CAPITOLO 12
Il buio era calato sulla città e Harper tentava di ricollegare i pezzi che aveva raccolto, illuminata dalla luce fioca del fuoco che scoppiettava nel camino.
Le vittime erano tre e ai principali sospettati non sfuggivano emozioni che le permettessero di credere che uno di loro fosse il reale assassino.
William per lei era il maggior sospettato dopo le conversazioni che avevano avuto luogo quel pomeriggio.
Nella stanza sembrava non mancare nulla, quindi non si poteva trattare di furto, qualcuno aveva mandato alla vittima delle minacce e ora era morto anche Thomas.
Il compito di Harper ora più che mai era quello di sventare una imminente, quarta morte.
E ci sarebbe riuscita.
***
L’alba arrivò presto e l’investigatrice si diresse verso casa Lee per continuare le sue indagini.
Come sempre, oltre la porta in legno intarsiato, l’attendeva Julia, con i suoi modi gentili e i grandi occhi castani.
-Buongiorno- fece lei, scostandosi per invitarla ad entrare.
-Buongiorno Julia- ricambiò abbozzando un sorriso forzato.
Quando entrò, notò che William era seduto su una delle tante poltrone di velluto rosso disposte nel salotto della villa.
-Devo parlarvi, signor William- iniziò lei in tono diffidente.
-Vi ho riferito tutto ciò che ricordo di quella sera- le rispose l’anziano con tono che non nascondeva la sua irritazione.
-Non proprio tutto a quanto pare- lo sfidò lei.
Il maggiordomo rispose con un tono distratto, quasi come se la sua mente fosse intrappolata in altri pensieri.
-Non vi ho nascosto nulla durante l’interrogatorio- giurò l’uomo con un’aria leggermente delusa.
In tutta risposta Harper si diresse verso la veranda, dove lo aveva interrogato la prima volta.
In modo meccanico lui la seguì, ma il suo sguardo era ancora vuoto e le iridi cerulee ancora prive di emozioni.
Uscirono da una porta finestra che dava sul cortile verdeggiante, ricco di salici piangenti e sempre verdi, rose e gerani di ogni colore.
Si accomodarono su una panchina in legno di betulla che dava le spalle ad un’altissima siepe ricca di minuscoli fiorellini gialli, che assomigliavano a dei girasoli.
William si stirò le pieghe sui pantaloni della divisa e, con sguardo traverso, si mise a fissare la ragazza negli occhi in attesa che parlasse per prima.
Ma dato che questa non diede cenno di aprir bocca, toccò al maggiordomo rompere il silenzio che li circondava.
-Sono veramente spiacente signorina Davidson, ma non ho alcuna informazione da riferirle- disse in tono piatto l’uomo.
Harper non aveva smesso un secondo di fissare l’altro e, come si aspettava, quello nascondeva evidentemente qualcosa che lo stava facendo agitare.
-Lei non si stanca di mentire Signor William?- domandò lei.
-Le ribadisco che non le sto nascondendo nulla- mentì lui.
-Cos’è che non mi vuole dire?- tentò nuovamente Davidson.
Adesso la fronte del maggiordomo aveva iniziato ad ornarsi di piccole goccioline perlacee di sudore freddo.
-E’ inutile William- disse in un solo, lento sussurrò.
Ora il contatto visivo che il maggiordomo aveva a lungo tentato di mantenere era stato spezzato.
Non aveva nulla da nascondere, eppure quella situazione gli faceva perdere il controllo.
-Vi rinfrescherò la memoria,William: la sera della festa non aveva un alibi, è così?- proseguì aumentando il tono della voce in modo graduale, così che gli si scalfissero nella mente.
-Ecco…non è proprio così…- tentò di spiegare l’uomo.
-E quella fatidica sera lei ha incontrato uno dei tanti invitati e lo ha raggiunto accanto alla porta di servizio, ma arrivando dal cortile, è così?- lo provocò di nuovo nella speranza di fargli ammettere la sua colpevolezza.
-Sì certo, ma…- tentò di nuovo.
-Mi spieghi, se lei non è coinvolto in questo omicidio, cosa ci faceva in giardino a quell’ora, con la casa brulicante di persone che lei avrebbe dovuto servire- disse urlando.Tentando di mantenere la calma lui rispose a quella provocazione con voce pacata.
-Non sono tenuto a riferirvi questioni personali, e voi non avete abbastanza prove per arrestarmi-
Fu in quell’esatto momento che Harper notò i mostri che nuotavano nelle sue pupille, nere come l’oscurità più totale, e un sorriso sfacciato comparirgli al posto delle solite smorfie.

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UN COLPO AL CUORE
Mystery / ThrillerLondra 1800. Una festa che si trasforma in una tragedia. Un delitto che sembra non trovare risposta. Una giovane detective che si prepara ad affrontare il caso più complicato di tutta la sua carriera.