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Sono passate due settimane dal nostro ultimo incontro. Marco non mi ha più degnata di uno sguardo, come se improvvisamente il mio valore ai suoi occhi fosse di colpo scaduto.
Non uno sguardo in classe, non una parola. Per me sarebbe sufficiente anche un solo rimprovero, per sapere che è cosciente del fatto che sono io e sono qui in attesa di una minima attenzione da parte sua.
Invece nulla.
È pomeriggio inoltrato ed è lunedì, di ritorno dal centro città decido di allungarmi verso casa di Marco.
Sono cosciente del fatto che sto facendo una cazzata, che non è una buona idea, ma il mio cuore non ascolta la mia testa.
Arrivo di fronte alla sua abitazione ed alzando gli occhi alle finestre del suo appartamento mi accorgo che è tutto chiuso. Non ho il coraggio di suonare e quindi rimango a fissare il nome inciso sulla targhetta assorta nei miei pensieri; quando sento una voce arrivare alle mie spalle
"Adele!"
L'inflessione del mio nome nella sua bocca, arriva alle mie orecchie come una frustata.
Ho un brivido di paura, chiudo gli occhi, ma non mi volto.
Marco si porta davanti a me e mi tocca una spalla dicendomi:
" Cosa diavolo ci fai qui?"
"Io....." non mi esce una parola, resto con lo sguardo fisso sul marciapiede
"Adele vai a casa, uno perché è tardi, due perché qui non c'è più niente per te..."
Finalmente sollevò gli occhi e incontro i suoi
"Perché?"
"Perché ora puoi continuare da sola...."
" Lei mi aveva fatto una promessa...."
" Che non posso mantenere, perché mi sono reso conto che sono andato molto oltre, che ho rischiato troppo"
" Ma io lo voglio....e poi sono maggiorenne"
" Questo non conta io rimango sempre il tuo professore, non posso rischiare la mia carriera per una ragazzina...."
" Io non riesco più a non pensare a ciò che mi ha fatto, ho bisogno di sapere"
" Adele, trovati un ragazzo della tua età con il quale sperimentare, io ho iniziato ad istruirti devi solo finire"
"No!"
"Adele non ho intenzione di proseguire né la discussione né tanto meno il nostro accordo. Ora fila a casa..."
Mi sento distrutta dalle sue parole, per lui sono stata un passatempo rischioso che ora non vale più la pena di continuare. Cerco di trattenermi, ma oggettivamente sento di stare per esplodere. Senza dire più nulla mi giro e a passo spedito torno verso casa con il viso inondato di lacrime.
Ho passato una notte insonne pensando e valutando le opzioni a mia disposizione. L'unica cosa che ho trovato plausibile per non disattendere le istruzioni di Marco è stata quella di cercare un ragazzo. Quale migliore occasione se non andando a scuola vestita in modo diverso per essere notata e per vedere se davvero la cosa lo lascia così indifferente.
Mi preparo velocemente perché so già cosa indossare, scendo in cucina e persino mia nonna aggrotta la fronte incontrando la mia nuova divisa e ovviamente non si trattiene dall'esprimere una domanda:
" Cosa succede di nuovo bambina mia?..."
" Niente nonna ho solo pensato di cambiare un po' look"
dico con una voce incolore
" E tutta questa evoluzione nell'arco di una notte? Ti lascio in jeans perenni e ti ritrovo in minigonna.... " mi dice sorridendo.
" Diciamo che voglio vedere se riesco anche io a farmi notare o se anche vestita così rimarrò comunque trasparente"
"Capisco ..."
Non la lascio proseguire oltre perché ho già infilato il corridoio e una volta presa la cartella mi chiudo la porta dietro le spalle.
Ilaria è già in strada che mi aspetta e quando mi vede scendere le scale con minigonna e felpa rimane anche lei un po' esterefatta.
" Tutto bene Adele? "
" Certo tutto bene....il fatto che indosso una minigonna non dovrebbe essere così sconcertante e soprattutto così importante "
La vedo sorridere
" Un po' strano si però....."
Le sorrido e ci incamminiamo verso scuola.
Suona la prima campanella ed io sono piegata sul mio banco a controllare il compito di Ilaria. Ovviamente è tutto voluto perché sono consapevole dell'imminente arrivo di Marco in classe. Non avevo però calcolato che Giacomo passandomi dietro mi avrebbe preso per i fianchi e avrebbe mimato un rapporto sessuale di fronte alla classe apostrofandomi con
" Adele quando vuoi io sono disponibile a scoparti....devo solo alzare un po' di più la gonna... "
E scoppia a ridere.
"Tutti al  vostro posto immediatamente !!"
Marco è sulla porta ed è nero di rabbia, deve aver visto tutta la scena e un po' sono contenta di vedere un minimo di disappunto.
Si accomoda dietro alla cattedra e una volta aperto il registro mi chiama
" Adele muoviti, vieni a correggere il compito, mentre io faccio l'appello"
Improvvisamente sono tornata visibile ai suoi occhi.
Mi avvicino alla lavagna ed inizio a scrivere l'esercizio, sento la classe mormorare e fischiano quando mi piego per scrivere nella parte finale della lavagna. Il mormorio viene messo a tacere dalla bacchetta in metallo che fende l'aria e si abbatte sulla cattedra
"Silenzio! " urla Marco per poi posare il suo sguardo duro su di me
" Vai al posto, ma finita la lezione vedi di fermarti "
Trattengo per un attimo il respiro mentre i miei occhi si posano nei suoi, ma non mi preannunciano nulla di buono, annuisco e torno al posto.

AdeleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora