La Stella.

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La preziosa spazzola d'argento, accarezzava i lunghi e neri boccoli di Daphne, cercando di districare ogni nodo presente con cura.
Si stava preparando e si augurò di apparire impeccabile, perfetta per incontrare il restante della stirpe dei Black.
Infilò un'abito di seta nero, dalla gonna vaporosa lunga fino al ginocchio e le maniche di pizzo del medesimo colore.
Poi, si rese conto di somigliare a uno dei cadaveri che i suoi zii imbellettavano prima della sepoltura.
Dopo la sgradita visita di quella mattina, in casa era calato il più tombale dei silenzi, spezzato sporadicamente da qualche bisticcio fra Bellatrix e sua sorella Andromeda.
La tensione era evidente, soprattutto sui volti tirati dei padroni di casa, ma non si riusciva a capirne il motivo.
Ed era strano per i Black possedere dei segreti: non li avevano mai tollerati.
Vivevano tutti sotto lo stesso tetto, quindi cosa sarebbe mai potuto passare inosservato ai loro occhi?

Probabilmente solo un'imminente morte e l'apparizione di uno spettro.

Secondo le antiche leggende studiate al corso di "Storia della magia", uno spettro è frutto dello scontro fra il mondo dei vivi e quello dei morti e la sua apparizione indica unicamente l'arrivo di avvenimenti funesti.
Ma quali essi siano non è dato saperlo.

-Non vedo l'ora di rivedere Sirius! Ho tantissimi altri romanzi da consigliargli!-

Esordì Andromeda e sua sorella Narcissa rise, prendendosi gioco di lei.

-Credi davvero che a nostro cugino interessi quella squallida roba da babbani? Sei ridicola!-

Daphne per un momento distolse gli occhi dal suo riflesso nello specchio, puntandoli sulla figura avvilita di Andromeda.

-Io invece sono sicura che li apprezzerà moltissimo.-

Tentò di rincuorarla e Narcissa fece roteare lo sguardo, infastidita dalla solita gentilezza di Daphne.

-Per Salazar, Daph! La smetti di darle corda?-

Andromeda le accarezzò la spalla e poi le stampò un bacio candido sulla guancia, ringraziandola del suo appoggio.

-Oh, Daphne, Daphne... Mi chiedo ancora il perché tu sia stata smistata in serpeverde!-

Esclamò Evan, prendendo in giro sua sorella e facendo il suo teatrale ingresso nella stanza.

-Fratello, faresti meglio a chiudere quella boccaccia.-

Riservò una smorfia al biondo e continuò ad armeggiare con i vari fermagli, cercando di tenere i suoi boccoli a bada.
Ad essere onesti, quell'imbecille di ragazzo aveva ragione: fin da bambina, Daphne aveva temuto il momento in cui sarebbe stata smistata dal cappello parlante in una delle quattro casate di Hogwarts, perché non era sicura al cento per cento di finire in serpeverde, come suo fratello e tutto il restante della famiglia Rosier.
Di serpeverde in lei c'era ben poco e magari sarebbe stata una perfetta corvonero.
Però poi pensò al disonore che avrebbe creato al suo cognome e a suo padre, se mai da Azkaban ne fosse venuto a conoscenza, e non avrebbe mai sopportato di essere trattata alla pari di Sirius Black.

La pecora nera più amata di Hogwarts.

-Ma insomma, cosa hai fatto a questi poveri capelli? Oh, Daphne! Se non ci fossimo io e il mio buon gusto che fine faresti?-

La bruna fece spallucce e lasciò che Narcissa si prendesse cura di lei.

-Cissy, secondo te cosa ci facevano i Carrow a casa nostra?-

Chiese curiosa e le guance della bionda si tinsero stranamente di una sfumatura rosea.

-Non ne ho la più pallida idea... So solo che sono immischiati in affari oscuri, tanto oscuri.-

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