Capitolo 15

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٠ dicono sempre che parlarne fa bene, e oggi, io so che questo detto è vero. Parlane, che ti liberi da un peso enorme ٠

Lyliane's pov

Aprii gli occhi a fatica, sentendo la testa pulsare forte e quando cercai di muovermi mi accorsi di un peso sui fianchi che mi impediva di spostarmi.
Mi ritornarono a galla tutti i ricordi del giorno prima e cominciai ad impanicarmi, ma quando vidi il viso di Adrian mi rilassai.

Posai la guancia sul palmo della mano e ammirai i dettagli del suo viso: labbra rosse e piene al punto giusto, una mascella dura e affilata, coperta da un sottile strato di barba curata; le sopracciglia all'insù che gli davano quell'aria fredda e misteriosa, ed infine delle lunghe ciglia nere che farebbero morire d'invidia qualsiasi donna.

Inclusa me.

Quando alzai lo sguardo sulla finestra mi ritornarono in mente le scene di ieri e subito serrai gli occhi impaurita. Non sarei mai stata in grado di liberarmi da questo fardello.

Mai.

In preda al panico cercai di rifugiarmi in Adrian e infilai la testa nell'incavo del suo collo e lo sentii stringermi più forte.

-Lyliane?- sussurrò il mio nome con la voce roca.

-Mhm- non ero ancora pronta a riparlare dopo ieri, era come se la mia voce fosse bloccata da qualche parte nella mia gola.

-Come ti senti?-

Bella domanda.

Eh, come mi sentivo? Come rispondevo ad Adrian? Che stavo male, distrutta, che mi facevo uno schifo assurdo e non sapevo come andare avanti? Oppure era meglio mentire sul fatto che ero migliorata così da non farlo preoccupare?

Però alla seconda opzione non avrebbe sicuramente creduto.

-Mi sento vuota dentro. Mi sento sporca. Ecco come mi sento, Adrian-

Alzai la testa e incontrai le sue gemme azzurre. Vidi il suo sguardo compassionevole e subito mi allontanai, mettendomi seduta lontano da lui.

-Lyliane che hai?-

-Non mi guardare così. Non guardarmi come se fossi una creatura ferita che devi curare. Non guardarmi con pietà-

Adrian si avvicinò e io mi scostai un altro poco, facendolo fermare.

-Ti prego Lyliane, non allontanarti. Io non provo compassione per te, anzi, trovo che tu sia una persona molto forte, perché al tuo posto molte persone si sarebbero arrese-

-Ma io mi sono arresa!- urlai piangendo -Io volevo suicidarmi! Io volevo morire perché quell'uomo ha distrutto la mia persona! Io mi sono arresa!- soffocai le urla di dolore nella maglia di Adrian, che mi stava abbracciando.

-Se ti fossi veramente arresa ci avresti riprovato, non avresti resistito. Tu sei forte Lyliane, mettitelo in testa. E soprattutto mettiti in testa che tu non sei da sola. Io sono qui con te.-

Mi stavo pian piano calmando e le urla di pianto si erano trasformate in lievi singhiozzi.

-Dai ora andiamo a prepararci e poi scendiamo a fare colazione- disse Adrian staccandosi da me e asciugandomi le lacrime.

-Perché? Dove andiamo?- chiesi tirando su col naso.

-Torniamo a casa. A Londra- gli avrei voluto dire che quella non era la mia vera casa, ma erano dettagli poco importanti.

-Ma dobbiamo finire il caso del ser- mi interruppe poggiando un dito sulle labbra.

-Ho già risolto tutto, abbiamo tutto quello che ci serve. Ci penseremo una volta che starai meglio, va bene?- annuii e così, il pomeriggio tornammo a Londra.

When the sun meets the moonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora