L'altro fratello.

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Daphne non riusciva a decifrare precisamente quello che stava provando in quel momento, sapeva solo che faceva male.
Lo stomaco le bruciava, come se nelle viscere fosse scaturita una fiamma e a un certo punto credette di poter prendere fuoco.
Perché quella ragazza stava così vicino a Regulus? Perchè lo stava toccando e perché lui non si sottraeva alla sua carezza?
Ne aveva abbastanza di quella spiacevole visuale, così girò i tacchi e andò via.
Solitamente quando stava male e desiderava non essere disturbata da nessuno, sgattaiolava nel cimitero di Nesrin e trascorreva ore interminabili appollaiata sulla tomba di sua madre.
Ma per sua sfortuna non si trovava a Ravenville e a Hogwarts era severamente vietato smaterializzarsi, per cui doveva accontentarsi delle sponde del lago nero.
Si fermò sotto un salice e quando una ventata di aria fresca le colpì il viso chiuse gli occhi e respirò a pieni polmoni.

-Vuoi rubarmi il posto?-

Daphne voltò immediatamente il capo, non aspettandosi di udire quella voce.

-Non mi sembra che sia mai stato solamente tuo.-

Sirius avanzò verso di lei, squadrandola dalla testa ai piedi.

-Sai, è da un po' di tempo che ci vengo per stare da solo.-

Il tono della sua voce era calmo, ma Daphne ci colse una punta di malinconia.

-Tu odi stare da solo.-

Constatò.

-Forse sto imparando a rivalutare la cosa, non è poi così male.-

Daphne trattenne un sorriso, si sedette ai piedi del salice piangente e Sirius la imitò, però mantenendo la debita distanza.

-Come stai?-

Si azzardò a chiedergli.

-Mi manchi.-

Ammise mirandola negli occhi scuri, simili ai suoi.

-Anche tu, Sir.-

Avrebbe voluto avvicinarsi a lui e abbracciarlo fino a soffocarlo, l'avrebbe pregato di stringerla a sua volta e di perdonarla per avergli spezzato il cuore.
Poi, si chiese se questo suo desiderio avesse potuto, in qualche modo, recare fastidio a Regulus.

-Sai perché mi piace questo posto?-

Le domandò e la strega scosse piano la testa, facendo ondeggiare i lunghi boccoli corvini.

-Perché mi ricorda te, mi ricorda tutti i pomeriggi trascorsi sdraiati sull'erba: tu che tentavi di studiare e io che come al solito ti infastidivo...-

Sirius stava soffrendo disperatamente.
Non aveva mai perso la testa per una ragazza, ma a causa di Daphne addirittura gli faceva male il cuore.

-Non ci ho mai portato nessun altro qui. E tu?-

Aveva paura di udire la sua risposta, temeva che Daphne pronunciasse un "Si" seguita da "Regulus".
Non l'avrebbe retto.

-No, nemmeno io.-

Daphne estrasse dalla tasca della sua toga nera la lettera inviatale da suo padre e se la rigirò fra le mani.

-Me l'ha scritta papà, sai? Gli hanno concesso di tenersi in contatto con me ed Evan.-

Sirius sapeva bene quanto la strega volesse bene a suo padre e quanto soffrisse per la sua assenza e non poteva non essere contento per quella notizia.
Se doveva essere sincero, non aveva mai avuto un gran rapporto con Bram Rosier (così come con tutto il restante della famiglia), anzi non lo conosceva affatto.
Certo, sapeva che fosse il fratello maggiore di sua zia Druella, madre delle tre sorelle Black, ma oltre ad averlo incrociato distrattamente qualche volta a casa loro non ci aveva mai avuto a che fare.
Fu anche una sorpresa per lui, scoprire che avesse dei figli.
Ricordava perfettamente il giorno nel quale aveva incontrato Daphne ed Evan per la prima volta: una tempestosa notte di novembre.
Fra le mura di Grimmauld Place aleggiava un silenzio tombale, spezzato sporadicamente da qualche tuono funesto; lui e il piccolo Regulus se ne stavano appollaiati sul davanzale della finestra del salotto, disegnando delle figure con le dita sul vetro ricoperto dalla condensa.

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