Capitolo 7:

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Capitolo 7:

Quattro mesi dopo la principessa Rhaenyra entrò in travaglio.

"Il bambino si trova in una posizione complessa," disse il Maestro immobile fuori dalla stanza della principessa. All'interno quattro levatrici assistevano Rhaenyra, cercando di confortarla e di offrirle il proprio aiuto.
La fronte e così il corpo della principessa era coperto di sudore. La lunga veste bianca aderiva alla sua pelle e una grande macchia rossa si era aperta all'altezza del suo ventre. I lunghi capelli bianchi ricadevano in disordine sulla schiena, morbide onde le nascondevano le spalle.
"La madre potrebbe non farcela," continuò il Maestro poggiando una mano sulla spalla di Lucerys.
Il giovane Portatore guardava oltre le spalle dell'uomo, occhi viola erano fissi sulla figura di sua madre che riversa a terra piangeva.
"Daemon!" gridava Rhaenyra.
Il principe Canaglia era pallido in viso, i suoi occhi erano lontani e i brividi gli percorrevano il corpo. Daemon abbassò lo sguardo e deglutì, gli occhi si soffermeranno sui suoi figliastri.
Girò sui tacchi e lasciò la stanza, una mano fissa dell'elsa di Sorella Oscura e l'altra premuta contro il suo petto.
"Daemon!" gridò ancora Rhaenyra.
Rhaena lo inseguì.
"Codardo," sibilò Jacaerys stringendo le mani a pugno.
"Mio principe-"
"Jace," Lucerys gli poggiò una mano sulla spalla e lo costrinse a guardarlo.
"Ha perso sua moglie e suo figlio in questo stesso modo... non credo sia pronto a rivivere qualcosa di simile," disse il giovane principe.
Jacaerys abbassò lo sguardo e si morse le labbra. Le grida di sua madre si erano fatte più flebili, sostituite da respiri rapidi e incessanti.
"Va da lui. Io rimarrò qui con nostra madre," ordinò Lucerys spingendolo verso la porta.
Jace sembrò opporsi ma poi, udendo l'ennesimo grido di sua madre, corse verso l'uscita e si chiuse la porta alle spalle.
Lucerys si lasciò andare a un profondo sospiro. Il Maestro gli poggiò una mano sulla spalla.
"Ben fatto, mio principe," gli disse con un sorriso.
"Venite con me, vedervi potrebbe aiutare vostra madre," Luke annuì e lasciò che il Maestro lo conducesse al capezzale di Rhaenyra.

Jacaerys trovò Daemon sulla spiaggia.
Il principe Canaglia era inginocchiato a terra, la punta di Sorella Oscura era conficcata nella sabbia bianca. Il capo basso e i capelli smossi delicatamente dalla brezza pomeridiana.
Rhaena era inginocchiata al suo fianco, le onde bagnavano la sua gonna azzurra. Con una mano accarezzava la schiena del genitore, con l'altra teneva una delle sue mani.
Jace si avvicinò e udì delle parole miste a respiri accelerati.
"Nyke beg ao... Nyke beg ao... Daor arlī. Daor arlī. Daor arlī. Daor ñuha tala, ñuha gevie tala. Daor ñuha ābrazȳrys, ñuha rhaenyra. Ziry iksos tolī aderī naejot rhaenagon se issaros," (Ti imploro. Ti imploro. Non di nuovo. Non di nuovo. Non di nuovo. Non mia figlia, la mia bellissima figlia. Non mia moglie, non la mia Rhaenyra. È ancora troppo presto per incontrare lo sconosciuto) sussurrava Daemon con tono cantilenante, lacrime salate che gli bagnavano le guance. Il petto che si alzava e abbassava così rapidamente da far temere che le costole potessero spezzarli.
Rhaena piangeva al suo fianco, il viso nascosto contro il suo collo.
"Daor muña," (Non la madre) sussurrava Rhaena.
Jacaerys deglutì il nodo che gli si era formato in gola e si inginocchiò alle loro spalle, stringendo entrambi fra le braccia. Daemon non si oppose e Rhaena iniziò a piangere più forte.
"Andrà tutto bene. Andrà tutto bene," disse Jacaerys. Le sue parole continuarono fino a quando il sole tramontò e una guardia corse a convocarli.

La principessa diede alla luce una splendida bambina, sana e dalle guance rotonde. La piccola venne chiamata Visenya.

Quando la notizia del parto giunse ad Approdo del Re Viserys ebbe un malore. La regina scoppiò in lacrime, ringraziando la Madre per aver protetto la sua vecchia amica.
"Sarebbe stato meglio se fosse morta," sussurrò Ser Otto una volta rimasto solo con sua figlia. La regina rabbrividì a quell'orribile commento.
Alicent le inviò un corvo per congratularsi.
"Era la bambina che avevi sempre desiderato e il nome che hai sempre amato. Sono felice che tu stia bene" diceva la lettera.

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