Capitolo 15:

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Capitolo 15:

Quando Lucerys riprese i sensi realizzò di trovarsi su qualcosa di morbido. La sua testa era appoggiata a un soffice cuscino e calde coperte lo coprivano fino sotto al mento.
Lucerys era steso a letto, due grandi cuscini stavano dietro la sua schiena, uno sorreggeva la caviglia slogata.
Voltò il capo e scoprì che Aemond era seduto al suo fianco, appisolato su una sedia dall'aria scomoda.
"Ae-" venne interrotto da dei colpi di tosse. Il Protettore spalancò l'occhio e si sbilanciò, rischiando di cadere dalla sedia. Con irruenza piantò entrambi i piedi a terra e si alzò, l'iride viola fissa sulla piccola figura stesa a letto.
"Lucerys..." sussurrò Aemond precipitandosi su di lui. Con labbra bollenti e screpolate gli baciò la fronte e Lucerys sospirò deliziato.
"Aemond," rispose lui stringendo una mano nei suoi capelli. Lo zio lo strinse fra le braccia, accarezzandogli spalle e schiena, scendendo poi lungo i fianchi e la vita.
Lucerys si strinse a lui, le braccia talmente strette attorno al suo collo che avrebbero potuto strangolarlo.
"Mio amore, ho creduto di averti perso..." sussurrò Aemond con voce incrinata. Lucerys lo strinse con più forza e nascose gli occhi lucidi nel collo di suo marito.
Quando si separarono Aemond gli offrì un bicchiere di acqua e Lucerys bevve avidamente fino a quando sentì il suo ventre gonfio e duro.
Aemond gli strinse la mano e Lucerys fissò lo sguardo sulla propria caviglia. Con curiosità mosse il piede e fu sorpreso di scoprire che il dolore sembrava averlo abbandonato.
"Da quanto... sono tornato?" domandò Lucerys ricordando la schiena bollente del Cannibale premuta contro il suo petto.
"Sette giorni," rispose Aemond accarezzandogli il viso, sfiorando la piccola cicatrice bianca che gli attraversava la guancia rossa.
"Oh... e quanto sono stato... via?" domandò fissando i grandi occhi viola in quello di suo zio. Aemond sospirò e strinse le labbra in una linea sottile.
"Un mese. Lucerys," e si inginocchiò sul bordo del letto, stringendo le mani del giovane principe nelle proprie. Il Portatore sospirò, deliziato dal tacco del suo Protettore.
"Ti ho cercato per giorni. Ho scandagliato il tratto di costa tra Approdo del Re e Capo Tempesta eppure non ho trovato nessuna traccia del tuo passaggio. Dove sei stato? Chi ti ha salvato?" domandò Aemond baciandogli le dita.
Lucerys strinse le labbra tremanti e sentì un groppo formarsi in fondo alla sua gola. Impiegò diversi istanti prima di riuscire nuovamente a parlare.
"Io... non so dove mi trovavo. Il mare mi ha portato a riva..." spiegò il principe.
Aemond sembrò sul punto di porre un'altra domanda ma si morse le labbra, trattenendosi.
"Devo avvertire tua madre e il Maestro. Aspettiamo da troppo tempo il tuo risveglio," disse Aemond accarezzandogli un'ultima volta il viso.

Daemon era seduto in terra. Sorella Oscura era appoggiata sul suo grembo.
Il Cannibale stava sdraiato poco più in là. Attorno a lui c'era un ammasso di ossa e teschi animali appartenenti al suo ultimo e più recente pasto.
Vhagar stava raggomitolata più in là, dormiva profondamente e il suo respiro faceva tremare la terra.
Ser Harrold stava in piedi al fianco del proprio principe.
"Da bambino desideravo vederlo. Credevo che avrei potuto conquistarlo e combattere sulla sua groppa," disse Daemon con sguardo fisso sul Cannibale. Il drago dormiva pacificamente, gli occhi chiusi e la bocca socchiusa che lasciava intravedere i lunghi denti gialli.
"Quando l'ho visto solcare il cielo ho creduto che Balerion fosse tornato," commentò Ser Harrold. Era un ragazzo quando il drago era morto di vecchiaia. Ricordava di averlo visto sorvolare la città per tre volte prima che Viserys tornasse alla Fossa.
Daemon si alzò e sfregò insieme le mani poi, lentamente, si avvicinò al Cannibale.
"Mio principe," disse Ser Harrold con fare allarmato.
Il principe Canaglia lo ignorò, fermandosi davanti al muso dell'animale. Nonostante i suoi occhi fossero chiusi Daemon percepì un cambiamento nella sua espressione. Il Cannibale si era accorto di lui e forse stava valutando se considerarlo una minaccia o il suo prossimo pasto.
"Incredibile," sussurrò Daemon sentendosi incredibilmente piccolo davanti a quel muso massiccio.
Pensò a Caraxes che era grande la metà di Vhagar ma nonostante questo non avrebbe comunque raggiunto le dimensioni del Cannibale.
Il suo drago così come gli altri appartenenti alla famiglia erano rinchiusi nella Fossa. I Guardiani non volevano rischiare che il Cannibale cedesse al desiderio di cacciarli, la maggior parte sarebbero state prede estremamente semplici.
Il Cannibale spalancò gli occhi e sollevò l'imponente capo.
"Mio principe!" esclamò Ser Harrold avvicinandosi a lui ma Daemon sollevò una mano, trattenendolo dall'avanzare oltre.
Il drago non sembrava interessato ai due uomini ma il suo sguardo puntava verso la Fortezza Rossa.
Ser Erryk giunse in sella al suo cavallo.
"Mio principe, il principe Lucerys è sveglio," disse il cavaliere con un lieto sorriso a rallegrargli il viso.
Daemon sorrise a propria volta e poi riportò lo sguardo sul Cannibale. Il drago rimase immobile per qualche istante e poi tornò a dormire.

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