21 "Scuse"

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Alice pov's

Appena entro dentro l'IPM, vide Teresa in lontananza parlare con Edoardo.
Voleva chiedergli scusa, dirgli che questo suo allontanamento con era per via di Ciro o del lavoro.
Ma non c'è l'ha faceva.
Si vergognava a morte, ma doveva riuscirci.
Per il rispetto suo e quello della sua amica.
Si fece coraggio e andò verso di lei.
Cammino a testa alta mentre reggeva il manico della borsetta sulla sua spalla. 

«Ali, aspetta ti devo dicere una cos»

La fermò Cardiotrap, in mezzo alla piazza.
La mora si volto verso di lui, guardandolo frettoloso.

«Possiamo fare più tardi? Ora ho un impegno»

Disse cercando di guardare dietro il biondo, per controllare che la sua amica non se ne fosse andata.

«Si, va bene anche dopo»

Appena senti quelle parole, lo salutò alla svelta avanzando il passo verso Teresa che ancora non l'aveva notata.
Senti una mano sul suo braccio, che la trascinò tra le colonne di quell'istituto.
Appena vide chi fosse, fe e un sospiro di sollievo. 

«Mi ha spaventato»

Disse guardandolo negli occhi.

«Scus, ma non resistevo. Ho truppa voglia di datte un vasu»

Si avvicinò alle suo labbra, baciandola.
Appoggio le mani sulle guance di Ciro, scordandosi di tutto ciò che aveva intorno.
Teresa, Alessandro, l'IPM, i suoi genitori.
Tutto.
C'erano solo loro due.
Lei e Ciro.

Si staccarono e guardandosi negli occhi ci si persero.

«Nun pozzo sta senza di te»

Sussurra guardandola.
Doveva ammetterlo, quei suoi momenti dolci che aveva la facevano impazzire.
Gli ricordava del ragazzo stupendo che era.
All'apparenza si faceva vedere un ragazzo forte e duro, quasi cattivo.
Ma non era così.
Era debole e bisognoso di qualcuno che lo capisse, lo comprendesse per come era.

«Manco io Ci, manco io»

Lo abbraccio, sentendo le sue forti braccia circondarla.
Si sentiva così bene tra di esse che quando vide Teresa passare accanto a loro, stette ferma.
La guardo abbracciata a Ciro, con un velo di tristezza.
Ancora era arrabbiata per ieri sera, lo vedeva dai suoi occhi.
Ora non era il momento di parlarle, lo avrebbe fatto dopo la lezione.

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Entro nella stanza, vedendo Teresa parlare con Beppe e il comandante.
Si avvicinò a loro, quasi non volendo disturare.
Non sapeva cosa la sua amica stava per fare in una presenza.
Aveva quasi paura.
Paura di sentire il dolore farsi strada se Teresa se ne fosse andata.

«Eu Ali, buongiorno»

La salutarono entrambi, tranne lei.
Cercò di evitare il più possibile il suo sguardo.

«Vuoi un caffè?»

«Si grazie»

Rispose educatamente a Beppe che si fiondò al macchinetta del caffè.

«È arrivata una nuova ragazza nell'IPM, è la sorella di Ciro Ricci»

Iniziò il comandante a parlare.
La sorella di Ciro Ricci.
Perché Ciro non glielo aveva detto?
Beppe le porse il caffè bollente, e lei lo prese ringraziandolo con un grande sorriso.

«Bisogna tenerla d'occhio»

Internevi Beppe.

«Perché?»

Chiese Alice.

«Pecché è una Ricci. Loro non portano niente di buono»

Si intromise Gennaro nella conversazione mentre andava vera la macchinetta del caffè.

Teresa la guardò.
Sapeva cosa stava pensando.
Lei aveva un debole per Ciro, e Ciro aveva un debole per lei.
Per quanto poteva fare la parte dell'arrabbiata, non poteva di certo nascondere la sua preoccupazione per Alice.
Parlarono per almeno una mezz'ora, non rendendosi conto di aver fatto tardi.
Era ora di andare ognuno alle proprie case.

Quando uscirono dall'IPM, il comandante la fermo.

«Che è successo?»

«Niente perché?»

Sapeva che si era accorto della sua litigata con Teresa.

«Prima con Teresa. C'è ne siamo accorti tutti che qualcosa tra di voi non va. Ti va di dirmelo?»

Gli dice.
All'inizio era titubante, non volendo
sapere di dire a nessuno di questa cosa, ma poi decise di parlare.
Aveva bisogno di essere ascoltata da qualcuno.
Non poteva tenersi tutto dentro.

«È che nell'ultimo periodo ci siamo distaccate molto. E ora ne stiamo pagando le conseguenze»

Massimo la guardo, notando i suoi occhi lucidi.
La abbraccio, baciandogli la testa.

«Pccre, nun fa accusi che ruvin solu chell occhi belli che tien»

Le dice.
Si staccarono, mentre si guardavano negli occhi.

«Tu parlaci e basta»

Alice si giro dall'altra parte, come per dire "sembra facile", e Massimo lo capì al volo.

«O sacc che è difficile avvolte parlare dei propri sentimenti, però tu non pensarci. Parla e basta. Esponi tutto quello che pensi, digli cosa ti dice il cuore, e vedrai Ca si sistem tuttee cos»

Gli sussurra dolcemente.

«Grazie»

Si riabbracciarono, facendola sentire compresa.
Era come un padre per lei.

Alice decise di fermare Teresa lungo la strada.

«Tes, ti devo chiedere scusa»

Iniziò a dire lei.
Teresa di volto verso di lei, con le braccia incrociate.

«Io veramente non volevo ferirti. Ho avuto così tanti pensieri per la testa che non ciò pensato»

Si avvicinò a lei, cercando un qualche segno da parte della sua amica.

«Non ti ho detto che Edoardo aveva una moglie, perché non potevo. Il mio lavoro si basa su questo. Lui mi ha confessato una cosa da paziente, ma soprattutto da amico. Io lo so che tu avresti preferito che te lo dicessi il prima possibile, ma era meglio se te lo diceva lui. Se lui avrebbe preso cosa con i piedi di piombo e te lo avesse detto noi non saremo qui. Ho cercato di convincerlo ma non è servito a niente. Ti prego non buttiamo via tre anni di amicizia per questo. Tu mi sei stata accanto nel periodo più brutto della mia vita, e io non posso fare altro che ringraziarti per questo, e voglio fare lo stesso con te. Ti voglio aiutare adesso che hai bisogno di qualcuno che ti ascolti e tu aiuti ad andare avanti»

Aveva le lacrime agli occhi.
Non poteva sopportare di perderla, non ora che aveva bisogno anche solo della sua presenza.
Teresa la guardò, facendo uscire delle lacrime dai suo occhi.

«Perché noi siamo amiche giusto?»

Gli chiese Alice.
Teresa si avvicinò a lei, circondandola.

«Non dire amiche. Perché noi siamo come due sorelle»

Si abbracciarono, finalmente unite insieme.

Diversi ma Uguali | Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora