13

219 6 1
                                    

Sono passati dieci lunghi anni da quel giorno di settembre, ultimo giorno nel quale ho varcato il portone di quel palazzo. Nulla è più stato come prima, nulla di tutto quello che volevo così follemente si è avverato.
Dopo l'Intervento di Marco in mio aiuto, Giacomo si era prontamente diretto a casa per parlare con mia madre. All'uscita lei era con Giacomo di fronte al palazzo, in attesa solo della conferma che le parole che gli erano state riferite corrispondessero alla verità.
Non ho avuto voce in capito, tutto ciò che reputavo impossibile, come il fatto che mia madre non credesse ad una sola parola di ciò che le stavo raccontando si era di fatto avverato.
Giacomo aveva giocato d'anticipo, io non avevo più avuto modo di vedere Marco, che nell'immediato era stato sospeso ed io segregata in casa a riflettere su ciò che avevo fatto.
In realtà non avevo ottenuto nulla, se non il fatto di non rivedere più Marco. Nonostante di fatto fossi maggiorenne, non mi era stata data la possibilità di scagionarlo da tutta la merda che gli era arrivata addosso.
Gli anni sono trascorsi e mia madre con il passare del tempo vedendo la mia reticenza nel frequentare ragazzi, aveva cercato di porre rimedio programmando vari appuntamenti ai quali mi sono sempre categoricamente rifiutata di andare.
Non avevo più rivisto Marco e nonostante fossero passati parecchi anni non avevo più voluto o cercato qualcosa di diverso da quello che avevo solo parzialmente potuto sognare. Nessuno era più stato per me qualcosa di più che un amico.
Ora che sono ufficialmente laureata e mi hanno confermato un impegno presso il liceo scientifico di Verona sono pronta ad iniziare la mia nuova vita, in attesa dell'arrivo di qualcosa di nuovo che magari riesca a rubarmi il cuore finalmente.

Primo giorno di scuola per tutti i ragazzi e per me come insegnante. Ho già conosciuto parte del corpo docenti durante gli incontri delle settimane precedenti, mi è stata affidata la cattedra di matematica per alcune delle prime classi, mentre per le altre sono stati scelti probabilmente insegnanti con più esperienza di me.
Mi sento agitata come il primo giorno di scuola di tanti anni fa, la differenza ora è il fatto che sono io ad essere l'insegnante.
Entro dal portone del palazzo e mi dirigo in sala insegnanti per un caffè con le persone che saranno di riferimento per me in questa nuova avventura.
Deglutisco e apro la porta, Silvia una delle referenti si avvicina vedendomi entrare
"Adele benvenuta, ti stavo proprio aspettando. Vorrei presentarti uno degli insegnanti che è mancato le ultime volte e che tu non hai potuto conoscere, anche lui ha la cattedra di matematica per le classi successive a quelle affidate a te. È una persona fantastica e con un grandissimo potenziale e molta esperienza...vedrai ti piacerà"
Mi trascina per un braccio verso la macchinetta del caffè, posso scorgere distintamente un uomo voltato di spalle e la mia attenzione viene attratta da una chioma nera spettinata.
Silvia si avvicina e lo chiama per nome
"Marco, vorrei presentarti Adele una delle nuove insegnanti di quest'anno..."
In mio cuore manca un colpo e mentre l'uomo girato di spalle dà conferma di ciò che poco fa era balenato nella mia testa, sento distintamente il mio stomaco stringersi, quando finalmente vedo il suo volto.
Marco con molta calma saluta Silvia baciandola sulla guancia e poi come se niente fosse sposta i suoi occhi su di me.
Mi sento come se fossi tornata ad avere diciotto anni e fossi ancora nel suo appartamento nuda e senza niente a proteggermi.
Sento le mie guance andare a fuoco e quando finalmente mi porge la mano e io la stringo lievemente, per poi sgusciare via, mi punta i suoi occhi in faccia e con tutta la calma del mondo mi dice
"Adele...piacere di fare la tua conoscenza....avevo una mia carissima alunna diversi anni fa che portava il tuo stesso nome, era una giovane molto promettente, chissà se anche lei si è laureata....?"
Mi stava palesemente prendendo in giro ed io non riuscivo a spiaccicare parola, incantata ad osservare la sua bocca, al ricordo di cosa era capace di fare.
Silvia si sposta e ci abbandona
"Vi lascio così saluto gli altri..."
I suoi occhi sono ancora puntati nei miei
"Tutto bene piccola Adele? Ne è passato di tempo da quel pomeriggio....nel frattempo hai imparato ad essere più ubbidiente?"
Vedo chiaramente la sua bocca aprirsi in un mezzo sorriso e i suoi occhi sfidarmi
" Purtroppo caro Marco nessuno ha più proseguito la mia istruzione e quindi di fatto sono ancora poco avvezza ad eseguire gli ordini di qualsiasi natura possano essere... "
Se voleva giocare, avrebbe avuto pane per i suoi denti, non sono più la ragazzina di tanti anni fa...
Continua a guardami sorridendo e mi dice
" Bene bene....vedo che però non hai perso la tua schiettezza, sei ancora come allora...e quindi mia piccola Adele nessuno ti ha più scopato?"
Sento il mio viso avvampare e sento il cuore balzarmi nel petto...sentire quella parola uscire dalla sua bocca mi fa ancora smaniare come la ragazzina di tanti anni fa.
Lo guardo con aria di superiorità, pensando che non può e non deve più avere questo potere su di me
"Non credo siano discorsi da tenere in questo posto, ora ognuno di noi ha un ruolo da rispettare e non mi lascio provocare da te..."
"Lo stesso ruolo che avresti dovuto rispettare tu tanti anni fa Adele...."
Come dargli torto, ma i nostri discorsi vengono interrotti dal suo della campanella, che ci obbliga di fatto a dare inizio a questo nuovo anno scolastico.

Per chiunque abbia letto i capitoli precedenti e fosse in attesa mi scuso tantissimo, ma ho avuto un brutto periodo e non avevo nessuno stimolo per scrivere. Grazie a tutti 🥰

AdeleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora