Caro diario.

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Di notte fra i corridoi di Hogwarts aleggiava un silenzio impenetrabile, spezzato di tanto in tanto dal rumore dei passi dei prefetti delle quattro casate, che svolgevano il turno della ronda.
La scuola sembrava riposare indisturbata sotto il cielo scuro, simile a un velluto nero trapuntato da stelle argentee.
Tutto pareva essere dormiente: come lo erano gli studenti, i professori e i fantasmi dei dipinti.
Ma sulla cima della torre di astronomia due giovani maghi restavano svegli, beffandosi del protocollo.

-Questa si che è una notizia straordinaria.-

Aveva esclamato Regulus, non appena Daphne gli aveva raccontato della lettera ricevuta da suo padre dopo anni di assenza.

-Volevo che fossi tu il primo a saperlo ma...-

Ma è arrivato prima l'altro Black.

-Lo so. Narcissa me lo ha detto e non sai quanto mi dispiace di non esserci stato.-

Regulus non chiedeva mai scusa, farlo non era fra le sue abitudini; l'unica cosa che riusciva a fare era dire "mi dispiace".

-Sei qui adesso.-

Daphne intrecciò le loro mai e se le portò al viso, chiudendo gli occhi per bearsi di quel contatto così dolce.

-Hai già in mente cosa scrivergli?-

La ragazza scosse la testa.

-No, anche se vorrei chiedergli tante cose: su di lui, su mia madre e sui miei sogni...-

Avrebbe voluto aggiungere "anche su un certo Tom." ma se lo tenne per se.

-È rischioso. Ricorda che le vostre conversazioni sono pur sempre tracciate dal ministero e queste domande potrebbero destare sospetti.-

Daphne annuì, dando ragione alla razionalità di Regulus.

-È vero, hai ragione.-

I pensieri della ragazza si focalizzarono sul libro misterioso trovato in biblioteca, che in quel momento era custodito nella sua borsa, e poi al gramo.
Volse lo sguardo al cielo e notò che il vento continuava a spostare banchi di nuvole bianche e una di queste prese la forma di una bestia.

Il gramo.

Decise di non affrontare l'argomento con Regulus, poiché non voleva turbarlo ulteriormente.
Decise che sarebbe stato meglio così per lui.

-Anche io ho una notizia da darti, anche se non è gioiosa quanto la tua... Mia madre ha chiesto a me e a Sirius di tornare a casa durante questo fine settimana. Ha già parlato con Silente per ottenere i permessi.-

Quando il suo gufo gli aveva consegnato quella lettera il suo cuore era sobbalzato e una scarica di adrenalina lo aveva pervaso: forse finalmente Orion e Walburga avevano deciso che lui era pronto.

-È successo qualcosa di grave?-

Le chiese perplessa, ma Regulus si limitò a scuotere la testa.

-Affatto, niente di cui tu debba preoccuparti.-

Dopo qualche ora decisero di ritornare nelle loro stanze da letto a causa della stanchezza e del vento freddo che si abbatteva sulla torre di astronomia.

-Fai bei sogni, strega.-

La baciò per darle la buonanotte e si separarono.
Daphne si spogliò dalla divisa e indossò la sua camicia da notte, cercando di non fare troppo rumore per non disturbare il sonno delle sue tre cugine.
Una volta essersi infilata sotto le calde e confortevoli coperte verde smeraldo chiuse gli occhi, tentando disperatamente di prendere sonno, ma ogni sforzo le sembrava inutile.
Si girava e rigirava nel letto ma c'era qualcosa che la disturbava e stranamente la colpa non era del russare sommesso di Bellatrix.
Sbuffò e innervosita si alzò dal letto, dirigendosi verso la sua borsa e tentennante la aprí, estraendo quello strano libro dalla copertina nera.
Uscì dalla stanza e si accomodò su uno dei divani piazzati nella sala comune.
Cominciò a fissare l'oggetto e a porsi una raffica di domande.

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