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La monotonia non mi era mai dispiaciuta, ma per quanto riguarda i miei sentimenti. Non avevo mai amavato uscire da quella soglia che avevo tracciato e provare di più. Mi creava solo incertezza, disagio. Mi faceva sprofondare in un tunnel che avevo sempre cercato di evitare, fatto di ansie, paure per l'ignoto, incertezze... tutte cose che mi provocavano un peso immane in prossimità del petto. Più precisamente, era il cuore a essere colpito.
Da tipo avventuriero e sregolato qual ero, può quasi sembrare dissonante come confessione, eppure era così. Io, che mi circondavo di individui conosciuti dal nulla per il puro obiettivo di non rimanere sola, non avevo mai voluto dedicare troppo affetto. In Corea avevo raggiunto le mie più grandi contraddizioni, la prima nata nel momento stesso in cui conobbi Hei-Ran e compresi subito che la nostra amicizia fosse speciale e completamente diversa, perché più profonda rispetto a quelle che avevo instaurato precedentemente. Poi arrivò anche Hueningkai, stravolgendomi del tutto. Da sempre scettica sugli amori al primo sguardo, mi innamorai di lui proprio con un colpo di fulmine. Eppure, ne ero così dipendente che questo mi provocava anche una serie di sensazioni negative. Magari potevo sbagliarmi, stavo attribuendo troppa rilevanza a quello che poteva benissimo essere un altro mio capriccio. Era quasi lecito descrivermi come una bambina viziata, dopotutto desideravo e pretendevo all'istante. Trasferirmi a Seoul ne era un esempio, ma già lo avevo fatto in passato. C'era la probabilità che Kai fosse solo un'altra mia pedina, ma annullavo questo pensiero non appena provavo a ragionare; se davvero stavo trattando quel sentimento per lui con superficialità – come credevo di star facendo –, perché allora mi facevo tante paranoie? Solitamente, chi non attribuisce il giusto peso alle cose, non si fa simili problemi, non si pone nemmeno mai delle domande sui propri atti. Mentre io, invece, per paura di ferire qualcuno che non riguardasse me, continuavo a tartassarmi con gli esami di coscienza. La mia preoccupazione non era illudermi di un amore vano, incostistente, vivido esclusivamente nella mia testa, no. Temevo che, in qualche modo – anche se non sapevo come –, avrei fatto del male agli altri.

Però mi piaceva Hueningkai, e questo sentimento non era in grado di sopprimerlo neppure la mia ansia. Che si trattasse di un semplice amore platonico, ancora non lo sapevo. A pugnalarmi il cuore, tuttavia, era la presenza di un'incognita, ossia la mancata certezza che Kai ricambiasse quanto io provavo nei suoi confronti.

E sebbene controproducente, perché c'era un alto rischio che io potessi farmi del male da sola, ero ostinata a scoprilo. O ancora, a farlo innamorare di me.

Coup de foudre 𐠟 HueningkaiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora