12 Neteyam

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Avevo appena finito l'allenamento.
Ero un po' giù di morale, Astrea sembrava essere a suo agio finché non è corsa via.
Iniziai a pensare che il problema fossi io.

Era mezzogiorno così io e i miei fratelli ci incamminammo alla nostra capanna per pranzare.
Finito di mangiare uscirono tutti, mio padre per allenarsi e gli altri per fare altro, rimanemmo solo io e mia madre.
Da un po' non passavo del tempo con lei e dato che non ero dell'umore migliore per fare attività particolari decisi di aiutarla nel creare dei cesti con il bambù:

"hai bisogno di una mano madre?"

"oh tesoro, non serve, va a divertirti con gli altri" mi disse sorridendo

"preferisco restare qui"

"va bene, tieni questi" mi passò dei nastri spessì di bambù che iniziai a intrecciare, da piccolo la aiutavo sempre in questo tipo di lavoretti, era un modo per stare insieme.

"è successo qualcosa stamani all'allenamento? Ti vedo giù di morale" disse avvicinandosi e mettendosi al mio fianco, non le sfuggiva mai nulla

"no no, l'allenamento è andato molto bene"

"e allora cos'è che ti turba, lo sai che puoi dirmi tutto"

"... in questi giorni sto conoscendo Astrea, inizialmente lo ho fatto perché so quanto papà voglia parlargli per sapere se sa qualcosa su Quaritch, ma ora è diverso: sento di volerla conoscere davvero, per quello che è, e la sola idea che possa sospettare che io lo faccia perché mi è stato dato un ordine o che addirittura la voglia sfruttare per delle informazioni mi tormenta"

"o tesoro... lascia perdere ciò che ti ha detto tuo padre, ora siamo lontani da quel demone e dalla sua sete di vendetta, e per quanto io voglia combattere e ucciderlo abbiamo chiuso con la guerra; certo, non posso negarti che se davvero Astrea avesse delle informazioni da darci potrebbero essere importanti per il futuro, ma sono certa che tuo padre capirebbe sicuramente quello che provi e ti direbbe di seguire il tuo cuore, e poi se ciò che desideri davvero è conoscerla magari una volta che ci hai fatto amicizia un giorno te lo dirà lei di sua spontanea volontà. Sei ancora giovane Neteyam, segui il tuo cuore e non gli ordini che ti vengono dati"

"grazie madre, ti voglio bene"

"anche io ti voglio bene, vieni qui" mi abbracciò dolcemente dandomi poi un bacio sulla testa

Poi riprese a tessere il cesto che aveva iniziato e io feci lo stesso.

"allora... come è questa ragazza? È carina?"

"mamma!"

"dai Neteyam non fare il finto tonto con me, ti si legge in faccia che ti piace"

"non è che mi piace, mi farebbe piacere conoscerla, tutto qui!"

"mh convinto te, sei diventato tutto rosso"

"oiiiii... penso che sia carina ok?"

"lo sapevo! E non ti preoccupare, questa cosa rimarrà tra di noi" Disse facendomi l'occhiolino con fare soddisfatto.

_____
Ero seduto con le gambe a penzoloni sopra all'acqua e guardavo il tramonto.
Ad un tratto sentii dei passi accanto a me, mi voltai e mio padre che mi si sedette accanto:

"ei grande guerriero, ti vedo pensieroso, cosa succede?"

"te lo ha detto la mamma vero?"

Si girò verso di me mettendomi una mano sulla spalla:
"non voglio che un mia stupida richiesta debba farti sentire sotto pressione, Quaritch era la nostra minaccia più grande ma ora non lo è più, qui non ci troveranno e tutto sommato non ho bisogno a tutti i costi di farle l'interrogatorio, magari poi alla fine non ha niente da dirci, non devi temere di deludermi io non sarò mai deluso da te figliolo"

"non ti ha detto nient'altro...?"

"no, perchè c'è dell'altro?"

Feci un piccolo sospiro di sollievo, non lo aveva detto.
"no niente, grazie papà" sorrisi, ero felice che mi avesse compreso.

Ad un tratto sbucò dietro di noi Tuk:
"come mai oggi sei rimasto nella capanna?" Mi chiese con il broncio

"ero stanco, perchè ti sono macato?"

"in realtà si, senza di te mi sono annoiata un saccooooo, Lo'ak era occupato con la sua ragazza, Kiri se ne stava a fissare i pesci, con Aonung e Rotxo non ci sarei stata nemmeno se mamma mi avesse dato delle nuove perline per le mie collane quindi mi sono messa a cercare le conchiglie da sola"

"cavolo, deve essere stato molto noioso, come posso rimediare?"

"domani mi aiuti a cercare altre conchiglie"

"ok va bene ma non farci l'abitudine"

Mio padre nel mentre ci osservava divertito e qualche volta gli scappava una risata.

_____
Il giorno dopo io e mio padre eravamo seduti sul molo che preparavamo delle lance.
Oggi non avevo visto nemmeno una volta Astrea, chissà che fine aveva fatto.

"NETEYAM VIENI DOBBIAMO ANDARE AL FALÒ!" Sentii urlare in lontananza da Lo'ak che mi aspettava con Tuk kiri Aonung e Rotxo.

"Dai vai, ci vediamo dopo finisco io qui" mi disse spettinandomi con una mano le treccine, così mi alzai e li raggiunsi.

"Neteyam muoviti, ho fame!" disse Tuk prendendomi per la mano e trascinandomi

"ok ok ma non correre"

Come sempre eravamo io, i miei fratelli, Tsireya, Aonung e Rotxo; mi chiedevo se mai un giorno Astrea si sarebbe unità a noi, e come non detto arrivammo al falò che c'erano Tsireya e Astrea che parlavano tranquillamente.
Tuk si staccò velocemente da me precipitandosi su Astrea, sorrise in modo sincero e questo mi rese stupito.
Non so per quale motivo ma a Tuk piaceva da morire Astrea, infatti si mise accanto a lei e io mi misi al suo fianco.

La guardai con aria sorpresa.
Lei si voltò verso di me, le sorrisi come saluto e lei ricambiò; sembrava un'altra persona, non l'avevo mai vista così serena.

Ogni sera mentre si aspettava il cibo si decideva che attività fare il giorno dopo, questa volta fu Tsireya a proporne una:
"avevo pensato per domani di andare ad esercitarci nel trucco da guerra, nostra madre ci ha detto che qualche giorno fa Astrea ha fatto delle nuove pitture fantastiche ed ha detto che ne sono avanzate alcune, quindi possiamo farci quello che vogliamo" disse Tsireya guardando Astrea.

Tutti commentammo positivamente la proposta, notai che Astrea si limitò solo a sorridere.

"ci sarai anche tu Astrea vero? Voglio che mi trucchi te" domandò Tuk

"si dai vieni anche te" disse poi Kiri

"si dai Astrea" disse poi Lo'ak seguito da altri incitamenti

"ci farebbe molto piacere" dissi porgendo la frase al plurale, anche se era più un pensiero soggettivo.

Rimase sorpresa a quelle richieste, sembrò felice:
"in realtà dovrei studiare... però va bene, ci sarò"

A quelle parole sorrisi, forse ora si fidava di noi e l'idea che potessi conoscerla meglio mi esaltava.
Tuk felice la abbracciò e Astrea fece lo stesso.
Vederla così sorpresa per un semplice abbraccio era strano, sembrò come se non fosse abituata a tutto questo affetto.

Le posai una mano sulla spalla per confortarla, per farle capire che ero contento che lei fosse con noi, e vederla sorridermi mentre mi guardava negli occhi mi riempì il cuore.
Ero felice di vederla felice.

MIPA TÌREYTI| NeteyamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora