Epilogo

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-Date le prove offerteci dal banco dell'accusa, e secondo il potere offertomi dal Commonwealth, dichiaro l'imputato Jackson Cosimo condannato all'ergastolo- tre colpi di martello seguirono le sue parole e tutti si affrettarono ad uscire dalla sala.

I poliziotti esortarono il criminale ad alzarsi e dirigersi verso il posto dove avrebbe scontato la sua pena, ma egli oppose resistenza e cominciò a urlare contro l'avvocato Makris che stava raccogliendo le proprie cose per dileguarsi.

-Avvocato, lei ha fatto un grande errore. Non vivrà mai più in pace- disse ghignando.

Il suono dei tacchi dell'avvocato tagliava il silenzio che era calato nella stanza mentre si dirigeva verso il criminale.
Si fermò davanti al suo viso e pronunciò parole taglienti che suonavano come una promessa da portare fino alla fine, a costo della morte.

-Fino all'ultimo giorno della mia vita, al mio ultimo respiro, dedicherò il mio tempo a sradicare la vostra organizzazione criminale, e vi darò la punizione che vi aspettate. Uno ad uno, pagherete per la morte di Adrian- le ultime parole furono sussurrate, come se neanche l'avvocato aveva le forze di pronunciarle.

E così, Lyliane Makris se ne uscì dall'aula, lasciando dietro di sè quella promessa di vendetta velata.

• • •

-Mamma, stiamo andando da papà?- una vocina ruppe il silenzio della macchina e Lyliane cercò con tutte le sue forze di fermare le lacrime per non far sembrare di avere la voce rotta.

Non poteva di certo crollare davanti a suo figlio, di cui era il punto di riferimento.

-Sì amore, stiamo andando da papà- sterzò leggermente con la macchina e fermó la macchina davanti al cimitero. Lyliane prese un grande respiro e si girò sorridente verso suo figlio e si fermò a guardarlo incantata.

Ogni volta che lo vedeva le ricordava gli zaffiri di Adrian e il suo sguardo misterioso, tagliente. E poi Antares era la copia del padre, si assomigliavano in modo straordinario.
Più lo guardava e più diventava malinconica e il suo cuore le faceva male, al ricordo del padre di suo figlio e al suo grande amore. ne sente la mancanza.

-Su, Antares, andiamo da papà-

Madre e figlio scesero dalla macchina e si addentrarono dentro al cimitero fino ad arrivare di fronte alla tomba di Adrian.

Passò qualche minuto prima che qualcuno cominciasse a parlare e il primo fu il bimbo di 3 anni.

-Guarda papà- disse aprendo un foglio -oggi la maestra ci ha detto di disegnare la nostra famiglia. Ho disegnato la mamma che è bellissima a destra, io in mezzo e tu a sinistra, anche tu bellissimo. La mamma dice che tu sei l'uomo più bello che ha mai incontrato e che io sono la tua fotocopia. Ma la mamma a volte è anche triste e piange perché le manchi. Perché non vieni da noi? Non mi piace vedere la mamma piangere. Lei è bella e le persone belle non piangono, altrimenti diventano brutte- il bambino si chinò a poggiare un fiore sulla tomba del padre, mentre Lyliane piangeva silenziosamente.

Era una fortuna che Antares non sapeva che la notte Lyliane piangeva di dolore e non era mai riuscita a smettere.

-Mamma tu parla con papà, io vado a prendere la bottiglia di acqua, così annaffiamo i fiori. Il letto di papà deve essere bello, così lui sarà contento- Antares corse verso la macchina seguito dallo sguardo addolorato di Lyliane.

-Adrian... Sono Lyliane, la tua Lyl, ed è da tanto tempo che non ci vediamo- disse sedendosi, accarezzando la terra sopra la tomba -Mi manchi Adrian. Mi manchi troppo. Vivere, respirare mi è difficile senza te accanto. L'unico motivo per cui vado ancora avanti è nostro figlio, l'ultima cosa che mi è rimasta di te. Oggi c'è stato l'ultimo processo e Jackson è stato condannato a vita, e questo è un bene, perché ora posso facilmente operare per sgretolare i Leoni Blu. Avrei voluto farlo con te, risolvere il caso insieme e metterli dentro tutti,ma ti hanno tolto la vita,mi hanno privato di te e del tuo amore. Adrian, amore mio, spero che tu possa sentirmi e sappi che io ti ho sempre amato e non smetterò mai di farlo. È difficile, è insopportabile, ma devo resistere per l'ultima cosa che mi hai affidato: nostro figlio- dopo tutte queste parole Lyliane prese un respiro profondo e si asciugò le lacrime, quando all'improvviso fu raggiunta da marco che aveva in mano una busta.

-Mamma! Guarda cosa ho trovato!- urlò il bambino.

Lyliane si alzò velocemente e si affrettò a prendere la busta dalle mani del figlio.

Era una busta gialla con un segno di ceralacca reale sopra.

-Dove l'hai trovata Antares? Non ti ho detto di non parlare con gli sconosciuti?-

-Me l'ha data un signore ora, là vicino alla macchina- disse il bambino indicando l'automobile.

Lyliane corse verso quel punto ma non trovò nessuno e si guardò intorno.

-Mamma!- Marco l'aveva raggiunta nel frattempo e ora la stava guardando incuriosito.

Lyliane si riprese e guardò il figlio, poi guardò nuovamente la lettera ancora chiusa.
La aprì con cautela e dentro trovò un piccolo biglietto. Lo aprì e ciò che vi lesse distrusse tutto il suo muro di certezze su cui aveva vissuto gli ultimi anni.

Le mani di Lyliane tremavano tanto che la busta e il biglietto caddero a terra, e a seguire neanche le gambe la ressero più e cadde a terra pietrificata.

-Mamá?- Lyliane alzò il viso e guardò quello di Antares che tanto le ricordava il suo amato.

"L.

Sirio è vivo"


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