Fratelli e Sorelle.

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Erano circa le dieci del mattino e Daphne stava quasi finendo la sua colazione, seduta al tavolo dei Serpeverde nella sala grande, anche se piuttosto in ritardo.
Dalla fine delle vacanze natalizie non era più riuscita a chiudere occhio e per questo arrivava sempre in ritardo alle lezioni o le saltava, come era capitato quel giorno.
Aveva la costante paura di risentire la voce dello spettro e di rivivere un'altro di quella specie di terrificante sogno lucido, che le era capitato qualche tempo prima.
Voleva delle risposte su molte cose, a partire dalla sua mancata morte, ma non sapeva a chi rivolgersi: dato che l'unica persona che le avrebbe potuto dare informazioni si trovava rinchiusa ad Azkaban.

Papà, se quello che ho visto è reale, in che guaio ti sei cacciato?

Stava lentamente impazzendo, eppure fingeva che andasse tutto per il meglio.

-Siamo mattinieri, piccola serpe! Di questo passo la tua media comincerà a somigliare alla mia!-

Sirius sbucò alle spalle della ragazza, seguito da James, Remus e Peter Minus.

-Sir, vuoi per caso farmi venire un colpo? E poi sta tranquillo, che anche un topo riuscirebbe a ottenere dei voti migliori dei tuoi! Senza offesa Codaliscia.-

Non era per niente in vena di scherzare.

-Qui qualcuno è di cattivo umore, oggi...-

Bisbigliò James, prendendola in giro e Daphne roteò gli occhi visibilmente infastidita.

-Ragazzi, io non posso saltare un'altra ora di lezione, ci vediamo dopo... C-ciao anche a te D-Daphne!-

Peter li congedò frettolosamente e la strega non poté fare a meno che assottigliare lo sguardo e fissarlo andare via.
Non le era mai piaciuto e si chiedeva spesso come potesse far parte della banda dei malandrini, visto il suo scarso coraggio e senso dell'umorismo.

-So io cosa ti ci vuole! Una bella boccata d'aria fresca! Hai visto che sole c'è oggi?-

Disse Sirius, invitandola ad alzarsi dalla panca.

-No, Sir... Sono davvero stanca, lasciatemi in pace.-

I tre Grifondoro si lanciarono degli sguardi fugaci e la circondarono.

-Pronti?-

Chiese James agli amici, e in un batter d'occhio la presero dalle braccia e la trascinarono via correndo.

-Ragazzi, per favore fermatevi!-

Urlò Daphne fra le risate, mentre le sue gambe non smettevano di andare veloci.
Sirius e Remus la tenevano per mano, facendosi strada fra la folla di studenti che occupava l'atrio.
Quel quindici di gennaio il sole brillava alto nel cielo, riscaldando le antiche mura di pietra della scuola e una volta varcato il cortile, i raggi bollenti accarezzarono il viso pallido della ragazza, facendola sorridere.

-Non dirmi che volevi perderti questa fantastica giornata?-

Sentenziò James.
E in effetti aveva ragione.
Si sistemarono seduti sul prato a chiacchierare del più e del meno, mentre Daphne se ne stava sdraiata con la testa poggiata sulle gambe di Sirius e gli occhi chiusi; beandosi del tocco delle sue dita fra i capelli.

-Sir, di questo passo la farai addormentare!-

Esclamò James, per poi strattonare Remus verso il basso e mimare le dolci carezze di Sirius.
Daphne sorrise, scosse leggermente la testa e posò una mano su quella del suo migliore amico per non farlo smettere.

-Non provarci neanche, Black.-

Sirius le strinse le guance e avvicinò pericolosamente il viso a quello della ragazza.

Black Stardust.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora