Capitolo 9

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٠ nel mezzo di ogni difficoltà c'è un'opportunità ٠


Svegliarsi la mattina dopo e vedere il Big Ben attraverso la finestra bagnata dalla pioggia fu traumatico.

Da quando eravamo tornate ieri pomeriggio non aveva smesso di piovere, e stamattina ancora continuava. Mi alzai di malavoglia, scalciando il piumone e cercando le mie pantofole. Quando me le misi, raccolsi i capelli in una coda disordinata e andai a controllare come stava Brianna, dato che aveva continuato a vomitare.

Come deciso precedentemente, Brianna si trasferì da me e l'appartamento fortunatamente era molto grande: un salotto spazioso all'entrata, la cucina, due bagni e tre camere da letto. Prima dell'arrivo di Brianna una delle stanze era la mia camera e l'altra era per gli ospiti. La terza invece la usavo come ripostiglio dove c'era letteralmente di tutto. Quindi, abbiamo deciso che lei avrebbe preso la camera degli ospiti e avremmo cominciato a sistemare la terza stanza e prepararla per Egan. Nonostante le mie proteste, Brianna insistò sul pagare anche lei l'affitto e di dividerci le spese, appena avesse trovato lavoro. E poi ora poteva richiedere anche l'assistenza maternità, che le avrebbe giovato molto.

-Bry- bussai alla porta prima di entrare e quasi inciampai. Le serrande erano chiuse al massimo e la stanza era buia. Grazie alla luce del corridoio riuscii ad orientarmi e arrivai fino al letto, scuotendo piano Brianna.

-Mhm, è già ora di andare a vedere l'alba?- mormorò stropicciandosi gli occhi. Ridacchiai e tirai su le serrande.

-Bentornata a Londra, principessa-

-E lasciami allora dormire ancora un po'-

-Non è un problema per me, anzi. Ma sei tu quella che mi ha minacciato di appendermi al lampadario se non ti svegliavo-

-È vero!- si alzò di scatto -devo andare a cercare lavoro!- mi urlò buongiorno mentre si alzava freneticamente dirigendosi verso il bagno.

-Sono solo le sei e mezza del mattino! Fai con calma che sei incinta!- le urlai di rimando e ricevetti come risposta un pollice su, poi andai a prepararmi anche io.

Dopo mezz'ora eravamo tutte due profumate e vestite, anche se in modo molto diverso: lei con una felpa e dei jeans comodi e le sneakers. Io invece con un completo e gli stivali con i tacchi. Non ero però psicologicamente pronta per tornare a lavorare con una persona come Morton.
Era troppo stressante.

~

-Dove vai oggi?- le chiesi mentre sorseggiavo il mio caffè.

-Vado in due studi fotografici e riprovo a tornare al mio vecchio studio, d'altronde mi ero dimessa io cosicchéi miei non potessero rintracciarmi. Però avrei bisogno di chiederti una cosa...-

-Dimmi pure-

-Possiamo diventare coinquiline? Intendo in senso legale, se non ti crea problema insomma...- disse imbarazzata.

-Ma che dici! Ovvio che sì, che problema dovrebbe crearmi scusa? Vivo da sola da anni- scossi la testa e lei mi abbracciò forte.

-Ahi! La ferita, Bry-

-Oddio scusa! Si è aperta?-

-Ieri sì-

-Ma Lyliane! Stai attenta per favore-

-Sì, sì tranquilla- finii il mio caffè e andai a mettermi il cappotto. Presi le chiavi e salutai Brianna con un bacio volante.

-Buona giornata a te e al piccolo, signora Brianna!-

-Anche a te avvocato!-

• ~ •

-Che bella giornata oggi!- esclamò la receptionist appena mi vide entrare. Le sorrisi riconoscente e le augurai buona giornata. Poi presi l'ascensore per salire al primo piano, e appena aprii la porta sentii gridare il mio nome.
Posai l'ombrello, li salutai tutti e diedi ad ognuno la sua bevanda Starbucks come ogni lunedì. Eravamo in sette avvocati in questo piano, con degli assistenti ed avevamo legato tantissimo da più di due anni.

When the sun meets the moonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora