03 SAN | M

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Una volta arrivato a casa, mi misi sul mio letto a contemplare il soffitto, ancora incredulo per quello che era successo, quando sentii il telefono squillare. Hongjoong. Sospirai prima di rispondere.

"Allora, come è andata?! Ti sei fatto un bel giro?!"

Mi passai la mani sul viso, sospirando.

"Sei uno stronzo."

"Perché?? È andata male?"

"N-No. È andata bene. Dopo un inizio disastroso. Ancora non mi capacito di come tu mi abbia spinto a fare una cosa del genere."

Lo stronzo rise. "Addirittura disastroso? Perché? Non ti si alzava?"

"Non sono affari tuoi!"

"Va bene, va bene. Immagino che non mi racconterai i dettagli..."

"Infatti, non lo farò."

Dopo un attimo di silenzio, Hongjoong, senza peli sulla lingua, chiese: "Beh, sei gay quindi? L'hai capito?"

Ripensai alla bocca del ragazzo attorno a me. Ai suoi occhi scuri. Mi schiarii la gola. "S-Sì. Direi di sì."

"Avevo ragione o no che scoparti qualcuno ti avrebbe aiutato?"

Mi sentii avvampare. "Non ho scopato nessuno in verità..."

"In che senso?!"

"Insomma... non me la sentivo, okay? È successo... altro però. Ecco."

Lui rise fragorosamente. Lo odiavo. "Avrei dovuto immaginarlo. Senti, sei pronto a buttarti nel mondo reale? Perché un mio collega ci ha visti insieme e mi ha tempestato di domande sul tuo conto—"

"Frena. Non... non so se mi va ora come ora. Devo rifletterci, okay? Ora devo andare."

"Sicuro di stare bene, amico? Hai una voce strana."

"Sto bene... sono solo... frastornato immagino."

"Va bene, ne riparliamo domani allora."

Finalmente riattaccò. Mi raggomitolai su me stesso. Avevo la pelle umida di sudore per il caldo tipico delle ultime settimane estive, ma il calore che sentivo dentro di me era anche di più. Avrei voluto toccarmi al pensiero di quello che era successo con il ragazzo, ma mi trattenni. "A presto", aveva detto. Non sapevo se sarebbe stato davvero il caso di tornare a fare una cosa del genere, ma l'idea di non vederlo più mi rattristava. Ero così patetico da affezionarmi ad un prostituto dopo un pompino? Evidentemente sì, dal momento che l'idea di uscire con l'amico di Hongjoong non mi allettava affatto.

Dio, in che situazione mi ero cacciato? Avrei fatto meglio a chiuderla qui. A buttarmi nel mondo reale, come aveva detto Hongjoong. Non avrebbe fatto bene né a me, né al mio portafoglio rivedere il ragazzo. Oltretutto, era probabile che fosse stato così carino con me e mi avesse fatto dei complimenti solo perché era il suo lavoro. Lui avrebbe letteralmente guadagnato dei soldi se mi fossi fatto impressionare abbastanza da tornare. Non potevo farmi abbindolare così facilmente.

Alla fine, però, durai una settimana prima di prenotare un altro incontro con Mirae. Quel nome proprio non mi piaceva. Stavolta non lo dissi ad Hongjoong. Mi vergognavo da morire. Non quanto la prima volta, ma abbastanza da non dirlo neppure al mio amico, che non era di certo un santo.

Mentre mi facevo accompagnare alla camera, continuavo a sistemarmi gli occhiali sul naso. Un tic nervoso che mio padre definiva irritante all'inverosimile. Non ero mai riuscito ad evitare di farlo, tuttavia. Quando il ragazzo aprì la porta, mi sorrise con l'aria di uno che la sapeva lunga. Era bellissimo.

GUILTY PLEASURE ~ WoosanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora