14 - WOOYOUNG | M

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Io e San uscimmo dall'appartamento di Hongjoong mano nella mano. Mi sentivo elettrizzato. Felice. Speranzoso. Per la prima volta nella mia vita qualcuno era disposto a fare di tutto per aiutarmi. Grazie a lui, sarei finalmente riuscito davvero a dare una svolta alla mia condizione.

Sarei andato a parlare l'indomani stesso con il proprietario del bordello, San mi avrebbe accompagnato, e poi avrei iniziato la mia nuova vita. Avevo intenzione di trovarmi un lavoretto, non volevo stare a scrocco a casa di San senza neppure contribuire alle spese, anche se lui voleva che prima di tutto mi concentrassi sui miei studi. Dio. Come avevo fatto a trovare un uomo del genere? Avevo sognato il professor Choi a lungo prima di scoprire com'era nella vita reale, ma il vero San superava di gran lunga quello della mia immaginazione.

Non appena entrammo nel suo appartamento, lo inchiodai alla porta, avvinghiandomi a lui come se ne andasse della mia vita. Era letteralmente il mio salvatore, non lo avrei lasciato andare mai. Mai. Lui sembrò per un attimo sorpreso, ma ricambiò il bacio con altrettanto fervore. Gli afferrai la maglietta, mormorando contro la sua bocca "toglila, toglila, voglio sentirti". I nostri vestiti si accatastarono sul pavimento e lui iniziò a spingermi verso il letto.

Andammo a sbattere più di una volta durante quel breve tragitto, ma non me ne importava un accidente e, quando finalmente raggiungemmo il letto, lo spinsi sopra di esso solo per riprendere a divorarlo. Gli tolsi gli occhiali, l'ultima cosa che gli era rimasta addosso, in modo che potesse muoversi più liberamente. Lui, con mia sorpresa, avvolse la mano attorno alla mia erezione di sua iniziativa ed iniziò a toccarmi, facendomi crollare sulla sua spalla. Dopo un istante, gli presi il polso, costringendolo a fermarsi. Stavamo entrambi ansimando.

"Cosa vuoi fare?" chiesi senza fiato.

"Quello che vuoi tu," rispose semplicemente lui. "Voglio farti felice."

Potevo davvero chiedere tutto quello che volevo? Non sapevo cosa fare. Ero abituato a compiacere gli altri, non me stesso. Dopo un istante di esitazione, misi da parte l'imbarazzo e parlai.

"Posso... posso scoparti? Non sentirti obbligato. È solo che... pochi dei miei clienti me lo chiedevano, quindi non è una cosa che faccio spesso. Non molte persone si sentono a loro agio a mettersi in una posizione di debolezza con me, quindi... mi sembra una cosa un po' speciale. Ma se non vuoi capisco," mi affrettai ad aggiungere. "Non è un problema, sai che adoro quando sei dentro di me. Mi va bene tutto."

"N-No, va bene," disse lui, rosso in faccia. "Non ti nascondo che la cosa mi rende un po' nervoso e non sono sicuro possa piacermi. Ma mi fido di te."

"Okay, va bene, grazie," dissi.

"Il lubrificante e i preservativi sono nel cassetto," disse.

Alzai un sopracciglio.

"Li ho comprati nel caso... insomma, fossi venuto qui."

Sorrisi e presi il lubrificante. Me lo misi sulle dita, massaggiandole tra loro per scaldarlo. Quando mi voltai verso San, si era trasformato in una tavola di legno. Sembrava estremamente nervoso e non così tanto convinto. Stavo per dirgli di lasciare perdere, poteva scoparmi lui come sempre, ma poi pensai che ci sarebbe rimasto male se non fosse riuscito ad accontentarmi. Sembrava deciso a compiacermi.

Mi sdraiai accanto a lui, baciandolo per farlo rilassare. Con la mano, iniziai a massaggiargli l'ano e, dopo un po', spinsi un dito dentro di lui. Dio, avevo dimenticato quanto fosse stretto. Sicuramente era dovuto al fatto che fosse vergine, da quel punto di vista, ma probabilmente era dovuto ancora di più all'agitazione. Mossi il dito dentro di lui, stimolandogli la prostata. Anche se stava gemendo, ansimava troppo per avere dentro di sé solo un dito, che peraltro mi stava stritolando. Non sarei mai riuscito ad entrare, così. Lo estrassi da lui.

GUILTY PLEASURE ~ WoosanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora