10 - SAN

642 40 15
                                    


Dopo quella che parve un'eternità, il mio cellulare squillò di nuovo. Risposi con mani tremanti.

"Sono qui. Dove sei?"

"...Sono... nella seconda aula a destra, primo piano."

"Arrivo."

Dopo pochi minuti, la porta si spalancò. Era Hongjoong. Non appena vide in che condizioni mi trovavo, strabuzzò gli occhi e si richiuse la porta alle spalle.

"Ehi, amico. Stai tranquillo. Ci sono io con te, che succede?"

"Hongjoong... io... mi sono innamorato di lui."

"Di lui?? Di lui chi??"

Vedendo che non rispondevo, non perse tempo e si tolse la giacca, posandomela sulla testa.

"Lasciamo perdere, usciamo da qui prima di tutto, va bene? Forza, tieni la testa bassa, non vogliamo che i tuoi studenti ti vedano così, giusto?"

Mi trascinò fuori dall'edificio cingendomi le spalle, poi mi aprì lo sportello del taxi con cui era venuto e mi spinse all'interno del veicolo. Poggiai la testa al finestrino, non volevo parlare delle mie faccende private in presenza di un estraneo, ma sentii per tutto il viaggio lo sguardo di Hongjoong su di me, preoccupato.

Finalmente arrivammo a casa. Entrammo nell'edificio e iniziammo a salire le scale in silenzio, ma quando mi fermai al mio piano, lui mi prese il braccio e mi indicò di seguirlo.

"Andiamo al mio appartamento. Non voglio lasciarti solo. Seonghwa sta preparando il pranzo anche per te."

"...Seonghwa? Da quando lui—"

"Da quando è uscito con te e ho capito che ero un cretino ad aver cercato di mettere insieme il mio amico e l'uomo per cui ho una cotta da sempre. Penso che ci dobbiamo aggiornare a vicenda. Non parliamo da troppo."

Entrammo nell'appartamento di Hongjoong. Era più grande e spazioso del mio, ma d'altro canto lui era un'ingegnere per un'azienda importante. Seonghwa era ai fornelli, perfetto ed impeccabile proprio come lo ricordavo, con le maniche della camicia arrotolate ordinatamente sugli avambracci. Mi sorrise.

"Ciao San, è un piacere rivederti. Per fortuna Hongjoong ha finalmente messo da parte l'orgoglio e ti ha chiamato proprio nel momento del bisogno. Dovete essere telepatici."

Gli feci un cenno del capo in risposta. Ero lievemente in imbarazzo. L'ultima volta che l'avevo visto eravamo quasi andati a letto insieme e ora stava con il mio migliore amico e ci stava preparando il pranzo. Le cose cambiavano in fretta.

"Allora," disse Hongjoong. "Mi devi qualche spiegazione."

Seonghwa lo guardò con uno sguardo di rimprovero. "Joongie, prima mangiamo. Una volta che si sarà riempito lo stomaco e si sarà dato una calmata, parlerà. Giusto, San?"

Quell'immagine spaventosamente casalinga mi faceva sentire come se fossi finito in un'universo parallelo. Loro due erano talmente in contrasto con me e Wooyoung da non crederci. Annuii come un idiota. Non avevo ancora trovato le parole.

Mi sedetti al tavolo e Seonghwa mi servì una zuppa bollente che sapeva di calore e conforto e la mangiai con le lacrime agli occhi. Hongjoong continuava a tamburellare le dita sul tavolo, fissandomi come se fossi un enigma da risolvere. Alla fine mi arresi. Posai il cucchiaio. Avrei rivelato tutto, sperando di non scoppiare in lacrime di nuovo.

"Allora, tutto è cominciato quella volta, quando tu mi hai spinto a perdere la verginità con un prostituto."

"Tu hai fatto cosa?! Hongjoong, ti ha dato di volta il cervello?!" esclamò Seonghwa.

GUILTY PLEASURE ~ WoosanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora