15 WOOYOUNG - EPILOGO

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5 anni dopo

Non appena rientrai a casa, fui accolto dal profumo invitate di qualcosa che bolliva in pentola. San era di fronte ai fornelli, con un grembiule, a mescolare pigramente il contenuto del pentolone, canticchiando. Non sapevo quale fosse il suo segreto, ma ogni giorno mi sembrava più bello del giorno precedente. Aveva addosso le cuffiette e stava ascoltando una canzone, quindi non mi sentì rientrare. Sorrisi, guardandolo per un po'.

Avevo iniziato a lavorare da qualche mese in un laboratorio come biologo. Era stato difficile adattarsi agli orari classici della vita da lavoratore dopo aver fatto tanti anni da studente, coccolato ed incoraggiato perennemente da San. Mi stavo ancora abituando, ma la felicità che provavo quando tornavo a casa e lo trovavo lì era impagabile.

Oggi era un grande giorno. Sebbene in tutti quegli anni avessi lavorato in un bar nei weekend, giusto per mettere da parte qualche soldino e aiutare San con le spese della casa, San non aveva voluto che gli restituissi un centesimo dei soldi che aveva speso per liberarmi dal bordello. "Usa quello che guadagni per comprarti delle cose che ti piacciono," diceva sempre. "Mi restituirai i soldi quando avrai un lavoro vero."

Avevo iniziato a versare il mio stipendio a lui da quando avevo iniziato a lavorare full time. Non è che prendessi un granché, dato che ero l'ultimo arrivato, ma con lo stipendio che avevo ricevuto oggi, avrei finalmente potuto saldare il debito che avevo con San. Non che lui me lo facesse pesare, ovviamente, ma io lo sentivo come un macigno sulla coscienza. Vivendo con lui, mi ero reso conto che non navigasse affatto nell'oro. Aveva usato i suoi risparmi per me, invece di usarli per sé stesso. Quel gesto mi aveva commosso nel profondo e non l'avrei mai dimenticato. Non vedevo l'ora di potergli restituire il favore. Un giorno sarei riuscito anche a comprargli qualcosa di bello. Meritava di avere tutto quello che voleva, anche se spesso diceva che voleva solo me.

Gli arrivai le spalle e gli strinsi la vita. Lui sobbalzò, ma poi si tolse le cuffie e gettò la testa all'indietro in modo che potessi baciargli la guancia. Si voltò, allacciandomi le braccia al collo.

"Com'è andata oggi?"

"Bene. Oggi è un grande giorno."

Lui sollevò un sopracciglio. "Perché?"

"Ho ricevuto lo stipendio! Sai cosa significa questo??"

"Che cosa significa?"

"Che finalmente potrò saldare il mio debito con te! Sono finalmente libero!" Esclamai, catturando le sue labbra in un bacio. Tuttavia, quando mi staccai, lo vidi fare una strana espressione. Sembrava... imbronciato?

"Ehi, che c'è?"

"Ora che non sei più mio debitore, come farò a farti restare in circolazione?"

Scoppiai a ridere.

"Mmm, non lo so. Potresti sposarmi. È un contratto abbastanza vincolante, da quel che ho sentito dire."

A San andò di traverso la saliva e iniziò a tossire. Io stesso mi stupii per quello che avevo detto e divenni paonazzo.

"Cosa?!" disse San. "Non - non scherzare su queste cose, Woo."

Non appena ebbe parlato, mi resi conto di una cosa. Non stavo scherzando affatto. Anche se non avevo programmato di farmi uscire quelle parole dalle labbra, sapevo benissimo che avrei voluto sposarlo, un giorno. Che non avrei mai più voluto nessun altro per tutta la mia vita.

"Non sto scherzando. Sposiamoci."

Lui mi guardò a bocca aperta per un attimo. Per qualche motivo, gli si erano addirittura storti gli occhiali sul naso e glieli sistemai con una risatina.

"Voglio esserci in ogni tuo momento di difficoltà e di gioia. Io ti appartengo e tu mi appartieni. È stato così dall'inizio e voglio che sia così per tutta la vita. Perché non dovremmo sposarci?"

"Jung Wooyoung... non finirai mai di sconvolgermi la vita, vero?"

"Puoi considerarla una promessa."

"Immagino di doverti proprio sposare, allora," disse, con tono volutamente leggero. "Altrimenti chissà quante pazzie combineresti, senza di me a vegliare su di te."

"È un sì?"

"Secondo te?" disse lui, ridendo.

Scoppiai a ridere anche io e riprendemmo a baciarci. Ci fermammo solo quando sentimmo l'odore di bruciato provenire dalla pentola dimenticata sul fornello. Forse non era stata la proposta dei sogni, ma non riuscivo a pentirmene.

Nella nostra relazione era stato tutto fin dall'inizio casuale e decisamente non perfetto. Dal nostro primo incontro, ad oggi, era stata tutta una serie di sbagli e cambi di rotta, aggiustamenti e un aiutarsi a vicenda. Quindi, tutto sommato, mi dissi che una proposta maldestra ed imperfetta non poteva che essere quella giusta per noi.



--------AUTHOR'S NOTES

Siamo giunti al termine di questa storia che, seppur più breve e semplice delle altre che ho scritto, spero comunque vi sia piaciuta <3

Grazie di cuore a chi è arrivato fin qui e fatemi sapere le vostre impressioni :)

GUILTY PLEASURE ~ WoosanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora