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Salgo le scale per arrivare nella classe prima, nel frattempo un mantra si ripete ininterrottamente nella mia testa
"sei tu ora ad avere il potere, non sei più una ragazzina, tu comandi e ti devono rispetto..."
Giunta di fronte alla porta, abbasso la maniglia ed entro, il rumore cessa immediatamente seguito da un Buongiorno generale. Rispondo al saluto della classe e mi presento.
"Buongiorno a tutti ragazzi, mi chiamo Adele e per questo anno sarò la vostra professoressa di matematica, mi auguro che tutto possa andare bene, per ogni vostro problema o difficoltà sarò sempre qui a vostra disposizione"
La mattina procede serena e a mio avviso non ci solo grandi elementi di disturbo al suo interno, quindi non dovrei avere grossi problemi.
Finalmente terminato il mio turno verso le 11 mi dirigo in sala insegnanti per una pausa caffè rigenerante, nemmeno a farlo apposta, vedo Marco seduto di spalle intento a leggere. Penso che non possa avermi visto entrare, quindi senza fare troppo rumore mi dirigo alla macchinetta per prendere un caffè
" Se non ti è di troppo disturbo ne berrei volentieri uno anche io....Adele"
Cazzo....ma possibile?
"Certo Marco molto volentieri"
Non ho la minima intenzione di farmi trattare come una ragazzina, sono passati un po' di anni, nonostante io sia ancora vergine a 28 anni, ho comunque imparato a difendermi e di sicuro non ho paura di lui....
Mi avvicino al tavolo e appoggio i nostri due caffè, mi accomodo poi al suo fianco, non alza nemmeno gli occhi dal libro, ma mentre sto per portare il caffè alla bocca mi dice
" Bevi caffè perché ti ricorda il sapore della mia bocca Adele?"
Non mi lascio sorprendere dalla sua battuta e con un mezzo sorriso mentre finalmente porto alla bocca il bicchierino gli dico
" in realtà lo bevo perché mi piace, purtroppo per te Marco in questi anni non sei stato sempre nella mia testa...mi spiace deluderti"
Lo vedo sorridere e finalmente alzare gli occhi per incontrare i miei
" Non devi mentire Adele, so per certo di essere stato nella tua testa in tutti questi anni, il ricordo delle mie dita dentro di te e il tuo sapore nella mia bocca non ti hanno mai abbandonata...."
Schiudo le labbra stordita dalle sue parole che hanno su di me lo stesso effetto di tanti anni fa, sposto la seggiola e mi alzò, ma non ho intenzione di fuggire...anzi mi abbasso verso di lui, portando la mia bocca a pochi centimetri dalla sua e i miei occhi nei suoi
"Può anche essere che per me sia stato un dolce ricordo il nostro, ma pretendere che tu sia la mia ossessione mi sembra un po' esagerato da parte tua...."
Faccio per alzarmi, ma Marco prontamente mi arpiona la testa e ritorno con la bocca ad un centimetro dalla sua, sento distintamente il profumo del caffè mentre mi parla
"Adele, Adele....lo sai vero che non puoi più scapparmi? ora niente e nessuno potrà impedirmi di avere ciò che non ho potuto cogliere allora...e tu sei stata tanto gentile da conservarlo intatto per me in tutti questi anni...."
Faccio per divincolarmi, ma in realtà quello che voglio è solo che le sue labbra incontrino le mie, mi trattiene per i polsi e un sorriso beffardo compare sul suo viso, sento la sua mano lasciare la presa e scendere a sfiorarmi il ginocchio per poi proseguire nella salita sotto la mia gonna. Un brivido di piacere mi percorre. Non mi muovo non faccio nulla e i suoi occhi mi inchiodano senza nessuna  richiesta esplicita. Veniamo riportati alla realtà dal suono della campanella che annuncia l'arrivo degli altri docenti.
Sento la sua mano abbandonarmi e con un certo disappunto, mi rendo conto di aver atteso anni questo momento.
Non mi sono ancora mossa siamo faccia a faccia e a togliermi da questa situazione ci pensa Marco con le sue parole
"Sono sicuro che se fossi giunto a destinazione avrei solo trovato la conferma di quanto sostengo, ma avrò modo di accertarmene non preoccuparti"   detto questo lascia la presa sul mio polso e si avvicina alle mie labbra per sfiorarmi con un casto bacio.
Sono basita dalla sua sicurezza e sono incazzata con me stessa perché l'unica cosa a cui riesco a pensare sono la sua mano e la sua bocca.
Mi rialzo e senza dire ulteriori parole prendo la mia tazzina e la butto nel cestino per dirigermi finalmente alla porta ed uscire a prendere un po' d'aria.
Lungo il corridoio incontro alcuni dei docenti e li saluto, ma ho come l'impressione di avere scritto in faccia ciò che mi sta passando per la testa, mi vedo distesa a novanta sul tavolo della sala docenti con Marco che mi possiede e non mi importa se qualcuno ci può vedere perché quello è solo ciò che voglio è che bramo da più di dieci anni, a conferma di ciò che lui stesso sostiene.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 25, 2023 ⏰

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