Bentornato, Alessandro

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L'imperatrice stava aspettando che il suo autista arrivasse per riportarla a casa, dopo la serata dei balletti russi.

Era arrivata alla macchina da diverso tempo, ma probabilmente il suo autista, Denny, doveva aver avuto un contrattempo.

Improvvisamente, lo vide. Il suo autista si sedette senza dire niente al posto di guida e si allontanò dal teatro.

Ma imboccò delle vie che l'imperatrice non conosceva.

<< Denny? >> Lo chiamò. << Non conosco le strade che stai facendo. >>

<< Io non sono Denny. >> Rispose allora il guidatore, togliendosi il cappello per poi voltarsi e sorridere all'Imperatrice.

Era Luigi.

<< E ora, Vostra Altezza, mi farà il piacere di tenere la bocca chiusa e farsi accompagnare da me in un posto. >>

<< Tu?!? Come ti permetti?!? Fammi scendere immediatamente! Ferma subito la macchina! >>

L'imperatrice protestò per tutto il viaggio. Smise solo nel momento in cui Luigi spense la macchina e fece il giro per aprirle la portiera.

<< Dovete parlare con quel ragazzo, guardatelo almeno, vi prego... >>

<< Non sarò tormentata da te ancora per molto. >> Lo interruppe lei, con voce piatta.

<< Ditemi, lo riconoscete? >> Chiese lui a quel punto, tirando fuori dalla tasca il carillon verde dagli inserti dorati, porgendoglielo.

L'imperatrice spalancò gli occhi per la sorpresa e lo raccolse, come se fosse la cosa più preziosa dell'universo.

<< Dove lo hai trovato? >> Domandò in un sussurro, gli occhi diventati lucidi.

<< Non importa come. >> Borbottò Luigi. << Ciò che importa è che adesso andiate in casa e cerchiate Alessandro. Lo so che avete sofferto, ma probabilmente anche lui si è sentito solo e disperato quanto voi. Quindi vi prego, vi scongiuro, ascoltate quello che ha da dire. Lui, lui è davvero una delle persone più pure che ci siano in questo mondo. Non vi prenderebbe mai in giro. >> Sussurrò.
<< Lui... lui non è come me. È mille volte meglio. E merita un nuovo inizio. Magari voi potreste essere il suo. >>

L'imperatrice lo guardò con un piccolo sorriso. << Tu sei uno che non si arrende davanti a niente, non è vero? >>

Luigi ridacchiò. << Forse sono cocciuto quanto Vostra Altezza. >>

L'imperatrice alla fine decise di scendere dalla macchina. Lo assecondò. E, dopo un'ultima occhiata a Luigi, si diresse verso casa di Carola.

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Alex, nel mentre, non sapeva neanche da dove cominciare col fare le valigie.

C'erano un sacco di vestiti nuovi che doveva riuscire a fare entrare nel borsone che si era portato dietro dalla Russia, ma lì dentro non ci sarebbe mai potuto entrare tutto.

Un altro problema era che non aveva la più pallida idea di cosa fare adesso.

Carola gli aveva detto che poteva stare lì quanto desiderava, ma non aveva alcuna intenzione di rimanere in un posto in cui avrebbe rivisto Luigi.

Non ce l'avrebbe fatta a sopportarlo.

Si fermò al centro della stanza, mettendo entrambe le mani sul suo stomaco, e sentendo che era sul punto di cedere al pianto per l'ennesima volta.

Quando improvvisamente qualcuno bussò alla porta.

Alex alzò gli occhi al cielo, sapendo bene di chi si trattava.

𝐎𝐧𝐜𝐞 𝐔𝐩𝐨𝐧 𝐀 𝐃𝐞𝐜𝐞𝐦𝐛𝐞𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora