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Primo giorno di scuola del mio quinto anno presso il liceo scientifico di Verona.  Ufficialmente ho compiuto 18 anni due giorni fa. Credevo mi sarei sentita più grande, in realtà non è cambiato molto, ho solo acquisito più libertà ed indipendenza per lo stato Italiano. Libertà della quale però fino ad ora non ne ho fatto uso e di fatto dovrei essere considerata un' adulta. Mentre cammino e sono assorta in queste mie riflessioni mi sento chiamare da una voce allegra alle mie spalle
"Adeleee"
Senza girarmi so' già che è Ilaria, una mia cara compagna di classe che come al solito mi travolge con un abbraccio.
Scoppio a ridere e le dico:
" Tu non cambi mai vero? "
" Perché dovrei? Non sono una musona come te...dove arrivo io, arriva anche il sole!"
e mi fa la linguaccia.
So' benissimo che ha ragione, lei è sempre solare e piena di vita a differenza mia, ma faccio spallucce, non posso certo cambiare la mia natura.
" Spiritosa.... Sei pronta per questo nuovo anno?"
Mi guarda assorta
" Lo sai che la professoressa di matematica quest'anno verrà sostituita definitivamente? Pare che arrivi un uomo al suo posto. Speriamo non sia un vecchio stronzo "
" Ilaria, credo che la cosa fondamentale sia la sua bravura e non il fatto che sia vecchio e stronzo...'
" Si certo....parla la secchiona"
Come darle torto, ognuno pensa a ciò che è importante per se stesso.
Siamo ormai giunte a scuola, girato l'angolo della via vediamo distintamente il portone d'ingresso e gran parte della nostra classe già un attesa del suono della prima campanella di questo nuovo anno scolastico 1998.
Stessa aula e il classico frastuono delle seggiole che vengono tirate senza molta grazia dai miei compagni, il rimbombo delle nostre chiacchere e degli abbracci consci del fatto che questo sarà l'ultimo anno insieme.
Mi siedo al mio banco, sempre vicino alla finestra e vicino ad Ilaria.
Ecco il suono della seconda campanella e tutti siamo ai nostri posti, in attesa.
"Buongiorno"
Alla voce del nuovo professore tutta la classe rispondere
"Buongiorno"
" Mi chiamo Marco e quest'anno sarò il vostro professore di matematica.
Purtroppo la vostra professoressa non potrà accompagnarvi in questo ultimo ed importantissimo anno perché è stata trasferita presso un'altra sede. Quindi ci sarò io...."
Lo guardo e non si può dire che sia la bellezza fatta persona, ma c'è qualcosa in lui che lo rende affascinante.
Avrà circa trentacinque anni, capelli neri ed occhi verdi, il suo naso è abbastanza pronunciato, ma non sufficientemente da renderlo sgraziato, quasi che questa caratteristica sia fondamentale per il suo volto.
Rimango assorta a fissare la sua bocca ed è una cosa che di norma non mi capita mai. Vengo riportata in me da Ilaria, che mi dà un calcio sotto il banco e mi accorgo che il professore mi sta chiamando
" Adele "
Mi alzo in piedi di scatto, mentre tutta la classe scoppia a ridere
" Ma bene....siamo ancora a letto signorina?"
Lo dice con un tono quasi severo e mentre sono in piedi i suoi occhi mi scrutano con fare accigliato, come se ciò che sta guardando, ossia la sottoscritta, gli dia di fatto qualche disturbo
" No professore, mi scusi...."
" Mi risulta dai miei colleghi che lei sia la più brava qui dentro, sarà il tempo a parlare, ma mi aspetto almeno più attenzione da parte sua "
Deglutisco, mi sento nuda di fronte a lui, mi rendo conto che se questa è la partenza sarà un anno impegnativo.
" Certo professore "
Vedo una luce attraversare il suo sguardo ed un brivido mi scende lungo la schiena, perché mi sento così indifesa di fronte a quest'uomo?
Torno a sedere mentre completa l'appello e trovo Ilaria girata verso di me che mi fissa
" Che cazzo ti succede? "
" No niente...ero assorta e non mi sono accorta che mi stava chiamando"
" Non è da te, mi hai sempre detto che la prima impressione è fondamentale e poi ti fai trovare impreparata?"
Arrossisco
" Lo so, non so cosa mi sia successo.."
" Non credo tu abbia fatto una buona impressione....ti guardava come se volesse mangiarti"
Ecco appunto, allora non era stata solo una mia sensazione.
Torno a guardarlo e cerco di riprendere il controllo di me stessa, rassicurandomi che quanto accaduto è solo dovuto al fatto che è un nuovo professore e che la novità deve avermi un po' destabilizzato.
L'ora di matematica passa veloce a parte le presentazioni, di fatto non abbiamo fatto lezione, ma prima di lasciarci ci affida i compiti per il giorno successivo con una precisazione
"Signorina Adele, visto che si deve redimere dalla sua disattenzione di oggi, sarà lei domani ad uscire alla lavagna per correggere i compiti"
Annuisco e il mio cuore perde un colpo.
Non c'è nulla che mi deve preoccupare conosco il programma ad occhi chiusi e non sarà certo uno stronzo come lui a mettermi in difficoltà. Aveva ragione Ilaria non è vecchio, ma è stronzo e devo dire che avevo nettamente sottovalutato questo aspetto. 
La mattina trascorrere serena senza altri intoppi, i professori sono sempre gli stessi, felici di ritrovarci dopo le vacanze estive, con la premessa che sarà l'anno più impegnativo, quello della maturità.
Sono seduta in pullman e mentre aspettiamo l'arrivo dell'autista e degli ultimi studenti, guardo il mio riflesso nel finestrino. Sono sempre stata troppo esile, la mia pelle diafana mi permette di vedere l'azzurro delle vene che attraversano le mie mani appoggiate in grembo. I capelli biondi sono raccolti in una crocchia scomposta, non sono mai stata una troppo attenta all'estetica.
I miei occhi sono grandi e marroni, a volte penso che lo siamo fin troppo rispetto al mio volto, ma nonostante questo non mi trovo brutta, forse un po' anonima, ma in fin dei conti è quello che voglio, passare inosservata.
Ciò che conta nella vita non è apparire. Sono convinta che se qualcuno ci vuole scovare ci può trovare anche nascoste sotto strati di anonimato, ma è necessario saper guardare.

AdeleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora