12 "Melodia"

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Ciro pov's

Si trovava nella sua cella, mentre si fumava una canna esausto.
Aveva un fascio di nervi che gli circondava tutto il corpo, le mani gli pizzicavano, stava per esplodere.
Erano giorni che non parlava con Alice, e erano anche giorni che trattava tutti più male del solito, non che in precedenza non si comportasse con gli altri da vero stronzo, ma ora era cambiato, era come se quella ragazza arrivata dal nulla come tirocinante cambiasse il suo umore a secondo di come gli rivolgeva la parola.
L'unica volta che avrebbe abbracciato la direttrice, era perché gli permetteva di fare lezione con quella splendida ragazza che gli aveva rubato il cuore, anche se ancora doveva capirlo.
Sentire la sua voce lo rilassava, anche se non si parlavano, quello era l'unico momento della giornata a cui veramente prestava la sua attenzione.

«Cirù è ora»

Gli disse Edoardo, vedendo passare Mimmo davanti alla loro porta.
Ciro si rivolga e verso di lui, facendo l'ultimo tiro di canna, oramai finita, buttando il filtro nel posacenere accanto all' finestra, dove lui ci guardava il mare fuori.

«Ija Eduà, va a avvisa gli altri. Stasira cci si parià»

Disse a denti stretti, mentre si dirigeva fuori dalla cella, seguito da tutti i suoi compagni.

Quando entrarono dentro la stanza delle docce, trovarono Mimmo ancora vestito, e alcuni detenuti intenti a farsi la doccia.
Edoardo gli fece cenno di uscire, e loro obbedirono senza opporsi.
Rimasero solo loro con quel ragazzo dagli occhi celesti.

«Che volete da me?»

Chiese lui facendo il finto coraggioso.

«Vedi Mimmo» Disse Ciro mentre si avvicinava lentamente a lui «Cca drinto chi cumanna so ij. E nesciun altr»

Lo spingi verso in dietro, facendolo aderire alla parete bianca.
Feci cenno a Pirucchio e a Milos di tenerlo, e ubbidirono senza replicare.
Lo bloccarono dalle spalle, facendolo immobilizzare.

«Lo so che sei tu il capo qui. Infatti non ho fatto niente contro di te»

Mi avvicinai a lui, tingendo i pugni così forte da fare diventare le nicchie bianche.

«Ed è cca che ti sbagli. Tu te si piermesso di tocca la robba mija. E chistu nun lu dovevi fa»

Un pugno.

«Chilla è robba mija. E nesciuno se deve piermiettere di tuccalla, perché ve accir' a tutt quant»

Un pugno, un altro, un'altro ancora.
Un calcio, un altro, un'altro ancora.
Oramai Ciro aveva perso conto di quanti calci e pugni gli aveva tirato, come aveva perso il controllo.
Era come impazzito, vederla lì, tra le braccia di qualcuno che non fosse lui lo mandava in tilt.

«Tu gli devi stare lontano»

Gli urlo lui fuori di se, iniziarono tutti quanti a menarlo.
Calci, pugni.
Lo lasciarono lì, pieno di lividi, e sangue che gli colava dal viso.

«Ti convien aver capito strunz»

Gli sputò addosso, andandosene da lì, mettendo finalmente fine al foro del ragazzo.


Alice pov's

«Dai Nunzia, devo entrare un attimo, per vedere le ragazze come stanno, che mi hanno chiamato dicendomi che era importante»

Cercò di convincerla Alice, vedendola poi sbracciare esausta.

«Vabbuò, ma solo per cinque minuti»

Alice sorrise contenta, dirigendosi verso la cella di Nadiza, trovandoci Kubra, Silvia e Gemma.

«Alice»

Diversi ma Uguali | Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora