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Sono seduta al mio banco, mentre tutti sono usciti al suono della campanella che ha annunciato la ricreazione.
Marco è ancora alla cattedra e non ha fino ad ora alzato gli occhi dal registro, sta annotando le attività eseguite durante la lezione appena passata.
Decido di alzarmi e mi dirigo verso la porta, quando sono di fronte alla cattedra, alza gli occhi e chiude il registro con un colpo secco che mi fa trasalire.
"Si può sapere cosa ti sei messa in testa?"
Lo guardo un po' divertita e un po' infastidita da questo suo atteggiamento tutto un tratto moralista, in fondo ho solo dato libera interpretazione al suo consiglio di ieri sera.
Con fare strafottente gli rispondo
" In che senso? cosa posso aver mai fatto...?"
So che lo sto facendo incazzare ulteriormente, ma questo è molto meglio della completa indifferenza.
" Te lo devo proprio spiegare? Non credo tu sia così ingenua visto che ti sei messa a novanta sul tuo banco, quando sapevi benissimo che stavo per arrivare"
" Questo cosa c'entra? ho solo seguito il tuo consiglio....dovrò pur iniziare da qualche parte a trovare un ragazzo che faccia ciò che tu non vuoi finire, dato che non vuoi mantenere la promessa"
Lo vedo stringere il pugno e le nocche sbiancano a causa della tensione che lo attraversa
"Vi è una certa differenza tra il cercare un ragazzo che ti scopi al rendersi disponibile allo stupro"
Non credo alle mie orecchie
" Non ho fatto un cazzo se non cambiare abbigliamento per essere meno invisibile agli occhi dei ragazzi; ma tu mi vedi solo come una disponibile a farsi stuprare...sei uno stronzo!"
Si alza e io indietreggio di un passo, so di aver calcato la mano con la mia ultima affermazione. Siamo una di fronte all'altro, mi sovrasta, ma io non voglio cedere e non abbasso minimamente lo sguardo.
Mi sorpassa e una volta giunto alla porta la chiude a chiave, per poi tornare verso di me.
Ogni fibra del mio essere è in attesa, trattengo il fiato quando lo sento arrivare dietro.
La sua mano si appoggia sul mio collo e mi spinge contro la cattedra, imprigionandomi.
Le sue dita arrivano alla mia bocca per mettermi a tacere e con l'altra mano arriva in mezzo alle mie gambe, obbligate a restare aperte per la presenza del suo ginocchio.
Sento le dita arrivare a destinazione e forzare l'ingresso.
Mi lascio andare con la schiena contro di lui ansimando, Marco appoggia la bocca al mio orecchio dicendomi:
" Adele vuoi che qualcuno ti prenda così senza il tuo consenso? Vuoi essere un giocattolo nelle loro mani? Vuoi che qualcuno si prenda delle libertà con te senza il tuo consenso?"
Non riesco a ragionare, le sue dita non mi danno tregua, entrano ed escono da me senza fatica, ma lui non cede e mi incalza
" Rispondimi cazzo!"
Scuoto la testa, come a voler dar credito alle sue parole, convinta che questo mi conceda la possibilità di venire, ma come tutto questo è iniziato di colpo finisce.
Sfila le dita e mi lascia senza darmi soddisfazione.
Torna alla porta gira la chiave e passandomi acconto, prende la borsa ed esce dalla classe, senza più dirmi nulla.
Esco di corsa e mi dirigo in bagno.
Una volta chiusa dentro, le lacrime iniziano a scendere senza che io abbia alcun potere su di loro.
Sono stata una stupida, non posso vincere contro di lui e l'unica cosa che ho ottenuto è dell'altro male e un ulteriore insoddisfazione.
La lezione sarà già iniziata e devo darmi una sistemata. Nessuno deve accorgersi che ho pianto, mi rinfresco il viso e mi guardo allo specchio, cercando un po' di forza in quello che sto osservando, ma mi rendo conto che probabilmente ai suoi occhi sono solo una ragazzina alquanto ridicola.
Il resto della mattina passa abbastanza velocemente e io non vedo l'ora di tornare a casa.
Quando finalmente suona la campanella, sento un braccio che mi cinge le spalle e vengo attirata tra le braccia di Giacomo
" Ti va se ci vediamo oggi? "
Lo guardo e non so cosa dire, in fondo è Giacomo mi è sempre piaciuto perché devo dire categoricamente di no?
" Ok ti va bene verso le quindici in piazza  Bra al solito posto"
Mi sorride e mi stampa un bacio sulla guancia
" Ci vediamo dopo...."
Non so se ho fatto la scelta giusta, ma devo trovare il modo di far uscire Marco dalla mia testa e un bel chiodo schiaccia chiodo sembra essere la scelta più facile per ora.
Non mi resta che provare, ma prima di tutto vedrò di tornare al mio vecchio abbigliamento onde evitare di dover dare ulteriormente ragione a Marco, meglio un paio di jeans.

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