Prometti.

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-Reg, smettila!-

In quella fredda sera di febbraio, Daphne e Regulus se ne stavano rintanati in biblioteca per continuare le loro ricerche.
Regulus continuava a infastidire la ragazzina, stampandole baci sulla guancia e sulla fronte, mentre tentava di farle il solletico.
La vedeva preoccupata ogni giorno di più e voleva smorzare quella tensione.

-Dai... prendiamoci una pausa. Permettimi di farti rilassare un po'.-

Le cinse la vita, attirandola a se e sussurrandole quelle parole sul collo.

-Non posso distrarmi, non abbiamo tempo...-

Gli rispose sospirando e liberandosi dalla sua stretta.
Regulus sbuffò e indietreggiò fino a sbattere la schiena contro lo scaffale della biblioteca.
A causa dello scontro, uno dei tanti libri posizionati in alto cadde rovinosamente per terra.
Daphne tornò a sedersi al suo posto.

-"Il dono del 24."-

Regulus lèsse ad alta voce il titolo di uno dei paragrafi del libro che era appena caduto.
Era curioso, perché i caratteri non erano stampati, ma scritti a mano in un elegante corsivo.

-Durante tutte le notti del 24 aprile del corrente anno solare, è consueto celebrare la vigilia di San Marco...-

Quella data catturò l'attenzione della strega.

-Tutti i nati prima della mezzanotte di questa celebre data, possiedono un particolare dono: vedere i morti e i futuri defunti dell'anno. Ai possessori del dono basterà sostare sul sagrato di una chiesa sconsacrata e tracciare un marchio, denominato "linea di prateria" . Una volta completato il disegno, sarà possibile assistere alla processione delle anime grigie.-

Regulus chiuse il libro e lo porse a Daphne

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Regulus chiuse il libro e lo porse a Daphne.

-Dai un'occhiata, non ne avevo mai sentito parlare.-

Sei maledetta, mia cara.

-Il 24 aprile è il giorno del mio compleanno...-

Asserì, stringendo il libro dalla copertina nera fra le mani.

-Quindi tu... Riesci a vedere gli spettri e quelli che lo diventeranno?-

Daphne annuì e Regulus prese atto di qualcosa di davvero spiacevole.

"Nel sogno tu stavi male, me lo ricordo! Quella grotta era così spaventosa..."

Quelle parole gli risuonarono nella testa.
No, sicuramente si stava sbagliando...
Non voleva morire, non poteva.

-Io devo andare, scusami.-

Daphne tentò di fermarlo, chiedendo spiegazioni ma Regulus pareva non riuscire a sentirla.
Arrivò in bagno, chiuse la porta sbattendola alle sue spalle e si diresse verso i lavandini.
Poggiò le mani ai bordi di ceramica, stringendoli.

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