SPIN OFF-RANPOE

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"Ciò che scambiate per pazzia non è altro che estremo godimento dei sensi."

-Edgar allan poe-

Era passato un anno da quando Ranpo e Poe stavano assieme, eppure non erano cambiati molto.

Ranpo spesso era impegnato con la polizia e l'agenzia, a volte tornava a casa tardissimo e a malapena si riuscivano a vedere.
Poe, d'altro canto, si era completamente immerso nel suo nuovo romanzo giallo, che gli rubava giornate intere.
Era un progetto che aveva sempre rimandato, che non aveva mai davvero continuato, e invece in quel periodo aveva deciso di farlo.

Nessuno dei due si lamentava se non si vedevano, in realtà, perché sapevano che non potevano farci nulla.

Come ogni giorno, Ranpo tornò a casa sul tardi, ma non troppo per non permettersi di azzardare un uscita per andare a casa di Poe.
Il fatto era che, per arrivarci, avrebbe dovuto prendere il treno e lui non aveva la minima idea di come prenderlo.
Avrebbe potuto chiedere indicazioni, guardare il tabellone gigantesco che mostrava treni, orari e fermate, ma non avrebbe mai davvero capito. Si sarebbe trovato a Kyoto in men che non si dica, probabilmente.
Quindi doveva esserci una strada migliore.
Arrivare alla stazione e prendere un taxi? No, sarebbe stato troppo costoso.
Andare a piedi?
No, perché si sarebbe dovuto fare un ora di camminata da solo.
C'era solo una cosa che poteva fare.

«Yosano-san?» aveva preso la decisione più intelligente: farsi dare un passaggio
«Dimmi, Ranpo» sentiva la voce della donna leggermente distorta dal telefono.
«Dato che sono appena tornato a casa ma ho ancora un po di tempo, mi potresti accompagnare da Edgar? Vorrei fargli...una sopresa»
Ovviamente nessuno dell'agenzia sapeva di loro due «O no...dista un ora di macchina!» disse lei, spazientita
«Ti prego, Yosano-san! Ti prego! Ti preeeeego!!»
Lei sospirò «E va bene, ma mi farai assaggiare uno dei tuoi tanto amati lecca-lecca"!»
«Affare fatto, vieni adesso!» non le avrebbe mai dato uno dei suoi lecca-lecca, ovviamente.

«Dimmi una cosa» disse Yosano, mentre andava verso casa di Edgar allan poe «Perché ora vuoi andare a casa di Poe?»
«Sta lavorando ad un nuovo romanzo e io voglio dargli il mio supporto e il mio contributo. E poi, mi piacerebbe andare da lui e vedere casa sua» non stava mentendo, semplicemente non stava dicendo tutta la verità.
«Potrei sapere da quando siete così vicini?»
Yosano era stata la prima che Ranpo aveva conosciuto e forse non avrebbe reagito male alla loro relazione.
«Beh,io e edgar...stiamo assieme»
Yosano lo guardò sbalordita, però poi fece un sorrisetto «Oh, allora auguri!»
Ranpo fece un cenno col capo.
«Eccoci qua» disse mentre frenava davanti casa di Poe «Divertitevi allora.»
Ranpo non aveva capito che cosa intendesse Yosano, però non si soffermò sul capire cosa stava dicendo e scese dall'auto.

La casa di Poe era gigantesca. Una villa con un giardino grandissimo, in cui molto spesso stava Karl, ma in quel momento non c'era.
La porta era mastodontica rispetto a qualsiasi porta che Ranpo avesse mai visto.
Era la sua prima volta a casa di Poe. Nonostante stessero assieme da un anno, Ranpo non era mai andato a casa di Poe proprio perché voleva evitare di prendere il treno.
Fece quei pochi scalini che lo portarono davanti alla porta e, per un attimo, esitò a bussare.
Chissà se Poe era a casa, chissà se gli avrebbe fatto piacere vederlo.
Magari lo avrebbe distrurbato, magari no.
Ranpo non si era mai fatto problemi su quel tipo di cose, soprattutto quando una volta Poe gli disse

"Certe volte vorrei smettere di scrivere solo per venirti a vedere mentre risolvi i tuoi crimini"

Anche perché Ranpo sapeva a cosa stava lavorando. Stava lavorando ad un libro che aveva sempre messo da parte, ma che, alla fine, forse sarebbe stato uno sei migliori, dalla trama intrigante e avvolgente.

𝐍𝐎 𝐋𝐎𝐒𝐓 𝐋𝐎𝐕𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora