto spiacevoli.
L'unico modo che avevo per distrarmi era volare.
Fin da piccola, quando mio padre mi insegnò a cavalcare il mio primo ikran, volare divenne la mia valvola di sfogo.
Volare mi ha sempre dato l'opportunità di esplorare nuovi luoghi, la cosa mi piaceva molto e sicuramente mi venne trasmessa da mio padre;
Ha sempre amato viaggiare e scoprire nuovi posti, ed è stata proprio questa sua passione a portarlo fino a mia madre.

Senza neanche doverlo chiamare arrivò Mye, è così che chiamai il mio Ikran, è con lui che ho incominciato a volare e per questo siamo molto legati;
A breve sarebbe incominciata l'alba e non avrei pensato a un momento migliore.
Dopo vario tempo che volavamo arrivammo in un luogo meraviglioso, di così particolari non ne avevo ancora visti: una serie di catene montuose fluttuanti racchiudevano piccole foreste;
Lo spazio era enorme ed era perfetto per volare, così mi lasciai andare alla spensieratezza
Era da molto che non provavo sensazioni simili, mi sentivo leggera... libera.

L'alba cominciò così decisi di fermarmi in uno dei monti fluttuanti per ammirare il paesaggio lasciando Mye libero, anche lui aveva bisogno di un momento di svago.
Mi misi seduta e iniziai ad osservare il cielo e le nuvole tingersi di rosa.
Dopo non molto iniziai a percepire una presenza, come se qualcuno mi stesse osservando, e non so per quale motivo d'istinto il mio sguardo si volto verso sinistra.

Lo rividi, era lui, il ragazzo che mi aveva salvata l'atro giorno.
I nostri occhi si incrociarono nuovamente, questa volta però non distolsi lo sguardo ma mantenni il contatto visivo
La luce delicata del mattino mi permise di vederlo con chiarezza: i capelli intrecciati gli arrivavano alle spalle, il suo viso era quello di un giovane uomo però i suoi lineamenti erano decisi, sembrava scolpito, e il tutto si armonizzava perfettamente ai suoi occhi gialli.
Rimanemmo immobili per diversi secondi, senza dire ne fare nulla, fin quando lui non accennò un sorriso, dall'imbarazzo mi alzai e lui fece lo stesso, la sua espressione però era cambiata, sembrava volermi dire qualcosa

Presa dal panico chiamai Mye, salii e me ne andai, però non servì a molto perchè anche il Na'Vi prese il suo Ikran e iniziò a seguirmi.
Iniziai a volare velocemente verso la foresta, passando attraverso le parti più ostili della montagna cercando di seminarlo, ma a quanto pare lo sottovalutai
Era molto abile e si muoveva con facilità, infatti di lì a poco mi raggiunse mantenendosi però distante, come per farmi capire che non aveva cattive intenzioni

"fermati ti prego! Non voglio farti del male!" disse in modo sincero;
La sua voce era come me la immaginavo: forte e decisa ma allo stesso tempo rassicurante.

Non so per quale motivo non avevo paura di lui, ma rimanere lì mi avrebbe portata a delle conseguenze irreparabili, così non diedi importanza alle sue parole e scesi in picchiata

"Astrea ferma!"

Sentendolo pronunciare il mio nome un brivido mi percorse la schiena, probabilmente lo sentì quando Quaritch mi nominò nella foresta.
Mi voltai e vidi che si era fermato, così lo feci anche io, adesso eravamo più distanti

"scusami" gli dissi quasi sussurrando guardandolo dritto negli occhi, questa volta però per davvero

I suoi occhi mi parlavano: mi sentii attratta come lo sono le creature al canto delle sirene;
Riuscii a percepire una nota di sconforto nel suo sguardo.
Iniziai a sentirmi strana, il cuore mi batteva forte e la pelle cominciò a bruciarmi

Per paura di quello che sarebbe potuto succedere me ne andai, però non mi seguì, rimase fermo dove era senza mai staccare gli occhi dal mio corpo.
Se fossi rimasta magari il suo clan mi avrebbe catturata, o magari mi credevano un nemico e mi avrebbero uccisa,
Ma non era solo per quello.
...Quella sensazione mi riportava a ricordi troppo dolorosi, a quando ancora ricordavo cosa significava amare.

MIPA TÌREYTI| NeteyamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora