Quando Viene Dicembre

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San Pietroburgo era decisamente la città più grande che Alex avesse mai visto.

Non che ne avesse visto altre, in vita sua, ma, insomma, era davvero enorme.

C'erano tantissime persone con addosso enormi pellicce e cappottini eleganti, bambini che rincorrevano le loro madri per le vie, e Alex invece non aveva altro che sé stesso e una sciarpa che gli pendeva dalla tasca del cappotto nero che aveva addosso.

Non che avesse bisogno di altro, in verità.

Si mise in coda per acquistare un biglietto del treno per Parigi nei pressi della stazione. Non aveva molto denaro con sé, quel poco che gli spettava di diritto dalle tasche comuni dell'orfanotrofio, ma si era informato e aveva scoperto che un biglietto di terza classe costava veramente una miseria. Quindi, stando attento a consumare pochi pasti, forse ci sarebbe riuscito ad arrivare a Parigi.

Quando fu il suo turno, disse con voce fiera al signore che vendeva i biglietti la propria destinazione, ma questo rispose poco carinamente che per venderlo aveva bisogno di un visto d'uscita. E Alex questo visto d'uscita non aveva nemmeno la minima idea di cosa fosse.

Stava per andarsene con la coda tra le gambe, quando una vecchietta con gli occhi storti gli mise una mano sulla spalla.

<< Cerca Luigi. >> Gli disse con voce bassissima.

Alex aggrottò le sopracciglia. << Luigi? >>

<< Sì, lui può aiutarti con questa cosa del visto. >>

<< Dove posso trovarlo? >>
Ll
<< È al palazzo d'inverno, tu digli che ti mando io. Vai, vai, vai. >>

La vecchietta spinse dunque Alex lontano dalle file, e lui si ritrovò a fissare il vuoto per interi minuti, senza sapere cosa fare.

Come poteva presentarsi da uno sconosciuto e dirgli "ei, mi manda una vecchina dai denti storti che ho incontrato giù in città". Non pensava potesse essere chissà quanto efficace.

Tuttavia, cercò comunque le indicazioni per il Palazzo d'inverno. Non aveva nulla da perdere, no?

La fregatura stava nel fatto che tale palazzo a quanto pare era inagibile.

Alex ci girò intorno un paio di volte per trovare l'entrata, ma ogni porta era accuratamente sbarrata con assi di legno, ed era impossibile pensare di oltrepassarli.

Quella vecchina però era sembrata davvero convincente quando aveva detto ad Alex di quel Luigi, e quindi Alex non aveva intenzione di mollare.

Si aggrappò alle assi di legno con tutte le sue forze, e stava quasi per rinunciare quando improvvisamente riuscì a strapparne via una. Cadde con grande rumore all'indietro, sbattendo il sedere per terra... però ce l'aveva fatta.

Si addentrò all'interno del palazzo con estrema cautela. Era molto spazioso, l'aria era umida per via dell'inverno ed era chiaro che il palazzo fosse stato abbandonato.

Eppure c'era qualcosa di fiabesco nelle mura, nei quadri appesi alle pareti e nelle scale che portavano al piano di sotto.

C'era polvere ovunque, che rendeva i tappeti e i pavimenti quasi grigi, eppure Alex nel camminare in mezzo a quei corridoi si sentì a casa come mai gli era successo prima d'ora.

Non aveva idea del perché, ma c'era qualcosa di stranamente familiare in quelle sale, qualcosa che sapeva di un passato dimenticato e di ricordi rimorsi.

Alex era entrato ormai da diversi minuti nel palazzo quando trovò la sala principale.

Era in assoluto l'ambiente più grande che avesse mai visto. Di sicuro, un tempo era stata una sala da ballo. E, per un attimo, si immagino di essere un principe e di avere la possibilità di ballare in quella sala enorme, con mille damigelle e mille gentiluomini, che danzavano intorno a lui e gli facevano i complimenti per la sua grazia e la sua eleganza.

𝐎𝐧𝐜𝐞 𝐔𝐩𝐨𝐧 𝐀 𝐃𝐞𝐜𝐞𝐦𝐛𝐞𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora