Vi anticipo subito che sono diecimila parole, sta a voi decidere se leggere questo capitolo infinito o no.
Bacio e buon venerdì, LorenaQuando vidi i miei amici entrare dalla porta della tavola calda spalancai gli occhi.
Cazzo.
Era un po' che li stavo ignorando.
Non volutamente.
Cioè forse un po' si, ma avevo le mie buone ragioni.
Che includevano un sorrisetto stronzo e due occhi magnetici.
E lezioni di danza classica, il corso di pilates, gli allenamenti due volte al giorno e una famiglia che richiedeva le mie attenzioni.
E quindi non è che avessi proprio avuto il tempo di concedermi un po' di svago.
Chicca e Matteo mi stavano fissando dall'altro lato del bancone.
"Beh? Che è sta storia che mo' sei il partner de Manuel cagacazzi Ferro?"
Piccolo particolare che avevo omesso. Chicca, una delle mie migliori amiche e ragazze più cazzute che conosca, si è presa un palo colossale, dritto in fronte, da Manuel Ferro, che ora odia e che probabilmente odia ancora di più me per aver accettato di essere il suo partner.
"Chì, che ti devo dire..." stavo pulendo ossessivamente il bancone del bar con un panno bagnato dal momento in cui erano entrati, sperai che il mio nervosismo non mi portasse a fare un bel solco nel marmo.
"Eh Simò... che me devi dì secondo te? Tipo spiegà il perché de sta scelta?"
"Ciao Simò" Mi salutò intanto Matteo, allungandosi oltre il bancone per darmi una pacca sul braccio.
Sorrisi a lui e scrollai le spalle nella direzione di lei.
"Senti Chicca..." cominciai con una mano davanti al suo viso.
"Poche storie Simò" mi interruppe subito. "Conciso e veloce, che qua se sparisci n'altra settimana te troviamo coi capelli viola".
"Non mi farò i capelli viola solo perché non ci vediamo Chicca" controbattei.
"Sì sì, mo' raccontame".
La ragazza si accomodò meglio sullo sgabello e Matteo la imitò senza fiatare, sapevo che non si azzardava a contraddirla neanche se si fosse trattato della fine del mondo.
"Fammi pure due caffè" mi ordinò.
Le feci un segno di assenso con la testa e mi voltai per prepararli.
"Quindi?" mi incalzò.
"Quindi non avevo scelta" cominciai. "Mi si è presentata questa occasione e non potevo rifiutare", scrollai le spalle e mi girai ad osservare la sua reazione.
Stava annuendo per dirmi di continuare.
"Lo sai quanto volevo tornare a pattinare Chicca. E gareggiare, e sentire quel brivido e..."
"O so io che brivido vuoi sentì tu" mi interruppe.
Risi alla sua battuta e poi mi voltai di nuovo verso la macchinetta.
"Hai capito che intendo".
"Ho capito Simò, ma proprio Manuel Ferro? Non c'era nessun altro stronzo che te se poteva pià in quel circolo immenso?"
Risi per il suo tono disperato e le rivolsi una smorfia.
Poi poggiai entrambi i caffè sulle tazzine e li portai davanti ai miei due amici.
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Evermore
FanfictionSimone Balestra ha trascorso un'intera esistenza sui pattini: è campione di pattinaggio di coppia - o meglio - lo era. C'è un problema però, il suo ultimo partner l'ha scaricato senza dispiacersi troppo e ora non sa come fare. E per quanto sia talen...