5 Astrea

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Dovevo andarmene, non era più sicuro rimanere lì.
Probabilmente mi avrebbero cercata dopo che quel Na'Vi mi aveva rivista, dato che non ero della loro specie, o perlomeno non del tutto, ero diversa ai loro occhi e non mi avrebbero fatta passare inosservata.

Iniziai a preparare tutto il necessario per andarmene, a partire dal cibo fino alle armi in caso di emergenza.
Da un po' mi passava per la mente di tornare nella terra dove ero nata, dove tutto era cominciato: la mia amata terra dei Metkayina.
Era lì che mio padre conobbe mia madre, dove si innamorarono e dove poi sono nata.
Sono molto affezionata alla mia terra natale, e poi ammetto che mi manca molto: mi manca addormentarmi cullata dal dolce suono delle onde, cavalcare gli ilu, andare nelle piccole spiagge che circondavano il villaggio per osservare le stelle, studiare i coralli e gli animali del mare, collezionare conchiglie con cui creare gioielli, festeggiare l'arrivo delle nostre sorelle e fratelli tulkun, mi manca tutto.

Avevo deciso, quella sarebbe stata la mia destinazione.

_____
Partii poco prima dell'alba per assicurarmi di non incontrare nessuno.
Per arrivare ci avrei messo qualche giorno e avrei dovuto fare diverse soste.
Per orientarmi utilizzai il sole e le stelle, mia madre me lo spiegò quando ero piccola perché aveva sempre pensato che mi sarebbe rimasto utile, e non si sbagliò.

Ero ormai in volo da molte ore, avevamo fatto giusto qualche breve sosta perché Mye era esausto, e a dirla tutta lo ero pure io, ma la speranza di tornare a casa cresceva sempre di più.
Eravamo sopra il mare e intorno a noi non c'era nulla, risentire il suo suono, il suo odore mi aveva fatta sentire a casa.

Stava andando tutto fin troppo bene finché non iniziai a percepire Mye nervoso;
Solitamente lui è sempre molto calmo, se si agita vuol dire che qualcosa non sta andando per il verso giusto.
Iniziai a guardarmi intorno cercando di capire cosa non andasse, la cosa mi metteva ansia perché Mye agitato non significa niente di buono.

Continuammo a volare finché non ci addentrammo in una tempesta, non era la rima volta che mi capitava ma questa era molto più forte delle altre.
Iniziarono a cadere i primi fulmini e cercammo di schivarli ma Mye andò nel panico e un fulmine gli colpì l'ala, perdemmo il controllo e cademmo nell'acqua.
Le onde saranno state alte 3 metri e ormai avevo perso Mye.
Cercai con tutte le forze di trovarlo ma non potevo fare più nulla.

Non ero più abituata a stare in apnea, iniziai a sentire il respiro pesante e i muscoli contratti, riuscivo a malapena a stare a galla e spesso venivo spazzata via dalla corrente.
Non riuscivo più a tornare in superficie, non avevo più le forze.

Mi arresi, lasciai che il buio dell'oceano mi inglobasse.
Ormai avevo perso tutto quello che era importante per me, che senso aveva continuare a lottare per vivere?
Iniziai a sentire l'acqua salata entrare nei polmoni e la vista offuscarsi, ero pronta ad essere accolta dalla grande madre.

Prima di chiudere gli occhi una grande figura si avvicinò a me, ma non ebbi il tempo di capire cos'era che persi i sensi e le tenebre mi accolsero.

_____
La testa mi girava, vedevo tutto sfocato.
Mi sentivo la gola bruciare, come se avessi appena bevuti litri e litri di acqua salata.
Non appena iniziai a vedere più chiaramente capii che non ero in viaggio.

Mi alzai di scatto ma delle mani mi fermarono dolcemente:
"non ti agitare Astrea, adesso sei al sicuro" disse una voce familiare

Girai la testa verso le due persone al mio fianco e non appena capii chi erano un sorriso si stampò nelle mie labbra: erano Ronal e Tonowari.

MIPA TÌREYTI| NeteyamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora