11

231 6 2
                                    

Sono in piedi immobile, con le spalle al muro e con lo sguardo guardo Giacomo, in terra ai miei piedi.
Finalmente alzo gli occhi e incontro quelli della persona che è venuta in mio soccorso, Marco.
I capelli sono scompigliati e le mani sono contratte fino a formare un pugno, il suo sguardo verso Giacomo tradisce un certo disgusto che viene confermato dalle parole che escono dalla sua bocca pochi istanti dopo
" Cosa cazzo pensavi di fare? Stuprare la tua compagna pubblicamente? Provvederò ad informare i tuoi genitori dell'accaduto e se necessario anche il preside, ma soprattutto tieni giù le mani da Adele....ci siamo capiti?"
Per tutto il tempo Giacomo non lo ha mai guardato, ma dopo essersi alzato e all'ultima frase di Marco risponde con fare divertito
" Perché se tocco Adele professore a lei cosa importa? Non la posso avere perché vuole scoparla solo lei?"
Non mi sono ancora mossa dal mio posto e penso che potrei diventare a questo punto parte integrante del muro alle mie spalle.
Marco si abbassa arrivando faccia a faccia con Giacomo e con la mano stringe in pugno la sua maglia
" Vuoi essere sospeso da scuola? Io starei molto attento a ciò che esce dalla tua bocca....sono intervenuto perché era mio dovere farlo"
Giacomo non è per nulla intimorito e con un sorriso beffardo gli risponde
" Professore non si agiti non avevo intenzione di violare la vergine Adele, posso benissimo lasciare questo onore a lei se ci tiene così tanto...."
Sono convinta che Marco vorrebbe con ogni probabilità eliminarlo definitivamente dalla sua vista, ma ritorna in se e mollando la presa sulla maglia di Giacomo gli dice
" Non ho intenzione di abbassarmi al tuo stesso livello, ma non preoccuparti che ciò che hai fatto oggi avrà amare conseguenze per te"
Si alza definitivamente e porta i suoi occhi su di me, il suo sguardo passa dall'essere truce ad un sorriso che mi trasmette tutta la sua preoccupazione
"Andiamo Adele ti riaccompagno a casa"
Mi prende per un braccio e ci incamminiamo.
Sono come disconnessa da ciò che mi circonda e l'unica sensazione che mi pervade è il tocco delle sue dita intorno al mio braccio, come se tutto fosse concentrato lì e in nessun altro posto.
Mi fermo appena fuori dal vicolo e Marco sentendo la mia resistenza si volta a guardarmi
" Cosa c'è Adele?"
Non riesco a parlare e i miei occhi sono piantati a terra, fino a quando non sento le lacrime scendere senza nessun controllo.
Non pensavo che questa cosa mi avrebbe scosso così tanto, infondo sono quasi certa che Giacomo non mi avrebbe toccata, è solo uno sbruffone che non aveva idea dell'arrivo di Marco in mio soccorso. Per la verità nemmeno io e mentre la mia mente è affollata da tutti questi pensieri, vengo sorpresa anche io dal fatto che fosse nel posto giusto al momento giusto....o forse no?
Alzo lo sguardo e lui è in attesa che le mie lacrime finiscano il loro lavoro, come se potessero ripulire lo schifo che Giacomo è stato in grado di farmi provare.
"...per..perché eri qui...? Come facevi a sapere dov'ero?"
Il suo sguardo diventa dolce e mi alza il mento con le dita della sua mano
" Perché Adele...io non posso averti, ma non permetterò mai a nessun di farti del male"
lo guardo e nonostante le sue parole siano rassicuranti per me, non riesco a non porgli LA DOMANDA
" Perché?"
" Perché cosa Adele?"
" Perché non mi vuoi?"
I suoi occhi diventano tristi per poi tornare ad essere risoluti, come se non potesse in alcun modo lasciare una possibilità alla mia richiesta
"Adele non è il luogo e né il momento per parlarne....vieni ti riaccompagno.."
"No! Perché sono certa che se dovessi muovermi da qui, tu non mi daresti più una spiegazione e io la voglio ora!"
"Adele... smettila! Non fare la ragazzina"
Mi viene da ridere
"Perché cosa sono? Non sono una ragazzina, non ho diritto di esserlo?"
Non vuole più stare ad ascoltarmi e con fare rassegnato, riprende il mio braccio e cerca di trascinarmi via, ma non ha fatto i conti con la mia resistenza.
Finalmente di fronte al fatto che non ho la minima intenzione di cedere mi dice alzando gli occhi al cielo
" Vieni, andiamo a casa mia, così potremmo parlare con più calma"
Non ho ancora vinto la battaglia, ma una se pur piccola vittoria l'ho avuta.
Cedo e lo seguo in silenzio lungo le vie del centro, fino ad arrivare dopo circa venti minuti di fronte all'ingresso della sua casa.
Lo stesso punto dove pochi giorni prima mi aveva chiaramente detto di non ripresentarmi più.
Lo guardo e senza battere ciglio apre la porta d'ingresso e saliamo al suo appartamento.
Vengo travolta dai ricordi, il lungo corridoio che porta alla sua cucina mi porta ad avere una stretta allo stomaco.
Entriamo e Marco finalmente si gira verso di me, i suoi occhi sono determinati
" Dunque ragazzina? Cosa vuoi da me?"
Cosa voglio? Voglio continuare ad apprendere, io voglio di più, voglio lui e come dirlo se non nella maniera più semplice.
"...io..io voglio te..."
mi sorride con fare paterno come se in ciò che le sue orecchie hanno appena sentito ci sia qualcosa di commovente
" Non è possibile continuare con i nostri incontri, ti ho già spiegato che non posso, rischiamo troppo entrambi. I discorsi di Giacomo oggi ne sono la conferma, ciò che ci attrae è sotto gli occhi di tutti"
Le sue parole così difficili da ascoltare sono la verità, ma non mi importa anche fosse così, non mi importa.
Mi accovaccio ai suoi piedi e resto in attesa.

AdeleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora