23 "Di nuovo"

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Alice pov's

Appena entro in casa, lo vide.
Li disteso sul divano a guardare qualche film all'americana per passare il tempo.
Appena giro il capo verso Alice, lei senti il suo cuore perdere un battito.
Lo vide Lazzari e venire con passo spedito verso di lei.

«Dove sei stata fino a tardi?»

Gli chiese con una leggera rabbia.

«Era fuori con Teresa, abbiamo fatto un giro e poi ci siamo fermate a prendere un gelato nella nuova gelateria difronte al-»

Iniziò a dire lei ripensando hai bei momenti passanti qualche minuto prima con la sua  amica.

«Ancora questa Teresa? Come fai a sopportarla?»

Le disse infastidito.
Alice senti una strana pressione addosso, come se si sentisse infastidita dal fatto che lui avesse criticato la sua amica.

«Bhe lei è mia amica, quindi non vedo come io non riesca a sopportarla»

Alessandro la guardò con occhi di fuoco, calmandosi subito poco, capendo che se non l'avrebbe fatto, da li a poco sarebbe successo un casino.

«Vabbè non fa niente. Ora andiamo a sederci sul divano. Sarai stanca»

Alice riprese a respirare appena gli disse ciò. Si sedettero su di esso, iniziando a conversare pacificamente. 

«Ma dove lavori che non ho capito bene ancora?»

Le chiese toccandole la coscia scoperta dal vestito a fiori che aveva. 

«Faccio la psicologa o almeno ci provo»

Disse vedendo la sua mano salire  sempre più su. 

«Ti è sempre piaciuto diventare una psicologa eh?»

Si avvicinò a lei con uno splendido sorriso.
Iniziò a toccarla dappertutto, fino ad arrivare la sua bocca non arrivò al suo orecchio. 

«Ora fammi vedere che sai fare»

Le sussurrò sensualmente.
Alice si sposto si colpo non sopportando più il uso tocco vicino a lei.
Si sentiva male al solo pensiero.
Era come se non riuscita a farsi toccare.

«Ti prego. Non ci riesco»

Vide il volto di Alessandro cambiare in quello pieno di collera.
Si alzo dal divano, facendo alzare anche lei. 

«Perché no?! Ancora pensi a cosa è successo un paio di anni fa. Ancora che io possa fare quelle cose?! Ricordati che io facevo tutto ciò per colpa tua. Eri tu che mi facevi arrabbiare con le tue solite fra sette del cazzo. Tu non va niente hai capito»

Si avvicinò  lei pieno di rabbia, sentendo tutta la sua collera salire.
Alice cercò di indietreggiare, ma quante percepì la sua schiena contro il muro senti tutta la paura in lei. 

«Non è vero, non era colpa mia. Sei tu che sei violento con me»

Non seppe con quale coraggio, ma lo fece.
Infatti eccola li.
Senti l'impatto della mano calda di Alessandro contro la sua guancia.
Si senti surriscaldare nel giro di qualche secondo.
Gli aveva tirato uno schiaffo, un'altra volta.
Il rancore, la rabbia, il disgusto dentro di lei iniziava a venire fuori, senza nessun a ostacola.

«Sei tu che non vali niente hai capito? Sei un mostro»

Il suono di un'altra schiaffo si senti riemergere sulla sua guancia.
Questa volta non aveva sentito dolore. Non fisico meno.
Non poteva nascondere di non voler bene ad Alessandro, ma non poteva nemmeno nascondere il fatto che l'amore nei suoi confronti disse svanito.

Si tocco la guancia sentendola surriscaldarsi.
Era sicura che il segno sarebbe rimasto per un bel po'. 

«Vedi, questa è tutta colpa tua. Se tu non mi facessi imbestialire così, tutto ciò non sarebbe mai successo»

Alcune volte le persone danno la colpa a qualcun altro su qualcosa di cui l'altra non c'entra niente per non far ricadere la colpa su loro stessi.
C'è chi ci marci, facendolo apposta a scopo di mettere in difficoltà l'altro individuo, mentre nell'altro caso è quando lo fanno per pararsi da qualcosa o qualcuno.
Poi c'è chi lo fa involontariamente, quasi di sua spontanea volontà.
Abituato a dare la colpa quotidianamente a qualcuno per qualsiasi cosa, dalla più stupida alla più grave.
E questo era il caso con cui doveva combattere Alice.
Un ragazzo di 27 anni che dava la colpa al primo che gli capitava per qualsiasi cosa.
Abituato a non prendersi le responsabilità dI niente.

«Colpa mia? Sei tu che non sai prenderti le tue responsabilità»

Gli urlò contro Alice sentendosi esausta di tutto ciò.

«Senti chi parla. Cresci. E pensa a crearti un futuro ver invece di pensare ad aiutare qualcuno. Nessuno vuole essere aiutato, figurati da una come te. Un inutile ragazzina viziata»

Quelle parole avevano fatto più male di quanto sembrasse.
Annui sconfitta, prima di voltarsi verso la porta del bagno.
Appena varcò la soglia, decise di chiudere a chiave la serratura.
Si lascio trasportare sul pavimento appena si appoggio ad essa. 

Era vero, credeva tanto di aiutare qualcuno, ma nessuno aveva mai accettato il suo aiuto.
Nessuno si era mai accorto di tutto il dolore che portava dentro.
Si senti mancare l'aria quando una voce proveniente da fuori la stava chiamando. 

«Ali ci sei? Lo sai che quelle parole non le pensavo davvero. Ero arrabbiato e le ho dette preso in un momento di difficolta. Ma non le penso te lo giuro»

Ed eccolo di nuovo.
Un'altra menzogna per nascondere la dolce e cruda verità.
Aveva fato di nuovo colpa a qualcosa che non era lui, comprendo il suo essere maleducato con la rabbia.
Per lo più non si era nemmeno scusato per gli schiaffi che gli aveva dato.
D'altro non l'aveva mai fatto, nemmeno in precedenza.

Non rispose, sentendolo solo bussare ripetutamente.
Sospiro esausta, sentendo la stanchezza farsi sempre più presente nel suo corpo.

«Dai Ali, apri quest porta. Ti prometto che non dirò più delle cose del genere, ma tu la devi aprire»

Senti le sue guance bagnarsi, accorgendosi di iniziare a piangere, si tocco gli occhi cercando di togliere quelle lacrime cadute sulle sue guance.
Quando si alzò in piedi e si specchio sullo specchio davanti a lei, vide la forma della mano di Alessandro stampata sulla sua guancia sinistra.
Le lacrime iniziarono ad uscire dai suoi occhi come una fontana, e senti il suo cuore iniziare a fare male come la prima volta che lui le aveva messo le mani addosso.
Voleva Ciro lì con lei più di chiunque altro.
Lo voleva baciare abbracciare o anche semplice te avere la sua presenza li accanto a lui, a dargli forza in qualsiasi momento.

Spazio Autrice

Volevo scusarmi per la mia assenza, ma ho avuto molto da fare in questi giorni, tra famiglia e quant'altro.
Volevo precisare che è questione di capitolo, prima che la storia finisca.
Spero che vi stia piacendo, e ci rivediamo al prossimo capitolo

Diversi ma Uguali | Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora