Oggi sarebbe stato il giorno in cui una parte di me sarebbe cambiata.
Ormai era un mese che ero qui, ancora non avevo avuto la forza di rivederli, di risentire la loro voce, di risentire il loro amore, ma oggi decisi che dovevo farmi avanti.
Mi avviai verso l'albero delle anime, la strada me la ricordavo ancora, ci andavo da piccola con la mamma per vedere la nonna.
Avevo chiesto il permesso a mio zio dato che l'albero non era molto vicino alla spiaggia e poteva essere pericoloso.Una volta arrivata iniziai a provare emozioni contrastanti, gioia per essere tornata in un posto così tanto a me caro, tristezza per quello che sarebbe potuto succedere.
Presi coraggio e mi avvicinai.
La luce che illuminava l'acqua e rendeva tutto più magico, come me lo ricordavo.
Presi la mia treccia, feci un grande sospiro e creai un contatto tra me e Eywa, poi il buio.Mi ritrovai in uno spazio completamente bianco, vuoto, senza una anima
Iniziai a camminare fin quando più lontano da me non vidi due figure
Erano loro
I miei occhi iniziarono a riempirsi di lacrime e iniziai a correre
Mamma e papà aprirono le loro braccia per accogliermi in un caloroso abbraccio, uno di quelli che solo loro erano in grado di darmi"figlia mia..." dice mia madre con un dolce sorriso
"mi siete mancati tanto" dissi singhiozzando
"non piangere, sai che non ci piace quando sei triste, ci piaci quando sei sorridente" dice mio padre dandomi una carezza
"siamo molto fieri di te, sei diventata una giovane donna e hai affrontato tanti ostacoli, ci hai resi estremamente orgogliosi"
"e siamo contenti che tu stia bene e che sia tornata qui a casa, dal tuo popolo" continua mia madre
"cosa dovrei fare ora, non trovo un motivo per andare avanti, per vivere!" quasi urlo ma la mia voce è tronca per il pianto
"non dire così, devi vivere la tua vita Astrea... vivi, combatti, innamorati"
"non ce la faccio"
"e invece ce la farai, segui il tuo istinto, segui il tuo cuore" dice mia madre prendendomi le mani
"ti vogliamo bene Astrea" dicono i miei genitori mentre le loro figure iniziano a scomparire
Non urlo, non piango, rimango li immobile a osservarli andare via.
Un secondo dopo mi trovo nuovamente davanti all'albero delle anime.
Mentre nuoto per tornare alla mia capanna ripenso a cosa mi hanno detto i miei genitori:
'vivi, combatti, innamorati'
'segui il tuo cuore'_____
Ero diretta alla mia capanna;
Camminavo nella riva e in lontananza vidi della confusione, molti Na'vi si muovevano in modo agitato per il villaggio.
Non ci diedi molto peso e continuai a camminare finché non arrivò Ronal:"come è andata" mi chiede dolcemente
"bene, sono contenta di esserci riuscita"
"sono così fiera di te nipote mia" dice abbracciandomi "tua madre sarebbe fiera di te"
Ronal era mia zia, la sorella di mia madre, che quando venni salvata dalla tempesta da quella grande figura che era il suo Tulkun, la sua sorella dello spirito, non mi lasciò sola un attimo, mi fece così tanti controlli che ormai ne avevo perso il conto.
"ti vedo turbata, è successo qualcosa?" dico riferendomi al caos generale
Aveva un'aria diversa dal solito, è sempre stata una donna dura e rispettosa delle regole, e anche se con me e Tsireya è sempre stata molto dolce era facile capire quando qualcosa non andava.
A quella domanda la sua espressione cambiò:
"non ho intenzione di tirare fuori il discorso, te ne parlerò meglio dopo, più tardi vai nella nostra capanna e prepara le piante per le medicazioni con Tsireya" e se ne andò dandomi una carezza rapida.Prima del tramonto andai, insieme a Tsireya dovevo preparare tutte le erbe e le piante mediche per le medicazioni dell'esercito.
Ormai io avevo 15 anni, l'età in cui si decide che mestiere praticare nella propria vita.
Mia madre come Ronal praticava la medicazione e i rituali medici, per questo Ronal da quando sono qui ha sempre insistito che io praticassi l'arte della medicazione essendo la Tsahik del villaggio.
Mi è sempre piaciuto però avevo sempre voluto praticare il combattimento, così in via eccezionale Tonowari mi permise di praticare entrambi, infatti passavo tutte le mie giornate a studiare e esercitarmi.
Qui potevo solo studiare il combattimento del mare, quindi mi limitavo ad essere autodidatta per il combattimento della foresta, che mi venne insegnato da mio padre.Entrai nella capanna ma Tsireya non c'era.
Tsireya è un anno più piccola di me, Ronal mi ha dato il compito di insegnargli le basi dato che ho appreso velocemente, una sorta di preparazione per il prossimo anno.
Ho un rapporto speciale con lei, siamo come sorelle.Non avevo tempo da prendere quindi iniziai a sezionare tutte le piante, notai che però mi mancavano le foglie di eucalipto, servivano per curare gli attacchi di asma.
Fuori dalla capanna intravidi Tsireya così mi affacciai per chiederle il favore di procurarmela:"Tsireya mi potresti procurare delle fogl-" venni bloccata
Non potevo credere ai miei occhi, ero nella merda.
"e lei è Astrea!" dice Tsireya a loro, ai Na'vi che salvai nella foresta, a quel ragazzo:
Neteyam.
STAI LEGGENDO
MIPA TÌREYTI| Neteyam
FanfictionAstrea Void è una Na'vi diversa dagli altri: nel suo sangue scorreva il dna del padre Tanay Void, del popolo degli omatikaya, e della madre Omeway, dei metkayina. Il nome le venne dato dalla madre: "Astrea" deriva dalla dea vergine dell'innocenza e...