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"Dopo essere stati feriti così tanto dal mondo, hanno iniziato a vedere i demoni all'interno degli umani. Quindi, senza nasconderlo con l'inganno, hanno lavorato per esprimerlo."

-Osamu Dazai-

Quella notte, qualcuno pianse.
La notte che lui fece perdere le sue tracce, lui pianse.
E no, non stiamo parlando di Akutagawa.
La notte in cui lui perse il suo grande partner, la persona a cui teneva di più, Chuuya pianse.
Non seppe dirlo a nessuno, anzi, diceva di aver festeggiato aprendo del buon vino, dell'ottimo vino, e invece no, aveva pianto.
Continuava a ripetere "lo ucciderò!" senza sosta, come se prima o poi avesse portato a risultati.
Minacciava a vuoto, sperando che tornasse, e invece non fece nulla.
Beveva sempre vino volentieri, gli ricordava i tempi andati, i tempi in cui la loro coppia veniva temuta dagli altri, mentre ora si ritrovava a pulire le fogne da solo.
Lavorare per la Port Mafia voleva dire completa dedizione all'organizzazione e al capo che vi era al vertice, ma questo fu così fino a quando l'agenzia non sconfisse la Port Mafia.

C'era chi aveva preso la palla al balzo e aveva approfittato per scappare, chi invece, come chuuya, era stato arrestato.
E poi c'erano quelli più fortunati: quelli scelti dal governo per entrare a far parte dell'agenzia.

Ovviamente, Chuuya, considerato come "terribilmente difficile da gestire" non venne nemmeno lontamente considerato.
O almeno, così pensava.

Un giorno si presentò Dazai in prigione, con tanto di espressione seria annessa, una cosa da non sottovalutare.

«Yo, Chuuya» disse lui «Credi che ti lasci andare così facilmente?»
Chuuya non ne voleva sapere «Avrei preferito» rispose.
«Oh, va beh, mi dispiace allora venirti a proporre questa offerta. È molto facile, tu ci guadagni e io ci guadagno. Vieni a far parte dell'agenzia.»
«Manco morto» sorrise «Ti rendi conto di cosa mi hai fatto?»
Dazai si sedette sulla sedia dall'altra parte della saletta dove di solito si fanno gli interrogatori.
«Sei diventato sentimentale?»
«Ti sei smaterializzato da un giorno ad un altro, non ho più avuto un partner per anni, sono rimasto da solo per tantissimo tempo, e ora...ora mi vieni a chiedere di tornare a come eravamo? Non siamo più nella Port Mafia, la Port Mafia non esiste più!» Stranamente, chuuya aveva gli occhi lucidi.
«Ti ho aspettato per anni interi ma tu non sei mai tornato indietro, ho addirittura chiesto al capo di avanzare una proposta di reintegrazione nei tuoi confronti, eppure tu non l'hai accettata!»
Dazai era sopreso. Chuuya non avrebbe mai avuto un comportamento così sentimentale nei suoi confronti, ma doveva ammetterlo, anche a lui era mancato combattere al suo fianco.
«Non sarei mai tornato dalla parte dei cattivi. Il perché non posso dirtelo, ma ora possiamo tornare a quello che eravamo. Collaboriamo, lavoriamo insieme di nuovo ma dalla parte dei buoni, Chuuya. Ci sarà un periodo più o meno lungo in cui nessuno ci romperà le scatole e in questo periodo ci riconcilieremo»
«Stronzate!» Chuuya sputò a lato dei piedi di Dazai «Non puoi presentarti qui dopo anni interi chiedendomi di essere il tuo partner un altra volta!»
«Non posso?» lo disse con una voce bassa, roca e vicino all'orecchio di Chuuya.
«Non puoi»
«Allora preferisci rimanere in carcere dove metà delle persone ti vuole morto?»
Chuuya lo guardò negli occhi.
Era consapevole di essere una delle maggiori risorse della Port Mafia, ma non si aspettava che il coraggio delle persone sarebbe arrivato a quei livelli.
«Mi vogliono morto?»
«E non solo a te. Ho già ripreso Akutagawa, che appena mi ha visto mi ha giurato che, pur di essere sotto il mio comando, avrebbe fatto di tutto.»
«Akutagawa ha una cotta per te» Chuuya lo disse quasi ridendo.
«Ah si?» Dazai lo disse con tono tremendamente serio da far tremare Chuuya.
«Chuuya, io voglio combattere al tuo fianco e Akutagawa starà con Atsushi in coppia. Sono fantastici assieme, quando collaborano.»
«Ma non si sopportano»
«L'odio è un tipo d'amore, Chuuya»
Dazai gli mise la mano sotto il mento. Chuuya voleva far qualcosa, ma aveva le mani bloccate dalle manette.
«Iniziamo con questo» Dazai schioccò le dita e tolse le manette a Chuuya, che lo guardò, non capendo perché continuasse a insistere.
«Chuuya, sii il mio partner»
Lo disse quando si trovò ad appena qualche centimetro di distanza.
Chuuya sembrava aver avuto un deja vu.
«Non hai dimenticato ciò che eravamo quando facevamo parte della Port Mafia, giusto?» chiese Chuuya, guardandolo con quegli occhi profondi e azzurri.
«Come potrei dimenticare, Chuuya»
Chuuya amava quando diceva il suo nome, gli passava attraverso ogni neurone e gli provocava i brividi.
«Dazai...» il rosso gli mise le mani sul petto «...torniamo ad essere partner»
Dazai lo abbracciò «Si, Chuuya»

𝐍𝐎 𝐋𝐎𝐒𝐓 𝐋𝐎𝐕𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora