11 - SAN

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Dopo essermi fatto una doccia e calmato, auto convincendomi che ci fosse una spiegazione per l'atteggiamento di Wooyoung e che non volesse davvero farla finita, uscii di casa, dirigendomi verso il quartiere a luci rosse che mai avrei pensato di frequentare così tanto in vita mia.

Una volta dentro, venni, come di consueto, fermato dall'uomo alla porta. Ormai mi conosceva e mi guardò con aria stanca ed esasperata.

"Mirae è con un cliente adesso, dovrai aspettare," disse, prima che potessi anche solo aprir bocca. Sentii un tuffo al cuore. Quindi in questo preciso momento, Wooyoung stava facendo sesso con un altro uomo a solo un piano di distanza da me? Mi veniva da vomitare. Mai nella mia vita avrei creduto di poter sopportare qualcosa del genere. Ma ero ancora qui. L'amore cambiava davvero gli uomini.

Vedendo che me ne stavo impalato, l'uomo sospirò. "Vuoi... non lo so... sederti? Ci vorrà una mezzora ancora."

"Oh. Sto bene in piedi, grazie."

"Senti," iniziò lui, con malcelata curiosità. "Che succede tra te e Mirae? Non sarai così stupido da esserti innamorato di lui, vero?"

Risi, perché in alternativa sarei solo potuto scoppiare a piangere per l'ennesima volta.

"Qualcosa del genere."

Dopo un'interminabile attesa in cui quell'uomo, probabilmente per pietà, aveva cercato di fare conversazione con me, quest'ultimo alzò lo sguardo.

"Hanno finito."

Mi voltai per vedere un uomo di mezza età scendere le scale con aria rilassata. Lo osservai. Non si era neppure disturbato a sfilare la fede. Il sangue iniziò a ribollirmi nelle vene. Avrei voluto togliergli quell'espressione compiaciuta dalla faccia a suon di pugni per essere stato con il mio... il mio... il mio qualcosa. Ma non lo feci, perché avevo ben altro da fare.

Senza perdere tempo, corsi su per le scale. Bussai, ma non aprì nessuno. Decisi di entrare. Fanculo le buone maniere. Mi resi conto che Wooyoung doveva essere in doccia perché sentivo l'acqua che scorreva. Mi chiusi la porta alle spalle. Girai a chiave. Se si fosse presentato un cliente in quel momento, col cazzo che l'avrei lasciato entrare.

Improvvisamente, mi resi conto del perché quel luogo fosse sempre permeato di quel profumo stucchevole. Era per cercare di coprire l'odore di sudore e sperma, che in quel momento mi stava soffocando, dal momento che lui e quell'uomo avevano appena finito. Mi venne un conato di vomito e mi appoggiai al muro. Non avrei potuto sopportare questa situazione ancora a lungo. Ma prima di tutto, avrei dovuto assicurarmi che ci fosse ancora qualcosa da dover sopportare, dal momento che Wooyoung mi aveva dato il ben servito solo poche ore prima.

Un problema alla volta.

Quando Wooyoung uscì dal bagno, indossando la consueta vestaglia che conoscevo ormai bene, sobbalzò per lo spavento.

"San! Che cosa ci fai qui??"

"Wooyoung, dobbiamo parlare."

Mi prese alla sprovvista quando, con due lunghe falcate, mi raggiunse, afferrandomi le spalle. Sembrava tremendamente agitato. "Ti ha visto qualcuno venire qui??"

"Che cosa...? Non credo, perché?"

"Pensaci bene, ti ha visto qualcuno o no??"

Sembrava nel panico. Non capivo cosa stesse dicendo e quale fosse il problema, ma vedendomi esitare iniziò a spintonarmi verso la porta.

"Devi andartene subito, vattene."

No. Non si sarebbe liberato di me così facilmente. Mi doveva almeno una cazzo di spiegazione. Lo spinsi a mia volta. Lui fece un passo indietro, sorpreso, e lo afferrai per la vestaglia.

"Non vado da nessuna parte finché non mi dici che ti prende! Finché non mi spieghi perché mi hai detto quelle cose! Non puoi voltarmi le spalle dopo avermi detto che sei innamorato di me. Non puoi voltarmi le spalle," ripetei, ricordando le parole che il ragazzo aveva precedentemente rivolto a me. "Non ci credo che non provi più niente per me, dimmi cosa c'è, non me ne vado finché non me lo dici!"

Wooyoung sembrava completamente frastornato a causa del mio sfogo e continuai a scuoterlo, ripetendo in modo sconnesso che doveva dirmi cosa non andava, che non poteva abbandonarmi così. Stavo perdendo la testa. Mi sembrava di essere in un vortice e mi si stava appannando la vista. Improvvisamente, Wooyoung mi afferrò i polsi, urlandomi in faccia.

"Volevo solo proteggerti!"

Il suo urlo mi riportò alla realtà bruscamente.

"...Proteggermi? Da cosa??"

"Soobin," disse lui.

Cosa diavolo doveva significare?! Non ci stavo capendo niente. Avevo la sensazione di essermi perso più di qualche passaggio.

"Cosa c'entra lui?!"

Wooyoung prese un respiro profondo e chiuse gli occhi. Sembrava davvero sconvolto. Poi, finalmente, parlò.

"Mi ha ricattato. Ha detto che sapeva tutto, sapeva che mi prostituivo e che tu eri stato mio cliente. Ha detto che se ti avessi anche solo parlato di nuovo l'avrebbe detto a tutti e ti avrebbe distrutto la carriera."

Finito di parlare, scoppiò a piangere. Ero completamente esterrefatto. Avevo il cuore che mi martellava nel petto. Come diavolo faceva a sapere tutte queste cose, quel ragazzino? E perché mai avrebbe dovuto minacciare Wooyoung per questo? Come se mi avesse letto nel pensiero, Wooyoung iniziò a colpirmi il petto, improvvisamente infuriato.

"Te l'avevo detto che lui non era solo gentile con te! Te l'avevo detto! È un dannato psicopatico cazzo!"

"E tu, invece, perché quando è successo, non hai pensato di dirmelo??" Mi stavo iniziando ad arrabbiare a mia volta. "Come hai potuto pensare che fosse meglio allontanarmi completamente, invece di dirmi semplicemente cos'era successo?!"

"Non sapevo cosa fare! Mi ha detto di starti lontano!"

Ero incredulo e arrabbiato. "Voi ragazzini pensate sempre di dovervela cavare da soli!"

Wooyoung si accasciò contro di me, bagnandomi la gola di lacrime, stringendo la mia maglietta come se ne andasse della sua vita. Mi si spezzò il cuore e tutta la mia rabbia si dissolse come fumo. Lo strinsi tra le braccia e iniziai ad accarezzargli i capelli.

"Oh Woo, avresti dovuto parlarne con me. Va tutto bene adesso. Calmati."

Wooyoung continuava a singhiozzare. "Non potevo permettergli che ti facesse del male per colpa mia! Io — Io ti amo. Ti amo davvero."

Ebbi un tuffo al cuore. Aprii la bocca per dirgli che lo amavo anche io, ma non mi uscii niente. Non ero pronto. Gli baciai i capelli, stringendolo più forte.

"Non piangere più. Ci penso io, va bene? Sistemerò tutto. Non devi preoccuparti. Domani andrò a parlare con lui."

"No!" urlò Wooyoung. "Non farlo. Non voglio che gli stai vicino. Non voglio che gli parli da solo. Lui potrebbe..."

"Cosa potrebbe fare? Wooyoung, so che potrebbe sembrarti tutto spaventoso adesso, ma ti prometto che andrà bene. Non può farmi niente. Ti fidi di me?"

Lui annuì contro il mio collo. Mi staccai da lui quel tanto da poterlo baciare. Lui schiuse immediatamente le labbra per me e mi afferrò i capelli con forza, quasi dolorosamente. Non riuscivo ancora a capacitarmi di quello che era successo. Ero scioccato. Soobin era solo uno studente particolarmente zelante, nella mia testa, mi era sempre sembrato gentile. Forse un po' invadente, ma un bravo ragazzo. Cosa aveva detto a Wooyoung per ridurlo così?

Avrei risolto tutto. Domani. Lo avevo promesso a Wooyoung ma lo promisi anche a me stesso.


GUILTY PLEASURE ~ WoosanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora