٠ dicono sempre che parlarne fa bene, e oggi, io so che questo detto è vero. Parlane, che ti liberi da un peso enorme ٠
Lyliane's pov
Aprii gli occhi a fatica, sentendo la testa pulsare forte e quando cercai di muovermi mi accorsi di un peso sui fianchi che mi impediva di spostarmi.
Mi ritornarono a galla tutti i ricordi del giorno prima e cominciai ad impanicarmi, ma quando vidi il viso di Adrian mi rilassai.Posai la guancia sul palmo della mano e ammirai i dettagli del suo viso: labbra rosse e piene al punto giusto, una mascella dura e affilata, coperta da un sottile strato di barba curata; le sopracciglia all'insù che gli davano quell'aria fredda e misteriosa, ed infine delle lunghe ciglia nere che farebbero morire d'invidia qualsiasi donna.
Inclusa me.
Quando alzai lo sguardo sulla finestra mi ritornarono in mente le scene di ieri e subito serrai gli occhi impaurita. Non sarei mai stata in grado di liberarmi da questo fardello.
Mai.
In preda al panico cercai di rifugiarmi in Adrian e infilai la testa nell'incavo del suo collo e lo sentii stringermi più forte.
-Lyliane?- sussurrò il mio nome con la voce roca.
-Mhm- non ero ancora pronta a riparlare dopo ieri, era come se la mia voce fosse bloccata da qualche parte nella mia gola.
-Come ti senti?-
Bella domanda.
Eh, come mi sentivo? Come rispondevo ad Adrian? Che stavo male, distrutta, che mi facevo uno schifo assurdo e non sapevo come andare avanti? Oppure era meglio mentire sul fatto che ero migliorata così da non farlo preoccupare?
Però alla seconda opzione non avrebbe sicuramente creduto.
-Mi sento vuota dentro. Mi sento sporca. Ecco come mi sento, Adrian-
Alzai la testa e incontrai le sue gemme azzurre. Vidi il suo sguardo compassionevole e subito mi allontanai, mettendomi seduta lontano da lui.
-Lyliane che hai?-
-Non mi guardare così. Non guardarmi come se fossi una creatura ferita che devi curare. Non guardarmi con pietà-
Adrian si avvicinò e io mi scostai un altro poco, facendolo fermare.
-Ti prego Lyliane, non allontanarti. Io non provo compassione per te, anzi, trovo che tu sia una persona molto forte, perché al tuo posto molte persone si sarebbero arrese-
-Ma io mi sono arresa!- urlai piangendo -Io volevo suicidarmi! Io volevo morire perché quell'uomo ha distrutto la mia persona! Io mi sono arresa!- soffocai le urla di dolore nella maglia di Adrian, che mi stava abbracciando.
-Se ti fossi veramente arresa ci avresti riprovato, non avresti resistito. Tu sei forte Lyliane, mettitelo in testa. E soprattutto mettiti in testa che tu non sei da sola. Io sono qui con te.-
Mi stavo pian piano calmando e le urla di pianto si erano trasformate in lievi singhiozzi.
-Dai ora andiamo a prepararci e poi scendiamo a fare colazione- disse Adrian staccandosi da me e asciugandomi le lacrime.
-Perché? Dove andiamo?- chiesi tirando su col naso.
-Torniamo a casa. A Londra- gli avrei voluto dire che quella non era la mia vera casa, ma erano dettagli poco importanti.
-Ma dobbiamo finire il caso del ser- mi interruppe poggiando un dito sulle labbra.
-Ho già risolto tutto, abbiamo tutto quello che ci serve. Ci penseremo una volta che starai meglio, va bene?- annuii e così, il pomeriggio tornammo a Londra.
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When the sun meets the moon
RomanceLyliane può dire di avere una vita perfetta: ha il lavoro dei suoi sogni, un uomo che la ama ed ha un posto nella rigida società londinese. Ma si sa che l'apparente felicità può sgretolarsi in qualsiasi momento e qualcosa deve pur andare per il vers...