SPIN OFF-RANPOE

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“La bellezza di qualsiasi tipo, nel suo sviluppo supremo, eccita sempre l'anima sensibile fino alle lacrime.”

-Edgar Allan Poe-

Quel giorno, Edgar Allan Poe si sarebbe dichiarato. Era sicuro che, quella volta, dalla sua bocca sarebbero uscite quelle parole.

"Ranpo, io sono innamorato di te"

Era uno scrittore di gialli, non uno di romanzi. Non aveva mai fronteggiato quei sentimenti, aveva un po' paura che l'altro non ricambiasse, ma in realtà aveva già capito che non aveva possibilità.
Ranpo era sempre stato un po' egoista e, per quanto fossero amici, Poe aveva poca fiducia.

Quel giorno era il suo compleanno. Aveva comprato solamente dolci. Biscotti, lecca-lecca, cioccolata. Sembrava il periodo della Epifania.
Aveva pensato a tutto. Lo avrebbe aspettato sotto l'agenzia, lui sarebbe arrivato e lo avrebbe salutato. A quel punto, avrebbe fatto il suo primo passo. Gli avrebbe dato il regalo. Se lo immaginava già, contento e saltellante per via della busta piena di dolci.
Poi, glielo avrebbe detto, in qualche modo.
Si era letto tantissimi romanzi d'amore, e pensava che, magari, se avesse fatto come nei libri, sarebbe andato tutto a buon fine, ma in realtà era troppo imbarazzante per replicarlo.

Si avviò verso l'agenzia circa un ora prima che Ranpo finisse di lavorare. Camminava e, ad ogni passo, pensava "Aiuto, devo farlo". Stava andando nel panico. Non voleva rimandare ancora, però.

Il tempo era soleggiato, prima cosa diversa sai libri d'amore, dove si dichiaravano sotto la pioggia. Poe pensò che il mondo, in realtà, non era dalla sua parte e la sua paura cresceva esponenzialmente ogni volta che sbatteva le palpebre.

Ripensava a Ranpo, a quando erano due rivali. Perché lo aveva considerato come rivale? Perché aveva iniziato ad uscirci? Perché aveva iniziato a pensare che Ranpo fosse intelligente? Perché aveva iniziato ad innamorarsi di lui? Era quello che si chiedeva, mentre Karl dormiva sulle sue spalle.

Arrivò sotto l'agenzia. Mancavano 10 minuti prima che Ranpo scendesse dall'uffucio.
Era in ansia. Però, iniziò a pensare che fosse una cosa positiva. Significava che ci teneva davvero molto a lui. Significava che i suoi sentimenti non erano finti.

Ranpo fece più tardi del previsto ed uscì sbadigliando, ma non perché avesse sonno. «Uffa! È stata una giornata coooosiiii noiosa!!!» disse mentre si metteva un lecca lecca in bocca.

«R-Ranpo!» La sua voce aveva vacillato. Appena lo vedeva, gli veniva il batticuore. Ecco uno dei motivi per cui voleva dichiararsi: perché voleva che Ranpo avesse il batticuore come lui.
«Allan Poe!» Ranpo si fiondò verso di lui con un sorriso a 32 denti.
«Perché sei qui?! Abiti dall'altra parte della città!»
"Perché mi dovrei dichiarare e perché è il tuo compleanno??" avrebbe voluto rispondere così.
«Ti...ti ho comprato queste cose per...il tuo... c-compleanno» era nel panico più totale e sentiva il cuore nelle orecchie.
«Per... me?» Ranpo era sorpreso.

In realtà, in agenzia, gli avevano tutti fatto gli auguri, ma nessuno gli aveva fatto un regalo. Infatti, vedere Poe lì con il regalo per lui lo fece arrossire.

«Si, per te» Edgar gli porse la busta. Non si era nemmeno disturbato a cambiare la busta del supermercato.
«Oddio! Ma...sono tantissimi dolci! Oh, ci stanno i miei lecca-lecca preferiti! I biscotti glassati!!» Ranpo guardò Poe negli occhi.
«Poe-Kun! È...il miglior regalo che potevi farmi!»

Ed eccolo, era arrivato quel momento. Il momento in cui Poe avrebbe rovinato tutto. Avrebbe rovinato il suo compleanno, oltre alla loro amicizia. Proprio per questo, nonostante Ranpo lo stesse ringraziando quasi con le lacrime agli occhi, lui rimase serio.

𝐍𝐎 𝐋𝐎𝐒𝐓 𝐋𝐎𝐕𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora