25 "Ti amo"

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Ciro pov's

Decise di suonare il campanello, aspettando con ansia che le aprisse, ma quando le fece, non era quello che si aspettava.

Era un uomo, sulla venticinquina d'anni.
Molto alto, aveva i capelli castani con qualche ricciolino che gli cadeva sulla fronte, gli occhi celesti e il naso alla francese.
Ciro lo guardò attentamente, cercando di capire chi fosse.

«E tu chi saresti?»

Gli chiese.

«Chi si tu piuttosto»

Poteva sentire il fastidio che quel ragazzo gli emetteva.

«Alessandro chi è alla porta?»

Alice si affaccio alla porta, bella come sempre agli occhi di Ciro.
Aveva in mano il telefono, ed era intenta a scriversi con qualcuno, probabilmente a Teresa o a qualche altro amico della sua vecchia città.
Appena lo vide il suo volto sbiancò, mentre quello di Ciro assunse un colore rosso, dipeso dalla rabbia.

Appena aveva sentito quel nome, tutto intorno a lui sembra essersi fermato.

Alessandro.

Questo era il nome che gli frullava in testa.
La voce di Teresa gli veni subito in mente, mentre raccontava cosa fosse successo ad Alice un po' di anni fa.

«Ciro, cosa ci fai tu qui?»

Gli chiese Alice mentre si posizionava davanti al ragazzo, sopratsando Alessandro.

Non sembrava tranquilla, per niente.
Non l'aveva vista così nemmeno quando Edoardo aveva fatto cadere per sbaglio il telefono della direttrice dalla finestra.

«Sono venuto a trovarti»

Disse cupo, mentre la vedeva deglutire rumorosamente.

«Chi è chesto?»

Gli chiese Ciro non curandosi minimamente della presenza del ragazza dietro di loro.

Sapeva perfettamente chi fosse, Teresa si era spiegata più che bene, ma lui voleva sentirselo dire da lei.

«È un amico»

Rispose deglutendo.

«Non sono un tua amico, sono il suo ragazzo»

Si intromise lui, piazzandosi davanti al Ricci che strabbuzzò leggermente gli occhi.

«Ma che stai blaterando. Noi due ci siamo lasciati da tempo»

Gli bastarono quelle parole per avere la conferma di quello che stava pensando. 
Ciro fece uno scatto in avanti, sorpassando Alice che si era piazzata davanti a lui e prendendo per il colletto della camicia Alessandro gli disse. 

«Tu si che lo che un po' de anni fa gli a fatt mal assa»

Aveva la mascella serrata, e gli occhi iniettati di sangue.  
Voleva ammazzarlo di botte per quello che aveva fatto. 

Come si poteva mettere le mani addosso a una donna? Per cosa poi, per rabbia?
No non poteva accettarlo.

«E anche se fosse? A te cosa ti cambia»

Gli disse sfacciato lui, con un sorrisetto sul volto.

«Ciro ti prego, lascialo stare. Non ti chiederò come fai a saperlo, anche se un idea me la sono fatta... Oramai è acqua passata... Davvero»

Il ragazzo si volto verso di lei, notando che aveva gli occhi lucidi e le guance arrossate.

Lo appoggio al pavimento, mentre si avvicinava a lei.

Diversi ma Uguali | Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora