Dovevo andarmene, non era più sicuro rimanere lì.
Probabilmente mi avrebbero cercata dopo che quel Na'Vi mi aveva rivista, dato che non ero della loro specie, o perlomeno non del tutto, ero diversa ai loro occhi e non mi avrebbero fatta passare inosservata.Iniziai a preparare tutto il necessario per andarmene, a partire dal cibo fino alle armi in caso di emergenza.
Da un po' mi passava per la mente di tornare nella terra dove ero nata, dove tutto era cominciato: la mia amata terra dei Metkayina.
Era lì che mio padre conobbe mia madre, dove si innamorarono e dove poi sono nata.
Sono molto affezionata alla mia terra natale, e poi ammetto che mi manca molto: mi manca addormentarmi cullata dal dolce suono delle onde, cavalcare gli ilu, andare nelle piccole spiagge che circondavano il villaggio per osservare le stelle, studiare i coralli e gli animali del mare, collezionare conchiglie con cui creare gioielli, festeggiare l'arrivo delle nostre sorelle e fratelli tulkun, mi manca tutto.Avevo deciso, quella sarebbe stata la mia destinazione.
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Partii poco prima dell'alba per assicurarmi di non incontrare nessuno.
Per arrivare ci avrei messo qualche giorno e avrei dovuto fare diverse soste.
Per orientarmi utilizzai il sole e le stelle, mia madre me lo spiegò quando ero piccola perché aveva sempre pensato che mi sarebbe rimasto utile, e non si sbagliò.Ero ormai in volo da molte ore, avevamo fatto giusto qualche breve sosta perché Mye era esausto, e a dirla tutta lo ero pure io, ma la speranza di tornare a casa cresceva sempre di più.
Eravamo sopra il mare e intorno a noi non c'era nulla, risentire il suo suono, il suo odore mi aveva fatta sentire a casa.Stava andando tutto fin troppo bene finché non iniziai a percepire Mye nervoso;
Solitamente lui è sempre molto calmo, se si agita vuol dire che qualcosa non sta andando per il verso giusto.
Iniziai a guardarmi intorno cercando di capire cosa non andasse, la cosa mi metteva ansia perché Mye agitato non significa niente di buono.Continuammo a volare finché non ci addentrammo in una tempesta, non era la rima volta che mi capitava ma questa era molto più forte delle altre.
Iniziarono a cadere i primi fulmini e cercammo di schivarli ma Mye andò nel panico e un fulmine gli colpì l'ala, perdemmo il controllo e cademmo nell'acqua.
Le onde saranno state alte 3 metri e ormai avevo perso Mye.
Cercai con tutte le forze di trovarlo ma non potevo fare più nulla.Non ero più abituata a stare in apnea, iniziai a sentire il respiro pesante e i muscoli contratti, riuscivo a malapena a stare a galla e spesso venivo spazzata via dalla corrente.
Non riuscivo più a tornare in superficie, non avevo più le forze.Mi arresi, lasciai che il buio dell'oceano mi inglobasse.
Ormai avevo perso tutto quello che era importante per me, che senso aveva continuare a lottare per vivere?
Iniziai a sentire l'acqua salata entrare nei polmoni e la vista offuscarsi, ero pronta ad essere accolta dalla grande madre.Prima di chiudere gli occhi una grande figura si avvicinò a me, ma non ebbi il tempo di capire cos'era che persi i sensi e le tenebre mi accolsero.
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La testa mi girava, vedevo tutto sfocato.
Mi sentivo la gola bruciare, come se avessi appena bevuti litri e litri di acqua salata.
Non appena iniziai a vedere più chiaramente capii che non ero in viaggio.Mi alzai di scatto ma delle mani mi fermarono dolcemente:
"non ti agitare Astrea, adesso sei al sicuro" disse una voce familiareGirai la testa verso le due persone al mio fianco e non appena capii chi erano un sorriso si stampò nelle mie labbra: erano Ronal e Tonowari.
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MIPA TÌREYTI| Neteyam
FanficAstrea Void è una Na'vi diversa dagli altri: nel suo sangue scorreva il dna del padre Tanay Void, del popolo degli omatikaya, e della madre Omeway, dei metkayina. Il nome le venne dato dalla madre: "Astrea" deriva dalla dea vergine dell'innocenza e...