The Pretender
Udite, udite, habemus recensione.
Scherzi a parte, ci sono riuscita! Cominciamo...
Partiamo come sempre dalla copertina che in questo caso trovo molto affine alla trama. Ci troviamo in un mondo distopico, quasi post apocalittico e più volte sono nominate le maschere antigas, direi quindi che ci siamo. Unico consiglio è quello di donare una nota di colore per rendere meno "piatta" la presentazione generale.Passando alla trama, posso raccontarvi (senza spoiler) che questa è una storia con molte sfumature di dark. Come dicevo, siamo in una città post apocalittica, il grigio è il colore che dipinge l'aria, il nero quello che macchia la vita dei personaggi, costretti a indossare maschere antigas. A tal proposito ho un suggerimento per la scrittrice: perchè non includere dei riassunti interni per chiarire a cosa è dovuta questa realta?
Torniamo a noi, la protagonista, Anita, dà la caccia a uno spietato omicida, del quale lei stessa era stata preda e del quale si scoprirà più avanti l'identità. La storia prosegue spedita forse un po' troppo. Tutto è molto veloce, rapido. Non si ha il tempo di godere appieno di alcune scene importanti che meriterebbero più spazio, perfino il salto da un capitolo all'altro spesso risulta frettoloso, stessa cosa per il passaggio da una scena all'altra. Bisognerebbe legare meglio il tutto.Il punto di forza di questa storia sono le descrizioni. La scrittrice ha cercato, quasi in ognuna di esse, di utilizzare i cinque sensi, dando spiccata importanza agli odori e alle immagini crude di questa realtà, usando metafore e similitudini non scontate; unico consiglio che mi sento di dare in merito è quello di compiere un piccolo sforzo maggiore per sfruttare anche tatto e udito nelle descrizioni e renderle così perfette. Ben descritti anche i momenti splatter.
Passiamo ai personaggi e iniziamo dalla protagonista. Anita è senza ombra di dubbio una donna forte che ha reso i suoi violenti traumi la spinta per non arrendersi. Tramite lei si sfiorano tematiche delicate come la sindrome di Stoccolma, gli abusi, la crudeltà del crimine ecc... Sarebbe stato davvero interessante riuscire a scendere ancor più nella sua psiche, nei suoi pensieri. Questi vengono espressi da un narratore esterno che, seppur comune in questa tipologia di storia, avrebbe potuto dar spazio anche a uno interno. Anita stessa sarebbe stata perfetta come narratore; così facendo, il lettore si sarebbe potuto immedesimare nella sua situazione come protagonista e non come spettatore esterno di spiacevoli avventure e inaspettati sentimenti. A tal proposito l'elemento che più di tutti tinge di dark il romanzo e gli dona particolari sfumature romance è il rapporto tra Anita e Gufo. Quest'ultimo è stato il suo aguzzino, colui che in passato l'ha torturata fisicamente e mentalmente. La loro è una relazione umana insolita: amore e odio, disprezzo e ammirazione, il classico dualismo sentimentale scaturito dalla sindrome di Stoccolma che, in questo caso, lotta contro la razionalità di Anita. Anche per questo elemento sarebbe bene cercare di includere più ragionamenti di Anita che facciano comprendere l'interesse per Gufo, mutato negli anni, e che facciano aumentare la profondità verso questo interesse malato.
Ora devo sinceramente fare un appunto sul capitolo 33: non ho apprezzato la scena "intima". A mio avviso non funziona, troppo cruda, improvvisa e termina quasi come se non fosse successo nulla, secondo me è da rivedere. Quella del capitolo 55, invece, è migliore ma anche lì ci sono cose nel lessico da rivalutare.
Parlando di Gufo, invece, è quasi un buon morally gray villan, uno di quei personaggi che sai di dover odiare per i suoi componimenti ma allo stesso tempo risulta impossibile detestarlo del tutto. Anche di lui sarebbe super interessante leggere dei pov, entrare nei suoi pensieri contorti, conoscere i motivi delle sue azioni, i suoi desideri repressi.Ultimi punti grammatica e lessico.
Uno dei problemi che più ho riscontrato è l'uso della punteggiatura: le virgole spesso sono superflue, più del dovuto; troppi anche i tre puntini, usati in modo sbagliato (non sospensione); le virgolette alte non occorrono se si usa il corsivo e gli apici sono richiesti in pochissime occasioni; infine anche la punteggiatura dei dialoghi è da rivedere.
Inoltre anche il fraseggio non è sempre armonioso e durante la lettura ci si imbatte in svariate ripetizioni dei nomi dei personaggi (si potrebbero usare altre parole per indicarli).
In generale il lessico è buono e appropriato alla tipologia di storia.Concludo consigliando alla scrittrice una bella revisione e ai lettori di passare tra le pagine della storia se adorano il mix thriller-post apocalittico.
Complimenti a AprilPerfectMemory
per la sua storia, The Pretender,
che ha superato la prova
dell'aquila reale 🦅
Il giudice alato con il becco impertinente,
gli artigli affilati e
lo sguardo acuto e inquisitorio
le ha assegnato 7/10.Buona fortuna per questa e le tue altre opere!
Annie 👩🏻🦰
STAI LEGGENDO
Servizio Recensioni: Miglioriamoci!
De TodoEhilà, benvenuti in questo servizio di recensioni che spero possiate trovare innovativo e d'aiuto. Non è utile solo per gli scrittori che vogliono mettersi in gioco, bensì anche per gli avari lettori alla ricerca di qualcosa di originale. Tutti son...