Parte 1 - Oggi è na bella jurnat

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Rosa

Mi sveglio di colpo, ansimando come se avessi fatto una corsa. Il rombo di un tuono fuori dalla finestra spalancata mi fa sobbalzare, mentre nel buio della cella cerco di capire come mai ho le guance bagnate di lacrime. Alzo la testa dal cuscino, cercando di mettere a fuoco l'oscurità che mi circonda.

E poi il ricordo del sogno irrompe con prepotenza nella mia mente.

Ciro.

Fratm.

Non l'avevo mai sognato prima d'ora.

Nemmeno dopo il funerale, nemmeno quando mi svegliavo nel bel mezzo della notte piangendo, urlando e chiamando il suo nome.

Non era mai venuto a trovarmi.

Non mi aveva mai detto addio.

Mi asciugo le lacrime, mentre scendo dal letto in silenzio per non svegliare Kubra nel letto sopra il mio.

Bevo un sorso d'acqua e prendo una sigaretta dal pacchetto lasciato accanto alla finestra. Mi appoggio con la testa contro le sbarre, fissando la pioggia scrosciante diventare un tutt'uno con il nero del mare fuori.

Cerco di ricordare ogni dettaglio del sogno, di imprimermi bene nella mente il viso di mio fratello.

Io e lui sul pontile di Bagnoli.

Quante volte eravamo andati su quel molo con la mamma, quando eravamo bambini.

Era diventato il nostro posto sicuro, il riparo dalle brutte notizie di morte e violenza che avevano sempre accompagnato la nostra infanzia...

Ci eravamo tornati tante altre volte, Ciro ed io, dopo la sua morte ma non era più stata la stessa cosa.

Il pensiero della mamma mi provoca un nodo in gola e mi devo costringere con tutta me stessa per trattenere i singhiozzi. Mi stringo contro le sbarre delle cella e chiudo gli occhi, cercando di ricordare il suo viso sorridente. O il profumo dei suoi capelli quando mi stringeva in un abbraccio...

Tu si tale e quale a lei. Non e' saje nascondere e' sientimenti...

Me lo ripetono tutti, da sempre.

Ma non è vero.

Con il tempo sono diventata bravissima a recitare, a nascondere le emozioni. Quando la vita ti mette davanti solo sofferenze e devi lottare ogni giorno per proteggere le persone che ami diventi brava ad indossare una maschera di durezza.

L'unico sentimento che non sono mai riuscita a nascondere è l'amore incondizionato per la mia famiglia.

Cerco di sforzarmi di mettere a fuoco le scene successive del sogno.

Ciro che mi protegge come al suo solito.

Ciro che mi dice che gli uomini sono tutti stronzi. Che quello giusto è qualcuno che mi ama per quella che sono, che è pronto a morire per me.

Quante volte mi aveva fatto quei discorsi, quando ero più piccola, quando cominciava a notare gli sguardi dei ragazzi su di me e a capire che non ero più solo la sua dolce sorellina. Chissà perché è venuto in sogno a dirmi queste cose proprio adesso...

E poi, come un pugno allo stomaco, il viso di Carmine Di Salvo mi appare più nitido che mai nella testa.

Stringo le sbarre della finestra talmente forte da farmi male mentre sento svegliarsi dentro di me il mostro assetato di sangue. Del suo sangue.

Perché è colpa sua. È solo colpa sua e della sua famiglia se avevo visto morire uno dopo l'altro i miei fratelli e se la vita di mio padre è appesa ad un filo.

I mostri che ci portiamo dentro - Carmine e Rosa - Mare FuoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora