Capitolo 10

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٠ la corazza non serve, se poi brillano gli occhi ٠

Erano le sette di sera e la pioggia picchiettava incessante sul vetro.
Qualcuno bussò alla porta e Delilah entrò con in mano un plico di fogli.

-Lyl, ho fatto tutto quello che mi hai chiesto. Ora mi puoi dire chi è questa Brianna?- alzai lo sguardo dal computer e mi ritrovai Delilah che mi guardava imbronciata. Coprii le gambe incrociate con la coperta e presi un bicchiere d'acqua.

-Da dove cominciare... Allora, come sai una settimana fa sono andata in Grecia e in aeroporto ho incontrato questa ragazza, Brianna. Viene da una famiglia aristocratica, ha avuto, e sta avendo tutt'ora un periodo difficile-

-Ma perché vive con te? Fai raramente entrare a me a casa tua, solo nel caso del bisogno, ora dal nulla una persona sconosciuta viene a vivere con te- percepii nella sua voce un tono arrabbiato. A seguito di delusioni nel passato ho sempre evitato di instaurare rapporti che vadano oltre alla conoscenza o a colleghi di lavoro, oltre a Christian. Ma con Brianna era stato diverso, era come se ci conoscessimo da sempre.

-È una questione diversa, Bry è diversa-

-Bry! La conosci letteralmente da una settimana e Scommetto che non hai cercato da dove viene, se ha una famiglia, una casa, se è una ladra, una crim-

-Johnson, basta- dissi guardandola freddamente. Non aveva nessun diritto né di parlarmi così né di parlare di Brianna senza conoscere una briciola di quello che le era successo.

-Basta un cavolo, io ti conosco da più di due anni e non ho un ruolo abbastanza importante per te! Non vale niente questa Bry!- sbattei una mano sulla scrivania, Delilah sobbalzò e tacque.

-Fuori dal mio ufficio, ora- tuonai squadrandola. Lei mi guardò con occhi di sfida ma non riuscii a reggere il mio sguardo, sbattè i fogli sulla scrivania e se ne andò, sbattendo la porta.

Appoggiai la testa allo schienale sospirando frustrata e non so perché, ma cominciai a piangere. Semplici lacrime divennero singhiozzi forti e non riuscii più a fermarmi.

-Lyliane- la voce di Morton mi riportò alla realtà. Mi asciugai le lacrime e respirai profondamente, voltandomi e trovando già i suoi occhi su di me.

E allora cominciai a parlare.

-Qualche settimana fa, già non ricordo più il giorno, ho scoperto che il mio fidanzato mi tradiva da tempo e la sua amante era incinta, in procinto di partorire. Ora si sarà già trasferito a San Francisco. Stavamo insieme da quattro anni e negli ultimi due cominciammo a vederci sempre di meno, anche per colpa del lavoro: io faccio l'avvocato e lui gira in tutto il mondo per sponsorizzare la sua azienda; in uno di questi viaggi ha conosciuto Jennifer, la sua attuale fidanzata. Poi, mentre andavo a casa sua per fargli una sorpresa, lo trovo con lei e mi disse che non sarei mai stata in grado di crescere i suoi figli, oltre al fatto che si annoiava perché io non volevo fare sesso. Era lo stesso giorno in cui lei mi aveva detto che non ero all'altezza di questo caso e lo stesso in cui mi ritrovò da sola di notte vicino al Tamigi. D'altronde c'è tutta questa situazione con il serial killer che mi sta stressando, e lei non mi rende le cose facili- conclusi guardandolo, mentre lui non aveva smesso un solo secondi nè di guardarmi nè di ascoltarmi.

-Dica qualcosa- lo pregai ma non mi rispose, semplicemente si alzò e andò via dall'ufficio.

• ~ •

-Ragazzi, qualcuno ha visto Morton?- dissi mentre cercavo di chiudere la cerniera dei tacchi.

-È salito di sopra, probabilmente sul tetto- rispose Corinne. Annuii e mi strinsi nella mia giacca, o meglio, in quella di Morton.

When the sun meets the moonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora