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"L’unica differenza tra un flirt e l’amore eterno è che un flirt dura più a lungo."

-Oscar Wilde-

Dopo quello che era successo quella mattina, Chuuya aveva solamente intenzione di non vedere più la faccia Dazai. Voleva picchiarlo per quello che aveva fatto, ma lo avrebbe probabilmente ucciso.
E anche se la sua rabbia superava i livelli limite, non lo avrebbe ucciso. Non avrebbe avuto un posto in cui stare se lo avesse fatto, ma in quel momento avrebbe preferito essere un randagio.

Entrarono in ufficio insieme, ma si erano separati immediatamente. Non avevano entrambi voglia di passare tempo in compagnia dell'altro.
Ranpo, che stava già lì a parlare con Edgar Allan Poe, lo scrittore dei gialli in cui Ranpo amava rifugiarsi, aveva notato che Chuuya e Dazai erano parecchio distanti quella mattina, così decise di avvicinarsi a Dazai per chiedergli cosa stesse succedendo.

«Dazai, come mai stamattina Chuuya è più seccato del solito?» Ma dazai non rispose, sospirò solamente.
«Deduco che è successo qualcosa di grave...» disse Poe, accanto a Ranpo.
«Sicuramente. È così evidente che perfino uno stupido lo avrebbe capito.» continuò Ranpo, osservando la strana espressione di Chuuya.
Era, si, più seccato del solito, ma nascondeva qualcos'altro. Era come se nascondesse un terribile imbarazzo.

«Ranpo...» poi disse Dazai «Com'è che tu e Poe vi siete messi assieme?»
Ranpo e Poe si guardarono, poi guardarono Chuuya e infine Dazai.
«Ah, capisco» disse Edgar «Devi ancora capire che cosa provi per Chuuya e allora chiedi consigli a qualche tuo amico che ha una relazione. Ingegnoso e sicuramente intelligente, Dazai-kun, e io posso aiutarti!»
Prese un taccuino dalla sua tasca.
«È una storia breve e ne uscirai solamente quando sarai arrivato alla fine. Ci entrerai solamente tu, però.» continuò Ranpo.
«Eh?» disse Dazai, prima di venir risucchiato dal taccuino di Edgar.
Ora ricordava, ricordava quale era il potere si Poe.
Poteva portare chiunque nei suoi libri e si poteva uscire solamente dopo aver finito la storia, dopo aver risolto un enigma.
Ma, in quel caso, non c'erano enigmi. C'erano solamente dolci parole scritte da lui per Ranpo.

La prima scena. Edgar che mangiava una crêpes con Ranpo. Stavano l'uno affianco all'altro. Dazai gli si mise quanto più vicino poteva per capire il perché di tutto quello, perché volevano che vedesse quelle cose.

«Ranpo, come fai a mangiare sempre cose così dolci?»
«Aiutano il mio sistema nervoso a rimanere attivo! E comunque sono anche le cose più buone che si possano mangiare, Poe-kun!»

Non poteva capire i loro sentimenti. Non poteva comprendere le loro sensazioni, quindi si limitava a guardarli e ad ascoltarli.

«Beh, fino a quando non ti senti male per lo zucchero che assumi, allora ti comprerò tutti i biscotti, i cioccolatini e le crêpes che vuoi»
Poe diede un morso alla crêpes di Ranpo.
«Stranamente, la tua sembra più buona della mia»
Ranpo diede un morso a quella di Poe. «A me sembrano uguali...e non dare più morsi alla mia!»
«Si, si!» Poe mangiava la sua crêpes in silenzio, mentre guardava Ranpo mangiare la sua.

Non ci voleva un genio per capire chi era innamorato e chi si stava innamorando.
Edgar Allan Poe, l'uomo timido dalla passione, o meglio dire, ossessione per il giallo e per la violenza, aveva una cotta per Ranpo.

No, non aveva una cotta. Era innamorato. Innamorato perso di quel tenero ragazzo alto un metro e sessanta, dagli occhi verdi e i capelli scuri, dalla super intelligenza e dalla passione per i dolci.
E Dazai, stranamente, riuscí a capirlo solamente guardando quei due mangiare sulla panchina.

Il tempo di sbattere le palpebre e la scena cambiò. Ora si trovavano sotto il palazzo dell'agenzia, all'entrata. Anche lì, Dazai si mise a debita distanza per sentire cosa dicevano.

«Hai staccato solo adesso? Guarda che devi riposarti, Ranpo-san!» disse Edgar,guardandolo e porgendogli una busta.
«Cos'è?» disse Ranpo, prendendo la busta e aprendola.
«Biscotti glassati! Cioccolata! Caramelle! Lecca-lecca!!» lo guardò e lo abbracciò «Poe!» lo stritolò «È il regalo di compleanno migliore che mi potevano fare!»

Da quanto aveva capito Dazai, quello non era un avvenimento molto vecchio. Solo poche settimane prima era stato il compleanno di Ranpo.

«Ranpo, ci possono vedere i tuoi colleghi...»
«Non mi interessa! È il primo compleanno a cui ricevo un regalo, permettimi di ringraziarti come si deve!» Si guardarono negli occhi.
Stavano comunicando tra di loro.

Quello era quello che chiamavano "Linguaggio dell'amore"? Il solo capirsi con uno sguardo, il solo sentirsi respirando assieme.
«È da una settimana che abbiamo iniziato a stare assieme, per questo non voglio dire nulla agli altri. Ho paura della loro reazione, però io e te possiamo festeggiare!» disse Ranpo, prendendolo per mano, trascinandolo nel primo vicolo che trovarono.
«Il mio sesto senso mi dice che qui stiamo al sicuro, Poe» così se lo tirò vicino e gli diede un bacio mettendosi sulle punte dei piedi.
Per la vergogna, Dazai si girò dall'altro lato e si ritrovò davanti all'ennesimo scenario.

Stavolta, erano solamente coperti da una coperta bianca. Non ci voleva molto a capire cosa fosse successo durante quella notte. Il giorno segnato dall'orologio sul comodino segnava il giorno dopo il compleanno di Ranpo, precisamente le 08:15.

«Poe...Poe...» mugugnava Ranpo.
«Ranpo...buongiorno...» lo abbracciò.
«Voglio una crêpes...dolci...»
«Mh...magari dopo...» gli diede un bacio sulle labbra. Dazai, stravolta, non ebbe vergogna di osservarli. Le loro mani parlavano al posto loro. Si volevano, si amavano e si cercavano.
«La tua schiena è sempre stata così liscia?»
«Si...almeno credo...» e stavolta Ranpo gli diede un bacio.
«Le tue labbra sono sempre state così soffici?» continuò Poe.
«Non lo so. Non ho mai avuto la possibilità di baciarmi da solo per capirlo. Tu che ne dici?»
Poe gli accarezzò la guancia, poi gli diede un altro bacio, l'ennesimo di quella mattina.
«Si, sono morbidissime.»

Poi Dazai venne catapultato nel mondo reale.
«Oddio! Sei tornato indietro! Cazzo Poe la prossima volta avvisami!» Disse Chuuya. Aveva la faccia preoccupata.
«Dazai, hai capito quello che dovevi capire?»
Dazai guardò Poe e poi Ranpo.
«Grazie, Poe, Ranpo... ora so cosa fare.»
Chuuya era confuso «Fare...cosa?»

𝐍𝐎 𝐋𝐎𝐒𝐓 𝐋𝐎𝐕𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora